Progettare insieme per il bene comune. La settimana immersiva dell’istituto di design ISIA di Roma

Quali saranno le emergenze del futuro? E come è possibile formare già da oggi i designer di domani affinché siano in grado di affrontarle? A questi interrogativi risponde la settima edizione dell’iniziativa dell’Istituto di Alta Formazione romano: un modello educativo e di sviluppo “regalato” alla comunità

Il format dell’ISIA Roma Design basato sull’interruzione della didattica consueta a beneficio di un’immersione totale nei brief di progetto proposti da enti e istituzioni pubbliche e di ricerca, nazionali e internazionali, è giunto alla settima edizione. Il modello nato nel 2018 nella sede di Pordenone come momento di incontro tra mondo universitario e aziendale è stato poi esportato nella capitale.

La RDE – Roma Design Experience di ISIA Roma Design

Non si tratta soltanto di un importante momento didattico, formativo e culturale, articolato in quattro fasi, che per sei mesi (da gennaio a giugno) tiene impegnati gli studenti dell’ISIA Roma Design, ma anche di un servizio di pubblica utilità messo a disposizione dall’Istituzione universitaria statale di Alta Formazione appartenente al Ministero dell’Università e della Ricerca, la prima in Italia sulla formazione del Design. La RDE ogni anno segue un filone di ricerca differente, legato ad alcune macro categorie dell’attualità su cui ISIA Roma sta già lavorando, come per esempio l’economia circolare, l’industria 4.0, la transizione ecologica e digitale, il cultural heritage, l’accoglienza, l’inclusione, l’innovazione e la sostenibilità. Il tema dell’edizione di quest’anno? La responsabilità collettiva attraverso la Tutela e la Valorizzazione.

Courtesy ISIA Roma Design
Courtesy ISIA Roma Design

RDE – Roma Design Experience, la roadmap della settima edizione

A gennaio è stato il momento dei 14 workshop, una settimana di full immersion in cui studenti, docenti, designer, professionisti e consulenti hanno affrontato insieme i brief proposti da istituzioni ed enti pubblici e privati nazionali e anche quest’anno internazionali (lo scorso anno ha partecipato la Fondazione Vaticana Scholas Occurentes). Suddivisi grazie a un algoritmo messo a punto da uno dei docenti che sistematizza differenti parametri per creare gruppi traversali ed equilibrati, i gruppi di lavoro hanno lavorato ciascuno su un tema spaziando fra i diversi ambiti del design, dalla comunicazione alla metaprogettazione, dal design di prodotto a quello dei servizi.
La RDE è una bolla che ti estranea, un percorso didattico innovativo ed immersivo, un’esperienza intensa e profondamente coinvolgente. Ma soprattutto è un esercizio di co-progettazione collettiva che per una settimana mette a sistema – mescolandoli – studenti di diverse classi, docenti di diverse discipline, enti ed istituzioni. Una ricerca metodologica per definire strumenti, obiettivi e competenze. Una grande opportunità per i ragazzi, che in questa occasione hanno la possibilità di esplorare e fare esperienza diretta con il mondo reale uscendo da quella dimensione prettamente speculativa dell’ambito accademico per capire a cosa serve il design e quali sono le sue prospettive, le sue potenzialità trasformative e le sue ricadute, su territorio e persone”, spiegano i portavoce dell’Istituto.

Dai workshop alla produzione del catalogo e al grande festival di chiusura

Nella parentesi temporale dalla fine dei workshop all’inizio del festival finale, segue una fase di sperimentazione e ricerca detta atelier, in cui docenti, tutor e studenti si riuniscono per analizzare le edizioni passate e migliorare le edizioni future. Ma anche per produrre il catalogo, un’analisi introspettiva teorico/scientifica dei processi che combina riflessione teorica a progettazione pratica. Un prodotto editoriale che raccoglie e restituisce il lavoro svolto, documentando i processi e i risultati emersi: non solo un archivio di progetti, ma uno strumento di riflessione e ricerca, utile a mostrare l’impatto del lavoro fatto e a connettere studenti, docenti ed enti partecipanti in un racconto visivo e testuale, implementato da testi critici di personalità del mondo del design e dei dottorandi ricercatori di ISIA Roma, che valorizza il percorso e le esperienze condivise.
Il 29 e il 30 maggio, infine, tutti questi risultati sono presentati in occasione del Festival, l’evento finale presso il Museo Mattatoio di Roma, dove non solo è allestita la mostra – curata dagli studenti – ma sono organizzati dei talk di confronto tra tutti gli attori che hanno preso parte all’edizione: un importante momento di networking, orientamento e divulgazione delle metodologie, della didattica, della ricerca ISIA Roma. Ogni talk (sono tre in totale) affronta la tutela e la valorizzazione calata in un contesto più stretto – società, territorio, antologia – facendo emergere riflessioni, ragionamenti, pensieri.

Giulia Mura

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Giulia Mura

Giulia Mura

Architetto specializzato in museografia ed allestimenti, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi presso il laboratorio creativo PresS/Tfactory_AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) e la galleria romana Interno14. Assistente universitaria, curatrice e consulente museografica, con…

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