Milano Design Week 2025: le mostre da visitare durante il Salone e oltre

Fondazioni riaperte, mostre d'arte e di progetto e molto altro. Ecco cosa vedere durante il Fuorisalone 2025 a Milano, ma anche nei prossimi mesi

Tra un’inaugurazione e un’anteprima di prodotto, c’è tempo anche per visitare spazi chiusi da tanto tempo, riscoprire figure di architetti e designer geniali e le loro vite lontane dai riflettori o farsi una cultura sulla scena del design indipendente. Abbiamo selezionato per voi alcune mostre da non perdere.

Micheal Anastassiades riapre la Fondazione Danese dopo vent’anni

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Michael Anastassides © Piotr Niepsuj

Un’occasione nell’occasione dell’occasione: il designer cipriota naturalizzato britannico Michael Anastassiades lancia, durante la design week, una nuova collezione di luci modulari per il suo omonimo marchio presentandola negli spazi della Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese, che riapre dopo 20 anni. Tre pezzi – tra cui una nuova lampada portatile in collaborazione con Alessi -–  allestiti in altrettanti ambienti – il Salone, la Sala Doppia, la Sala Ovale – rispettando gli interni esistenti: le Cygnet sono sculture luminose, disponibili in due dimensioni, composte da una semplice cella tetraedrica, Frame una serie di pendenti LED, strutture quadrate aperte che si ripetono in varie configurazioni, illuminando verso l’alto e verso il basso.

Micheal Anastassiades at Fondazione Danese
7-13 aprile
Via Santa Maria Fulcorina 17

Alla riscoperta di uno dei primi Compassi d’Oro

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Archivio Carlo De Carli, Sedia Cassina, Compasso Doro, 1954

Fino al 7 maggio, una mostra al Politecnico di Milano -– curata da Lola e Gianni Ottolini, Margherita De Carli, Claudio Camponogara e Roberto Rizzi, insieme a Beppe Finessi e con un allestimento di SixPlus Architetti -– ripercorre l’opera di Carlo De Carli (1910-1999), vincitore di uno dei primi Compassi d’Oro nel 1954. Carlo De Carli. Corollario racconta la filosofia progettuale dell’architetto attraverso “corollari” che ne descrivono metodo e linee di ricerca con arredi, modellini, dipinti e ciclostilati originali, editoriali scritti per le riviste Il Mobile Italiano e Interni da lui dirette, lettere e disegni di amici.

Carlo De Carli. Corollario
17 marzo-7 maggio
Via Ampère 2

La leggerezza di Jasper Morrison alla Fondazione ICA

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ICA

Anche quest’anno Fondazione ICA Milano presenta una mostra dedicata al lavoro di un importante designer internazionale che, con il suo lavoro, si relaziona ai linguaggi dell’arte contemporanea. Protagonista è Jasper Morrison con The Lightness of Things, progetto espositivo site-specific a cura di Alberto Salvadori che combina dodici sedie “levitanti” nello spazio (con l’aiuto di sostegni invisibili)  e dodici composizioni fotografiche a parete che rappresentano una parte degli oggetti archetipici ai quali il designer ha dedicato libri e riflessioni. L’allestimento è accompagnato da una traccia sonora minimalista, creata appositamente dal compositore Anthony Moore con frammenti di saggi scritti da Morrison e sonorizzati da voci non umane.

Jasper Morrison – The Lightness of Things
26 marzo – 11 luglio
Via Orobia 26

Una mostra collettiva all’insegna dell’alchimia e della devozione

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Magnificat, ph: Andrea Pedretti

Il design come atto di devozione: alla materia, al processo creativo, al mestiere stesso del progettare. Magnificat. Alchimie e devozione nel nuovo design, la collettiva a cura di Paolo Casicci in programma presso Spazio Vito Nesta, nasce proprio per raccontare e mettere in scena che cosa succede ogni giorno in quella terra circoscritta e luminosa che è il design indipendente. Una scena in cui progetto e arte si fondono totalmente con le vicende biografiche degli autori, dando vita a un repertorio personale fatto di sperimentazioni ricercatissime e di materiali nuovi, di manufatti in cui la componente artigianale più spinta incontra il pensiero e si fa visione del mondo, copywriting in forma di oggetto. Ma attenzione: non si tratta di virtuosismo fine a se stesso, anzi: «Magnificat non è un’esibizione muscolare. Anche nel progetto indipendente è forte la tentazione dell’assolo: l’abbiamo evitata puntando su figure in cui davvero la forma, anche quella più estrema, è viatico e sostanza». Per questo la stessa mostra è un atto corale in uno spazio anti-individualista, sviluppato da Nesta in collaborazione con le eccellenze tessili di Slow Fiber coordinate dalla mood designer Sabina Guidotti. Una scenografia che esalta le metrature generose dell’atelier, lo spazio in cui questa alchimia prende vita, dove il design diventa laboratorio continuo, generativo, trasformandone l’open space in un terrazzo del Dopoguerra dove un bimbo immaginario corre felice tra i panni che pendono dall’alto, evocati dai tessuti  di una serie di manifatture tessili storiche.

