La sostenibile leggerezza dell’oggetto al centro del Lake Como Design Festival 2024

La sesta edizione della manifestazione che porta il design nei palazzi storici della città lariana ha scelto di indagare la leggerezza, da intendersi non come frivolezza o carenza di contenuti, ma piuttosto come uno sguardo delicato su passato e presente

Nel design la leggerezza è prima di tutto una questione di struttura. Si può essere “leggeri” progettando arredi che sfruttano sapientemente il rapporto tra pieni e vuoti e sembrano sfidare la legge di gravità, o ancora semplificando progressivamente il proprio segno secondo il principio del “less is more”. Il termine leggerezza ha però tutta una serie di significati possibili, che vanno dalla lievità giocosa – ma non priva di focus e determinazione, come scrisse Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane – alla riduzione dell’impatto sull’ambiente, resasi necessaria in un periodo storico nel quale la minaccia del riscaldamento climatico è, al contrario, pesantissima. Le iniziative (mostre, installazioni site-specific, talk, visite guidate) organizzate per la sesta edizione del Lake Como Design Festivalin corso fino al 22 settembre 2024 in diverse location di pregio nel centro storico della città e in riva al lago, giocano proprio su questa polisemanticità mescolando cenni di storia del design e pezzi da collezione, scouting di giovani talenti e omaggi alle eccellenze locali. Passeggiando tra un edificio medievale perfettamente conservato come il Palazzo del Broletto e una creazione relativamente recente come il Chilometro della Conoscenza, il giardino botanico (e panoramico), frutto di un intervento di rigenerazione urbana avviato nel 2015, è possibile cogliere anche la straordinaria stratificazione storica di un territorio che è stato culla di ricerche pittoriche e architettoniche, da Mario Radice e dagli astrattisti comaschi a Giuseppe Terragni, e oggi è alle prese con lo spettro dell’overtourism o dell’iperturismo. Nei giorni del festival è possibile inoltre visitare alcuni gioielli architettonici del razionalismo accompagnati da esperti e gli atelier di artisti e designer, da Draga&Aurel ai giovani Dalmoto.

Materiali pesanti e spirito leggero al Lake Como Design Festival 2024

Tra le glorie comasche, apprezzate dagli appassionati di arte e di design, è impossibile dimenticare Lithos, la raffinata casa editrice fondata nel 1989 da Alfredo Taroni che negli anni ha imbastito collaborazioni con Ettore Sottsass (di cui ha pubblicato i primi volumi d’artista, Le Epifanie Brevi e il Trattato di Architettura, e alcune litografie) Andrea Branzi,Alessandro Mendini e altri ancora. Per festeggiare i suoi 35 anni Lithos ha chiesto a dieci progettisti, pittori e scultori di fama (Michele De Lucchi, Mario Botta, Nathalie Du Pasquier, Francesco Faccin, Valerio Gaeti, Lucia Pescador, Mario Trimarchi, Franco Raggi e i due studi Naessi e DWA) di realizzare altrettante opere originali sul tema del festival, la leggerezza, usando le antiche tecniche dell’incisione e materiali “pesanti” come le lastre di zinco. 

Le stampe, esposte insieme alle matrici nell’ex chiesa di San Pietro in Atrio, riprendono i capisaldi degli immaginari dei loro creatori, per esempio le “casette” e il rapporto con la natura per De Lucchi, oppure se ne allontanano per esplorare nuove strade. All’interno della Villa del Grumello, sede della collettiva Lightness in Progress, sono esposte anche leImpressions di Andrea Branzi, piccole architetture in pasta di cellulosa pressata dall’apparenza solidissima malgrado la loro fragilità. 

Lake Como Design Festival 2024: tra storia e contemporaneità

La selezione di design contemporaneo e di ricerca curata da Giovanna Massoni, sempre istruttiva e sorprendente, esce dalle sale dei palazzi storici per disporsi in maniera diffusa e apparentemente anarchica, ma in realtà studiatissima, lungo il percorso del Chilometro della Conoscenza, adiacente alla Villa del Grumello, e all’interno delle piccole architetture (serre, chiesette e limonaie) che lo punteggiano. Tra i 36 creativi e collettivi internazionali scelti tra coloro che hanno risposto alla call lanciata come ogni anno dagli organizzatori del festival ci sono la fashion designer Cecilia Rinaldi, che con il suo Atelier Nuanda propone una versione attualizzata dell’antica arte dell’intreccio basata su fili di cuoio; la designer Ilaria Bianchi con un’esplorazione molto personale delle arti minori e della tavola come luogo di espressione per la creatività femminile; e il maker lucchese Jonathan Bocca per la prima volta alle prese con un progetto per esterni con il suo materiale prediletto, la carta, e l’uso delle tecniche artigianali della sua regione di origine. Sempre a proposito di lavorazioni tradizionali, rivisitate questa volta in chiave tecnologica, il collettivo giapponese 9+1 ha creato un plotter speciale in grado di “stampare” goccia a goccia la carta washi dandole la forma desiderata. 

La leggerezza nel mondo delle sedute al Lake Como Design Festival 2024

Al primo piano del Palazzo del Broletto, sede del Comune di Como in epoca medievale, 28 sedie disegnate nell’ultimo secolo raccontano la ricerca di leggerezza nel mondo delle sedute, in cui il sostegno rimane una necessità fondamentale. I pezzi sono disposti in ordine cronologico ma non è tassativo seguirlo: si può, per esempio, affiancare la celeberrima Superleggera di Gio Ponti con il suo chilo e 700 grammi di peso alla Carbon Fiber Chair disegnata da Francesco Faccin per il progetto sperimentale Anonimo Contemporaneo della galleria romana Giustini / Stagetti nel 2020, che pesa solo 800 grammi ed è formata da tubi semilavorati in fibra di carbonio, o ancora la B.K.F. Chair (1938) progettata dal Grupo Austral, forse il più riconoscibile oggetto di design dell’America Latina, alla Rocking Chair (2015) del duo belga Muller Van Severen, entrambe costituite da una sospensione in pelle adagiata su un telaio. 

Giulia Marani

Scorpi di più sul sito

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

Scopri di più