ADI Design Index 2024: in mostra a Milano i candidati al prossimo Compasso d’Oro

Il design, così come appare nel racconto che si costruisce attraverso i 219 progetti selezionati nel primo step di avvicinamento all’edizione 2026 del premio, è una nebulosa: al suo interno, non ci sono soltanto prodotti ma anche, e soprattutto, servizi, ricerche teoriche e processi aziendali sostenibili e partecipativi

Potremmo definirli prodotti se il termine non risultasse in molti casi fuorviante, perché a essere premiato è qualcosa di intangibile, un quid di innovazione che c’è ma non si vede perché si trova a monte, nel modo in cui le materie prime vengono lavorate o riciclate, nascosto dentro le aziende, dove si lavora per rendere i processi più fluidi e orizzontali, o ancora nei quartieri delle città dove nascono dal basso iniziative basate sulla condivisione e il mutuo soccorso. Nell’ADI Design Index 2024, la selezione dei migliori progetti di design condotta nell’ultimo anno da un gruppo di oltre cento esperti e in mostra fino al 17 novembre all’ADI Design Museum di Milano, c’è un po’ di tutto: arredi progettati con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale (un tormentone di questi tempi), tavoli dalle forme architettoniche e dimensioni generose, soluzioni che risolvono problemi in maniera semplice e quasi intuitiva, nuovi materiali realizzati a partire dagli scarti di lavorazione dell’agricoltura o dell’industria, mezzi di trasporto in fase con gli stili di vita emergenti e con la nuova sensibilità ecologica, abiti e calzature da lavoro, libri, app e siti web… Un’eterogeneità che fa parte del Compasso d’Oro fin dalla sua creazione – nel 1954, quando il design muoveva i suoi primi passi – e periodicamente è oggetto di critiche, ma (come spiegano i membri del comitato scientifico nella loro nota) è coerente con la “pervasività  della disciplina, diventata a tutti gli effetti uno strumento di trasformazione integrato non solo di categorie merceologiche sempre più diverse” ma anche “nella riqualificazione di prodotti e processi”. Ecco i dieci progetti più interessanti.

Giulia Marani

La seduta disegnata con l’Intelligenza Artificiale

A. I. Lounge, Philippe Starck per Kartell
A. I. Lounge, Philippe Starck per Kartell

Per chi fa un mestiere creativo le macchine intelligenti possono essere uno stimolo o uno spauracchio, e in alcuni casi entrambe le cose insieme. La poltrona A.I.Lounge di Kartell fa parte di una collezione di mobili elaborati da un algoritmo secondo le istruzioni impartitegli dal designer Philippe Starck e dall’azienda, un metodo che ha permesso, da un lato, di ridurre fortemente il periodo di gestazione del progetto, e dall’altro di limare le forme eliminando gli sprechi di materiale.

Il tavolo architettonico (ma componibile)

Folio, Draw Studio per De Castelli
Folio, Draw Studio per De Castelli

Folio, il tavolo disegnato da Draw Studio per De Castelli, ha un volume importante (è lungo quasi tre metri e visivamente imponente) ma è formato da una serie di elementi componibili riuniti tra loro attraverso incastri meccanici modo tale da rendere più semplici e meno impattanti da un punto di vista ambientale diverse operazioni, dallo stoccaggio al trasporto e alla sostituzione di eventuali parti danneggiate.

Il lavabo che trasforma il difetto in cifra stilistica

Flow, Paolo Ulian per Antoniolupi
Flow, Paolo Ulian per Antoniolupi

La lavorazione water-jet del marmo può dare vita a un caratteristico effetto “sfrangiato”, simile alla plissettatura di un tessuto, che di solito viene considerato un difetto. Nel lavabo Flow, progettato da Paolo Ulian per Antoniolupi, queste onde irregolari diventano un punto di forza e un carattere distintivo. Allo stesso tempo, permettono di ricavare più pezzi da uno stesso blocco di marmo rendendo la lavorazione più sostenibile (o meno insostenibile, a seconda dei punti di vista).

Il vaso “vivo” coperto di licheni

Licheni, Rosaria Copeta e Stefania Galante per Ecade/Lo Studio STP
Licheni, Rosaria Copeta e Stefania Galante per Ecade/Lo Studio STP

Nella categoria “design per l’abitare” tendono a dominare i soliti noti, vale a dire aziende blasonate e progettisti affermati e di richiamo. C’è spazio però anche per progetti più confidenziali e ancorati al territorio come i vasi Licheni, ricavati dai prodotti invenduti e colonizzati dalla vegetazione di un’azienda specializzata nella lavorazione della pietra leccese e frutto del lavoro a quattro mani delle designer Rosaria Copeta e Stefania Galante. Anche qui, come nel caso del lavabo Flow, un difetto viene ribaltato nel suo contrario: i motivi creati dalla crescita dei licheni sulle superfici dei vasi sono vivi e continuano a modificarsi nel tempo, fungendo anche da indicatori della qualità dell’aria.

