Meo Fusciuni. Profumi di storie e sentori di vita
Immaginate l’intensità dell’inchiostro, la profondità del rum, unite ai chiodi di garofano e all’odore del cuoio, per raccontare la notte di un artista, di un poeta, di un maledetto. Nasce così “Notturno”, uno dei profumi creati dall’“aromatario”, come ama definirsi Meo Fusciuni.
Meo Fusciuni è un artista dei profumi artigianali, che propone una trilogia di viaggio che tocca Istanbul, il Marocco e la natìa Sicilia. Una collezione che vive attraverso la visione di un creativo moderno e nomade, ma anche attraverso lo studio antropologico degli odori.Ogni essenza è concepita come una memoria olfattiva che conduce in un mondo diverso.
A Meo non interessa la complessità dei profumi, ma la poesia e la storia che raccontano, l’immaginario che riescono a scatenare. Odorando così Rites de Passage, primo della trilogia delle Note, i sentori di pepe nero, ylang-ylang e bergamotto ci trasportano immediatamente nel Grand Bazar di Istanbul, così come l’odore di menta e tabacco di Shukran nella Piazza della Meraviglie di Marrakech, o l’incenso, il fico e il gelsomino di Ciavuru d’Amuri in una calda giornata siciliana.
“La chimica del profumo appartiene a noi, perché a noi appartiene la chimica della memoria, delle percezioni e della visione. Il liquido odoroso è il tempo, lo spazio, la memoria”, racconta Meo, erborista e chimico con studi in etnobotanica del modo arabo. Una passione che lo porta in viaggio attorno al mondo alla ricerca non tanto di profumi ma di odori, quelli che scatenano più emozioni. L’ultimo nato è Luce, ispirato alle architetture di Louis Kahn e alla sua idea di luce: si contrappone a Notturno per la ricerca di un’idea di equilibrio e armonia attraverso sentori di pelle, patchouli, tabacco e benzoino.
Una cultura e una poetica del profumo artigianale, unico per chi lo indossa, che sta conquistando finalmente il pubblico più esigente e colto, tra boutique e spazi dedicati in giro per l’Italia, dopo tanti anni di egemonia francese.
Alessio de’ Navasques
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #16
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