IL CASO FERRÈ
Fino al 1° aprile, nella suggestiva Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano, era allestita la mostra La camicia secondo me, dedicata al grande maestro Gianfranco Ferrè, un nome che ha lasciato un segno nella storia della moda e non solo italiana.
Il fatto curioso è che la mostra arrivava dal Museo del Tessuto di Prato, dove nel gennaio 2014 si erano già esposti in modo emozionante i modelli iconici realizzati da Ferré e conservati nella Fondazione diretta dall’instancabile e carismatica Rita Airaghi. Dopo lunghe polemiche e superati mille ostacoli politico-burocratici, Milano ha potuto rendere omaggio al lavoro di un maestro il cui brand è stato annichilito da una pessima gestione finanziaria.
Grazie alla Fondazione e ai moderni sistemi di archivio, il lavoro di Ferré è salvo per fortuna, ma questo deve farci riflettere su quanto poco l’Italia sappia conservare e promuovere i propri talenti.
IL MODELLO PARIGI
Se guardiamo il calendario delle mostre di moda all’estero, possiamo capire quanto siamo in ritardo su questi temi. A Parigi, al Grand Palais, fino al 3 agosto è allestita la mostra itinerante dedicata all’estro e al talento artistico dell’ex enfant terrible Jean Paul Gaultier. Un progetto che ha fatto il giro del mondo, partendo da Montréal, Dallas, San Francisco, Madrid, Rotterdam, Stoccolma (ne abbiamo parlato qui e qui), New York, Londra (l’abbiamo recensita qui) per arrivare anche in Australia. Grazie a questa operazione, il grande pubblico si è avvicinato alle incredibili creazioni couture di Gaultier. Ad arricchire l’esposizione, anche il talento di numerosi artisti, tra cui la compagnia teatrale avanguardista UBU diretta da Denis Marleau e Stéphanie Jasmin, la quale ha animato i manichini con strumenti hi-tech innovativi e sorprendenti.
Sempre a Parigi, il Palais Galliera (fino al 23 agosto) in collaborazione con Alber Elbaz, direttore artistico della Maison Lanvin, celebra la più antica casa di moda francese ancora in attività con una mostra dedicata alla celebre modista Jeanne Lanvin (1867-1946), per ripercorrerne la storia con oltre cento modelli in esposizione provenienti dalla collezione privata del museo e dall’archivio della maison.
Ancora a Parigi, il 92enne stilista italo-francese Pierre Cardin ha aperto con una verve non comune il suo museo, dove sono esposti oltre duecento abiti tra le sue creazioni più rappresentative di haute-couture (dalla prima collezione del 1953 fino al mitico bubble dress), oltre a mobili, cappelli, scarpe e gioielli.
… INTANTO A LONDRA
E se a Londra, al Victoria & Albert Museum, fino al 19 luglio è allestita la mostra Savage Beauty di Alexander McQueen (qui trovate la cronaca), forse è davvero giunto il tempo di capire come valorizzare le nostre risorse creative, portandole più spesso in mostra non solo in Italia, ma anche in giro per il mondo.
Federico Poletti
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #24
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