Iconici e intramontabili. Ci sono alcuni oggetti di uso quotidiano che non sempre sappiamo essere pezzi da collezione, tanto da far parte dell’immaginario collettivo grazie alla loro semplicità e, soprattutto, utilità. A raccontarli, in occasione del Natale 2024, c’è Fattobene, il progetto ideato dalla giornalista Anna Lagorio e il fotografo Alex Carnevali – che nel 2019 ha aperto il suo primo pop-up store internazionale presso il MoMA Design Store di New York – dedito a riscoprire capolavori di tutti i giorni del design italiano. Così, fino al 31 dicembre 2024 lo store della Triennale di Milano ospita una mostra-mercato tra design e artigianato, con gli oggetti che da sempre popolano le case e gli spazi di lavoro italiani.
Fattobene alla Triennale di Milano: il design anonimo
Il progetto si ispira alle parole dell’artista, designer e scrittore Bruno Munari (Milano, 1907 – 1998), che celebrava gli oggetti anonimi meritevoli di un ideale “Compasso d’Oro a ignoti”. Questi manufatti, progettati per durare e rispondere a funzioni essenziali, rappresentano una forma di design spontaneo, lontano dalle mode e dalle logiche di mercato. Sono prodotti che, come suggerisce Munari, “la gente continua a comprare perché sono ben fatti, indipendentemente da chi li abbia progettati”.
Fattobene alla Triennale di Milano: oggetti come storie da raccontare
Ma la selezione di Fattobene non si limita a mostrare prodotti. Ogni oggetto, infatti, è raccontato nel suo contesto, grazie anche all’accostamento con libri, tra storie di intuizioni, scommesse industriali e di radici territoriali. Tra questi, la colla Coccoina e la pinzatrice Zenith 548, entrambe ideate da Aldo Balma a Voghera rispettivamente nel 1927 e nel 1948, ma anche i quaderni Tassotti, realizzati con le grafiche provenienti dall’Archivio Storico Remondini grazie alla riscoperta nel 1957 di Giorgio Tassotti. E fra i capisaldi del “design anonimo”, emergono i fermagli e le puntine Leone, realizzate nel 1850 ad Annone Brianza, mentre nella sezione dedicata all’abitare sono presenti i pennelli Cinghiale (Cicognara, 1945), con l’edizione limitata Commendator Alfredo, un omaggio al fondatore, che, durante il boom economico, ha avuto il merito di dare vita al pennello italiano per eccellenza.
Fattobene alla Triennale di Milano: dall’abbigliamento all’arredamento
Dello stesso periodo sono i portabiti Toscanini (Borgosesia, 1920) che, negli Anni Cinquanta entrano in produzione per la Rinascente. Infine, artigianato e design si fondono nelle celebri piastrelle Blu Ponti: con i suoi trentatre decori, ispirati al mare e alla natura, Gio Ponti ha invaso di blu gli spazi dell’Hotel Parco dei Principi di Sorrento, dando vita a uno dei primi design hotel del mondo. Così gli eredi Ponti hanno affidato a Ceramica di Vietri Francesco De Maio la produzione in esclusiva dell’intera collezione, decorata interamente a mano.
Caterina Angelucci
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