A metà strada tra showroom e spazio espositivo. A Milano apre Palazzo Molteni
Progettato da Vincent Van Duysen all’interno di una dimora storica, il nuovo hub di Molteni&C accoglierà mostre ed eventi culturali, oltre alle collezioni dell’azienda fatte dialogare con opere d’arte
Sulla mappa della Milano del design è da poco comparso un nuovo indirizzo. Al numero 9 di Via Manzoni, a pochi passi dalla Scala, ha aperto Palazzo Molteni, uno showroom dove il brand intende mostrare le sue collezioni rendendo visibile, e tangibile, la sua idea di abitare. A ospitarla è un edificio di fine Ottocento in stile neoclassico, ammorbidito da una ristrutturazione liberty realizzata nel 1922 da Giuseppe Mentasti e Stefano Lissoni.
Palazzo Molteni: l’essenza della milanesità secondo l’architetto belga Vincent Van Duysen
Il progetto è stato firmato dall’architetto e designer belga Vincent Van Duysen (Lokeren, 1962), direttore creativo dei brand Molteni&C e Dada dal 2016, e autore di tantissimi pezzi nel catalogo dell’azienda di Giussano, dagli imbottiti (il primo è stato il letto Ribbon, del 2015, con un “nastro” in pelle che corre lungo il perimetro del rivestimento, tra i più recenti invece spicca il divano Augusto) ai tavoli e ai mobili da giardino (è stato lui a coordinare, due anni fa, il lancio della prima collezione outdoor, ispirata al modernismo e alla dolcezza dello stile di vita mediterraneo). Il filo rosso che lega i suoi lavori è una raffinatezza sobria e rassicurante, ottenuta mescolando linee pure e dettagli di pregio e privilegiando l’uso di materiali naturali. In questo caso, si è spinto molto sul tasto della milanesità e i 3mila mq su 7 piani sono stati, sì, suddivisi in diversi spazi pensati per usi diversi ma cercando di rispettare la scansione originale della residenza storica abitata da una ricca famiglia meneghina.
Gli interni di Palazzo Molteni a Milano
Ad accogliere il visitatore, oltrepassato l’ingresso monumentale con tanto di fregi e colonne, è una cancellata in ferro con un pattern geometrico a griglia, un elemento distintivo pensato dall’architetto che si ritroverà a più riprese all’interno, per esempio in una grande parete quadrettata in onice dietro la reception oppure nella vetrata che copre la corte interna trasformandola in una stanza supplementare. All’interno, messi in scena in un’infilata di ambienti – cucine, salotti, libreria, sale da pranzo – trovano posto gli arredi più conosciuti dei due marchi progettati da grandi nomi del design e dell’architettura, come: Jean Nouvel, Herzog & de Meuron, Ron Gilad e Naoto Fukasawa; a cui si aggiungono quadri e sculture. Gli ultimi due piani sono riservati alla Galleria, uno spazio che sarà attivato all’occorrenza per ospitare mostre, eventi e incontri culturali.
Molteni&C non parteciperà al Salone del Mobile 2025
L’ampiezza di Palazzo Molteni e la sua ambizione di diventare un punto di incontro per gli appassionati di design e i visitatori stranieri desiderosi di carpire i segreti dello stile milanese, oltre che un luogo di business, lascia intuire che l’azienda abbia deciso di concentrare qui i suoi sforzi, disertando per la prima volta la fiera di Rho. La notizia (per quanto se ne parli poco e da Giussano trapeli poco e niente) è rilevante poiché si tratta di una delle tredici imprese fondatrici del Salone del Mobile, quelle che nel 1961 decisero di dare il via a una manifestazione di settore per far conoscere al mondo i propri prodotti. Anzi, come ha fatto notare il giornalista Paolo Casicci, tra i primi a mettere nero su bianco quella che fino a poco tempo fa era una voce sussurrata nell’ambiente del progetto, l’azienda fondata nel 1934 da Angelo Molteni era addirittura presente alla Mostra Selettiva del Mobile di Cantù che nella seconda metà degli Anni Cinquanta radunava già notevoli energie progettuali, basti pensare che la copertina del catalogo della prima edizione (nel 1955) porta la firma di Bruno Munari. L’impatto sul sistema-design milanese e sui pesi rispettivi di Salone e Fuorisalone è ancora da quantificare, ma ne sapremo di già nei prossimi mesi.
Giulia Marani
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