Caterina Gatta, la Delfina della moda italiana
Tessuti vintage griffati, ma anche stoffe e modelli vecchi qualche secolo. Parte spesso dal passato, la giovane fashion designer romana Caterina Gatta, per sperimentare forme e abbinamenti nuovi. Come nel caso della collezione dedicata a Maria Antonietta…
L’abbiamo riscoperta durante l’ultima settimana della moda milanese. Caterina Gatta ha presentato qui lasua prima collezione prêt-à-porter, ispirata a Marie Antoinette, la Delfina di Francia. Una collezione moderna, frizzante e sofisticata, ma soprattutto portabile.
Il cammino verso il successo, per la giovane stilista romana, è iniziato nel luglio del 2008, con le sue creazioni di debutto presentate a un ristretto gruppo di giornalisti, nei giorni di AltaRoma AltaModa. L’anno successivo mostrava la sua prima vera collezione demi-couture alla Soho House di New York, e in seguito nel milanese Palazzo Morando, per il Vogue Talents Corner.
Alla base del suo lavoro c’è la ricerca dei tessuti: la particolarità degli abiti sta proprio nel riutilizzo di stoffe vintage di stilisti famosi, tra cui Yves Saint Laurent, Valentino, Gianni Versace, Fausto Sarli, Lancetti, Ginvenchy, Ungaro, Pierre Cardin. Reperti con cui Gatta è in grado di creare abiti originali e freschi, con un gusto retrò, ma orientati al futuro.
E proprio mentre studiava le stampe di un vecchio archivio privato, è nata l’idea della collezione SS2015. Fra i moltissimi disegni del Settecento ritrovati, la designer è rimasta affascinata da un campione di organza datato 1770, con impresso un giglio astratto color ocra; un tessuto francese, la cui data impressa corrispondeva all’anno in cui Marie Antoinette sposò l’erede al trono di Francia. “Ho pensato fosse un segno che dovevo seguire, ho iniziato a leggere e a documentarmi”, spiega Caterina. “Gran parte dei tessuti mi riportavano alla memoria i tempi dell’ancien régime, quel gusto delicato dei disegni e dei colori, unito a forme imponenti per abiti vibranti e preziosi. Lei, Marie Antoinette, doveva essere per forza la musa della mia prima collezione ready to wear”.
Un lavoro appassionante, che ha portato la stilista a realizzare una collezione moderna, capace di far rivivere il secolo delle parrucche e delle crinoline, del rococò e della sensualità, con i suoi abiti sontuosi riletti in chiave attuale. Ed ecco gli abbinamenti spiazzanti, come quelli tra le cappe imponenti e i modernissimi short; o i giochi di trasparenze che incontrano piume simili a frange, per un effetto stravagante. Tra i protagonisti non poteva mancare il colore preferito di Marie Antoinette, il grigio argento, utilizzato come base per la fantasia a fiori buddleja; mentre la stampa con il giglio di Francia regna su short, cappe e pantaloni total white, diventando quasi un motivo optical.
Linee semplici ed essenziali per gli abiti lunghi, ornati da motivi a stelle, fiori e decori geometrici, tutti ispirati alla reggia di Versailles. Ma del Settecento la stilista non ha ripreso soltanto i motivi decorativi, ma anche la materia dei tessuti, come il moiré, detto watered silk, famosissimo in quell’epoca e rivisitato qui con stampe a fiori immaginari, nelle tinte del viola e dell’arancio.
Una collezione giovane, coloratissima, raffinata, che conferma l’eccezionale capacità di Caterina Gatta di sperimentare, ripescando memorie passate e spunti preziosi di secoli fa.
Chiara Piperni
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