È veramente ammirevole la capacità di Gabriele Monti che, con un libro di meno di cento pagine di testo, completato da un atlante iconografico, riesce a descrivere la storia della professione della modella italiana in modo tanto scientifico.
In posa, edito da Marsilio, si legge in un giorno pur essendo pieno di indispensabili note e riferimenti, e rappresenta una operazione matura su un argomento apparentemente futile, gestita con disinvoltura senza tralasciare approfondimenti storici e culturali.
È uno di quei libri su cui si mettono i segni, poiché i dati sono tanti e importanti per quella rilettura della moda italiana che passa anche attraverso il fenomeno delle modelle: capire la nascita e l’evoluzione di una professione dagli Anni Cinquanta a oggi permette di entrare nelle dinamiche, meno evidenti ma determinanti, del sistema moda italiano.
Grazie all’analisi di alcuni momenti fondamentali suddivisi in tre periodi, si capisce come si sia affermata l’identità del made in Italy anche grazie all’estetica e alla bellezza delle nostre modelle. Come quando negli Anni Sessanta Diane Vreeland vuole modelle con personalità e non figure astratte e cerca quella nuova bellezza a cui corrispondono perfettamente le italiane Benedetta Barzini o Marina Schiano, volti irregolari ma mediterranei, protagoniste di una trasformazione in personaggi pubblici e celebrity.
DEFINIZIONI E PASSERELLE
Con la caratteristica che contraddistingue il lavoro del gruppo, di Maria Luisa Frisa e Mario Lupano, cui Gabriele Monti appartiene in maniera strutturale, il testo prende le mosse da una analisi filologica sul termine “modella”, che sta dopo “manichino” (da cui mannequin), sul quale si elabora il modello, il prototipo. La modella assume così, nella sua teoria, subito la funzione di rappresentazione di un modello che non è solo l’abito ma un vero e proprio modo di essere. Un approccio a cui siamo grati da tempo sia per le pubblicazioni che per le mostre a cui Monti ha collaborato, come Bellissima: una analisi colta e approfondita che ha determinato il riposizionamento culturale del fenomeno moda italiano nel Belpaese e all’estero.
Segue così un percorso storico e sociale interessantissimo, dalle ragazze che studiavano nel 1940 alla prima Scuola da Indossatrici e sfilavano alle manifestazione dell’Ente Nazionale della Moda, ai successi delle italiane in America negli Anni Cinquanta, “così diverse dalle modelle americane”.
NON SOLO MODELLE
Questo approccio fa capire ancora meglio il valore del nostro giornalismo di quegli anni, con Irene Brin, Rome Editor di Harper’s Bazar nel 1953 o con Emilia Kuster Rosselli, fondatrice di Novità nel 1955, la testata che poi nel 1965 prende il nome di Vogue e Novità per poi diventare definitivamente Vogue Italia. Fondamentali anche le storie dei fotografi e del loro rapporto con le modelle, da Mirella Petteni a Benedetta Barzini, da Simonetta Gianfelici ad Alberta Tiburzi fino a Bianca Balti, ma anche con gli stilisti come il legame fra Maria Carla Boscono e Riccardo Tisci, complici come due amici. Il volume di Monti descrive l’evoluzione di una musa e di un’interprete, capace di ispirare e raccontare, un corpo su cui lavorare più che con una attrice perché la modella non parla ma sta “in posa”.
Clara Tosi Pamphili
Gabriele Monti – In posa
Marsilio Editori, Venezia 2016
Pagg. 192, € 25
ISBN 9788831726504
www.marsilioeditori.it
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