La maniglia con il “gommino” integrato

Câlin, Alessandro Corina Studio per Mandelli1953
Câlin, Alessandro Corina Studio per Mandelli1953

Câlin”, in francese, significa coccola o abbraccio. E c’è effettivamente un’idea di dolcezza nel proteggere il muro o i mobili dall’urto contro la maniglia di una porta aperta con troppo vigore usando un trucco semplicissimo: un tappino di gomma con la stessa funzione dei paracolpi posticci che si comprano dal ferramenta, integrato però nel design della maniglia progettata da Alessandro Corina Studio per Mandelli1953.

La lampada-fanale ispirata alla nebbia

Nebbia, Park Associati per Delta Light
Nebbia, Park Associati per Delta Light

L’effetto ovattato della schighera, la nebbia milanese, insieme ai fanali delle auto d’epoca sono le ispirazioni principali dietro il progetto della lampada texturizzata frutto di una collaborazione tra Park Associati e Delta Light. Il risultato è un oggetto che non sfigurerebbe nell’adattamento cinematografico di un noir di Scerbanenco ma è moderna nella concezione, con un numero di componenti ridotto all’osso e un montaggio-smontaggio ultrafacile che non richiede l’intervento di uno specialista.

Lo scooter elettrico cargo

C+S Cargo & Share, César Mendoza – Nito
C+S Cargo & Share, César Mendoza – Nito

Gli scooter cargo sono diventati una presenza familiare sulle nostre strade, come alternativa sostenibile e più capace di destreggiarsi nel traffico ai classici furgoni. IlCargo&Share di Nito, progettato da César Mendoza, è elettrico, ha paraurti laterali in plastica riciclata e ruote di diametro diverso per abbassare il baricentro e poter affrontare percorsi curvilinei con salite e discese.

Le scarpe antinfortunistiche per il corpo femminile

Athena, Cristian Ardissono per Diadora Utility
Athena, Cristian Ardissono per Diadora Utility

Viviamo in un mondo in cui quasi tutto è a misura d’uomo, nel senso di progettato per le esigenze del maschio caucasico di altezza media. Per questo, viene da dire “evviva” quando il punto di riferimento è invece il corpo femminile, specie se si tratta di prodotti destinati a essere utilizzati in ambienti professionali tradizionalmente ritenuti maschili. Athena di Diadora Utility (design Cristian Ardissono) è una calzatura antinfortunistica pensata per le lavoratrici e sviluppata in collaborazione con l’Instituto de Biomecánica di Valencia.

La plastica fenice

Sete, Giulio Iacchetti per Pandora Design
Sete, Giulio Iacchetti per Pandora Design

Disegnata da Giulio Iacchetti per Pandora Design, Sete è un set di caraffa e bicchieri che trasforma una grande minaccia per l’ambiente, la plastica monouso, in un bene durevole. Il materiale che lo compone è ricavato dalle bottigliette usa e getta che tutti conosciamo attraverso due procedimenti diversi, uno meccanico e arcinoto – la macinazione con il successivo trattamento delle scaglie – e uno estremamente innovativo basato sulla riconversione della plastica in olio di pirolisi dal quale si ottengono polimeri identici a quelli originari.

La piattaforma per giovani designer

Emersivi, Orografie (Vincenzo Castellana e Giorgia Bartolini). Foto Irene Tranchina
Emersivi, Orografie (Vincenzo Castellana e Giorgia Bartolini). Foto Irene Tranchina

Lo scouting di nuovi talenti è una parte importantissima del lavoro delle aziende. Una delle realtà più attive in questo senso è il brand siciliano Orografie, che con il progetto Emersivi si è messo all’ascolto della visione e delle proposte dei giovani under 35, studenti o designer all’inizio della loro carriera, invitandoli a partecipare a una rete di workshop che organizza periodicamente. Questo meccanismo ha già portato allo sviluppo di prodotti interessanti, per esempio il piatto a pendenza variabile Pocopiano di Paolo Stefano Gentile, anche lui selezionato all’interno dell’ADI Design Index 2024.

Libri consigliati:

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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