Lo spettacolo della moda alla Milano Fashion Week: le immagini delle sfilate Gucci e Moncler
Stupisce come sempre Alessandro Michele che porta gli spettatori nel backstage del grande spettacolo della moda, svelando i dietro le quinte di una sfilata. 8 creativi per Moncler: spicca tra tutti Craig Green per Moncler Genius.
Il grande spettacolo della Moda riconferma a Milano il proprio potere mediatico, con tutti i suoi elementi: la messa in scena, l’immortalità della visione artistica che sa generare il circo, il cinema, il viaggio in altri mondi, insomma ciò che qualcuno ancora chiama sfilata. Tutto questo è la Milano Fashion Week.Così, fra alcuni seri e ostinati nostalgici della passerella così come è sempre stata, lasciano il segno i transvolatori oceanici, coloro che creano narrazioni innovative e inaspettate.
GUCCI E MONCLER
I due brand che oggi generano le aspettative maggiori tra critica e media sono Gucci e Moncler. Gli stili sono diversi: Gucci parla per voce sola di Alessandro Michele e Moncler attraverso JW Anderson, 1952, Grenoble, Simone Rocha, Craig Green, 1017 ALYX 9SM, Hiroshi Fujiwara, Richard Quinn. Vanno in scena lo stesso giorno e riempiono i social di immagini surreali e talmente visionarie da mettere in una posizione diversa gli abiti, dando loro un ruolo: sono i giusti costumi dello spettacolo che per quei brand è la vita di oggi. Gucci continua l’impennata virtuosa e ispirata della recentissima sfilata per l’uomo. La direzione è la stessa ma qui la forza del ricordo infantile si riempie di contenuto e raggiunge lo scopo etico della bellezza del lavoro che sta dietro lo spettacolo; su tutto la benedizione di Federico Fellini le cui parole aprono e chiudono la “sfilata”. Alessandro Michele ogni volta è capace di generare sorpresa, usando quello spazio magico che sta nell’attimo prima che tutto inizi. Qui addirittura ci fa entrare nel backstage e ci rende partecipi di trucco e pettinature; in quel caos sacro che c’è “nel prima”, che Michele vive “come preludio ad una nascita, all’attraversamento della porta sacra”.
Il suo è un percorso circolare che non conosce più inizio e fine ma solo la contemplazione del miracolo del fare, in un clima che sprigiona serenità (o almeno così sembra). Michele dichiara di non voler smettere mai di fare Moda, perché lo fa da 25 anni e ora sa esattamente cosa vuole dire. E non ci sono dubbi, tra le parole di Fellini che segnano l’alzata di un sipario rivelatore, il suono crescente del Bolero di Ravel che accompagna i vestiresti e le modelle e i modelli, celati da un filtro che aumenta l’effetto onirico. Tutto è su una grande pedana rotante che ci fa vedere tutti, alla fine anche l’intero staff di Gucci in tuta grigia.
E GLI ABITI?
Su questo palcoscenico spiccano gli abiti intesi come collage artistico-emotivi dove colli seicenteschi, cappottini e calzettine, ricami su velluti e seta creano cose inedite ma che abbiamo sempre avuto (nelle foto di famiglia, in un film visto, nei nostri libri). L’esecuzione di Moncler è concepita in atti, ambienti, scene, racconti su come un capo così complesso (come solo un piumino può essere), può diventare protagonista di tante storie differenti. Come direbbe qualcuno “è tutto un altro film” rispetto a Gucci. Alla dimensione senza tempo di Alessandro Michele risponde la collocazione precisa di un futuro tecnologico scientifico, che studia la forma per avere garanzie fisiche insieme a quelle artistiche. Tra gli otto interpreti creativi è Craig Green il vero contraltare. Lavorando soltanto con il rip-stop di nylon, tessuto leggerissimo ma estremamente resistente, Green si è focalizzato sui concetti di trasparenza, sicurezza e protezione, realizzando forme insolite e funzionali. Alla sua terza edizione, Moncler Genius continua ad evolversi esplorando nuovi orizzonti, nuove categorie e nuovi approcci alla comunicazione per dare voce alla creatività delle persone. I tempi cambiano e Moncler Genius cambia con loro. È un progetto dinamico fatto di sperimentazione che va oltre i confini delle convenzioni. Nel DNA di Moncler Genius c’è la trasformazione e con essa la decodifica dei comportamenti, delle aspettative e dei gusti.
–Clara Tosi Pamphili
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