LA REGINA GIPSY
Quante volte ho pensato di dedicarle un pezzo, di descrivere quello che Marta era e rappresentava, ma non è semplice delineare i contorni di una figura così speciale. Io giovane studente trasferito a Roma rimasi folgorato dal suo incredibile mondo da Le Mille e Una Notte. La mia prima casa romana era un monolocale sul lungotevere dove al primo piano c’era il grande appartamento di Marta, che per me così giovane era un mondo meraviglioso e inaccessibile. Dalla porta si entrava in un corridoio, pieno di fiori giganteschi in seta in enormi vasi, attraverso cui si passava per accedere ai suoi mitici salotti con soffitti rivestiti di pezzi irregolari di specchio, enormi lampadari marocchini, divani come giganteschi letti, contrasti di smeraldo e viola o oro e rosso, ma anche antichi sommier cinesi in lacca pieni di cuscini e lampadari fatti di vere perle e coralli, insomma l’incredibile mix che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Questa grande scenografia neo-orientalista era il teatro in cui lei si muoveva e dove uno stuolo di amici, servitori, cortigiani erano in un inarrestabile movimento per preparare scenografie di cene e feste nel continuo arrivo di ospiti da tutto il mondo, ma, soprattutto, tutti in attesa del ritorno della “Contessa” dai vari viaggi. Quando tutto era pronto per ricevere, dalla camera da letto usciva lei, meravigliosa, scalza e nei suoi svolazzanti caftani. Perché Marta, con la sua spontaneità e spirito avventuriero da gipsy, è stata per decenni il simbolo della mondanità e del jet set italiano, bastava solo nominarla per evocare un mondo dorato e inaccessibile ai comuni mortali, fatto di feste, moda, Costa Smeralda, gioielli e divertimento.
ICONA CONTEMPORANEA
Ma perché piace così tanto? I social network sono intasati delle sue immagini e ricordi. Perché è una vera e propria icona pop, una favola contemporanea che ha fatto sognare tutti. Ed è stato questo il suo segreto, la sua umanità, il suo non negarsi a nessuno ed essere per tutti, senza la paura di essere giudicata nell’essere vistosamente eccessiva, nel far vedere quello si era conquistata. Marta frequentava tutti, dai personaggi televisivi ai suoi amici storici come Moravia, Arbasino, Guttuso, e tutti quelli che sono passati da casa sua, per citarne alcuni Evtushenko, Picasso, Papa Roncalli, Robert Kennedy, il Presidente Pertini, Andy Warhol. “Ho conosciuto tutto il mondo”, diceva spesso. Ed era proprio così, perché Marta non aveva un ruolo definito, ma è stata una di quelle figure fondamentali che fanno da connettore sociale, che creano movimenti e avanguardie. Un’energia vitale generatrice di un network elettrico di relazioni e conoscenze che possono fare la fortuna di qualcuno, e Marta ha fatto la fortuna di molti. Ha dimostrato che si può sempre reinventarsi ed essere delle icone di stile anche dopo i 70 e gli 80 anni, molto prima della americana Iris Apfel. Lei il suo stile se l’era inventato, elaborando influenze e atmosfere etniche e gipsy degli Anni Settanta in un guardaroba da nomade contemporanea che raccoglie da viaggi e dalle mode tutto quello che le piace, per indossarlo in libertà, mettendo insieme elementi poverissimi a ricchissimi in un caos creativo che funziona. Abiti tribali afgani portati con grandi croci di smeraldi e diamanti, antichi sari indiani rivestiti di zibellini per farne cappotti da zarina, gioielli d’artista abbinati a velluti di Fortuny, ma anche kimono, ricami di rose balcanici e stampe animalier.
IL LEGAME CON LA MODA
Il suo rapporto con la moda è stato un lungo amore fatto di amicizie e scambi continui di creatività e ispirazioni, soprattutto con Roberto Cavalli, che a lei deve molto, ma anche con Gianfranco Ferrè, Krizia, Raffaella Curiel, Giambattista Valli, Valentino e tanti altri. Tanti dei suoi caftani li disegnava lei stessa, ma tanti erano fatti appositamente per lei dai suoi amici stilisti. E, sempre nella sua capacità di reinventarsi, era stata premonitrice nel firmare una collezione a suo nome per i grandi magazzini con la famosa etichetta “Marta da legare”, operazione che ora molti grandi della moda fanno regolarmente. Riusciva a essere contemporanea sempre e per questo sembrava immortale, come tanti tra amici e conoscenti hanno dichiarato nei messaggi di ricordo. Musa, stilista, icona generosa e solare, ma anche forte e irruente come ogni regina che riesce a mantenere il suo potere per così tanti anni. Vivrà sempre nelle tele e nei disegni innamorati di Renato Guttuso, negli occhi dei suoi bellissimi nipoti e nei nostri ricordi. Il suo ultimo regalo, uscito da appena un mese, è la sua biografia Smeraldi a Colazione.
Alessio de’ Navasques
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