Magnificat. Alchimie e devozione nel nuovo design
4-13 aprile 2025 
Spazio Vito Nesta, via Ferrante Aporti 16

Un muranese a Milano: i vetri di Carlo Nason da FRAGILE

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Nason, ph: Nicola Galli

Per i suoi 25 anni di attività, FRAGILE, galleria di design storico e contemporaneo guidata da Alessandro Padoan e Alessandro Palmaghini, presenta, nel suo spazio espositivo in via Simone D’Orsenigo,  Handle with care. Carlo Nason glass designer. Realizzata in continuità con il suo proposito di riscoperta e valorizzazione di oggetti d’arredo, in particolare d’illuminazione, a firma di icone del design italiano – pezzi storici che tornano attuali – questa mostra si propone di raccontare, attraverso un centinaio di lampade e oggetti, l’opera straordinaria di uno dei più importanti designer italiani, Carlo Nason, specializzato nel settore dell’illuminazione in vetro e apprezzato a livello internazionale per le sue creazioni uniche. Nato a Murano nel 1935 da una delle più antiche famiglie di vetrai dell’isola, Nason, uomo pratico, dal carattere schivo, non ha mai cercato la notorietà e la celebrazione personale anche a fronte di una significativa produzione di design. Per questo l’esposizione gli dedica un’ampia panoramica con le sue lampade più celebri, accogliendo i pezzi più rari e iconici e rendendo merito al suo incredibile estro creativo, capace di dare vita a oggetti dalle linee pulite e innovative, realizzati attraverso un uso magistrale del vetro soffiato: tutte testimonianze di un perfetto equilibrio tra tradizione artigianale e modernità.

Handle with care. Carlo Nason glass designer
2 aprile – 6 giugno 2025
FRAGILE, via Simone D’Orsenigo 27

Oggetti con la testa tra le nuvole da Rossana Orlandi

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Can You Imagine, ph: Serena Eller

Can You Imagine?, il progetto curatoriale di Federica Sala per Secondome alla Galleria Rossana Orlandi, è un inno all’immaginazione e al suo potere trasformativo. In un’epoca caratterizzata da un giustificato clima di preoccupazione per la situazione mondiale, vuole riemettere al centro il ruolo della creatività come forza motrice per scenari futuri. I designer della mostra, Onka Allmayer-Beck, CContinua + Mamt, Clementine Chambon, Serena Confalonieri, Millim Studio e Matteo Pellegrino, sono infatti stati chiamati a interrogarsi sul ruolo, oggi, dell’immaginazione: si può ancora immaginare? Si può ancora essere fuori dagli schemi? E osservando il crescendo di tensione tra ciò che vero e ciò che è falso alimentata dalla galoppata dell’AI, che ruolo diamo alla creatività? Il risultato è una piccola collezione di oggetti e complementi che non hanno la pretesa di cambiare il mondo ma che per lo meno si rifiutano di tenere i piedi per terra, allungando orgogliosamente la testa tra le nuvole. La lampada da tavolo Vestale di CContinua + Mamt, in raso ricamato a mano con inserti in finissima porcellana; gli sgabelli Alice di Clementine Chambon, in velluto originale stampato che ricrea grazie all’AI un motivo floreale ispirato alle nature morte dei dipinti classici; la lampada manifesto Bright future di Matteo Pellegrino, in legno e resina policroma, dove la luce sostituisce le parole; lo sgabello-bilanciere-side table Balance di Millim Studio, in fusione di bronzo a cera persa; dai due specchi onirici in ceramica Clouds di Onka Allmayer-Beck che invitano a guardarsi con occhi capaci di immaginare; i vasi kenioti Jambo, traduzione di “ciao”in lingua swahili, di Serena Confalonieri, realizzati artigianalmente in Kenya con infradito riciclate.

Can You Imagine?
6-13 aprile 2025
Galleria Rossana Orlandi, Via Matteo Bandello 14

Giulia Mura

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Giulia Mura

Giulia Mura

Architetto specializzato in museografia ed allestimenti, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi presso il laboratorio creativo PresS/Tfactory_AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) e la galleria romana Interno14. Assistente universitaria, curatrice e consulente museografica, con…

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