Miuccia Prada e Raf Simons insieme: sembra la trama di un film sulla moda, lo vedremo a Milano nella Fashion week del prossimo settembre. L’annuncio, dato in questi giorni quando ancora l’ansia da Coronvirus non aveva generato panorami apocalittici, è stato come un getto di nuova linfa su un terreno che sembrava oramai poco sorprendente. Lavoreranno insieme per Prada in tutti gli aspetti che sappiamo essere tanti. Prada è un brand padrone di se stesso, è una holding italiana che ha legato il proprio nome ad operazioni eclettiche sempre di altissimo livello – dallo sport, con Luna Rossa, all’arte, fino alla moda come contenitore concettuale di una filosofia -.
LA STORIA DEL BRAND PRADA
È la storia di un patrimonio di famiglia iniziato nel 1913 dai Fratelli Prada con un negozio di accessori da viaggio e di lusso in pelle nella Milano che, dalla Galleria Vittorio Emanule II, forniva tutta l’alta aristocrazia europea. Miuccia è la nipote ed entra in azienda nel 1971 diventandone proprietaria nel 1978. L’identità del marchio che conosciamo oggi si definisce quando viene siglato un accordo con colui che poi diventerà suo marito, Patrizio Bertelli, proprietario della società IPI (I pellettieri d’Italia). L’abilità creativa di Miuccia si fonde con quella economico-gestionale di Bertelli e genera borse e accessori innovativi con altrettanto innovative campagne pubblicitarie. Nel 1988 la prima sfilata, nel 1993 creano Miu Miu per capi femminili più sperimentali e, nello stesso anno, la prima collezione di Prada Uomo. Compiono anche acquisizioni importanti di altri brand storici con caratteristiche affini, come l’azienda inglese Church’s. Un regno degno di una regina illuminata che ha da sempre dichiarato la propria visione senza mai un cedimento di livello, lontana da cliché e compromessi. Ogni impresa ha avuto interlocutori e occasioni straordinarie – pensiamo allo sport con Luna Rossa, la barca a vela che partecipò all’America’s cup, al food con l’acquisizione del marchio storico Marchesi, all’arte che va dalle visioni architettoniche di Rem Koolhaas a quelle cinematografiche di Wes Anderson passando per l’immagine iconica della scultura/negozio “Prada Marfa” del duo di artisti Elmgreen & Dragset.
A Prada si deve l’esistenza della Fondazione omonima, un progetto che nasce nel 1993, con una configurazione integrata che lega edifici preesistenti e nuove costruzioni. Un luogo dove il pubblico condivide le mostre di altissimo livello, grazie alla collaborazione con Germano Celant, ma anche la vivibilità di uno spazio che si pone in duplice dialogo, di seria esposizione e di piacevole accoglienza, come nel Bar Luce ideato da Wes Anderson. La Fondazione dal 2011 ha anche una sede a Venezia nel settecentesco Palazzo Cà Corner della Regina, sul Canal Grande.
PERCHÉ SIMONS
Quindi il nome di Raf Simons non è semplicemente quello di un designer che inizia a collaborare con un brand di moda, è il nome che si aggiunge a quelli di Rem Koolhaas, Wes Anderson, Germano Celant, tutte figure con le quali la grande mente di Miuccia Prada condivide progetti. Ci sono molte affinità fra le menti di Miuccia Prada e Raf Simons, prima tra tutte l’approccio architettonico con la moda, la costruzione di una collezione come espressione di design artistica e culturale. Si erano già incontrati nel 2005 quando gli venne affidata la direzione creativa del marchio Jill Sander, in quel momento di proprietà del gruppo Prada. Qui Simons mise a punto uno stile femminile così chic e lineare adatto anche per Tilda Swinton nel film “Io sono l’amore”. Nonostante il curriculum del designer segni, prima di ora, la direzione creativa di Dior dal 2012 al 2015 poi nel 2017 Calvin Klein con cui rimane un anno, la sua formazione è da autodidatta. La sua forza creativa viene soprattutto dal luogo di origine che, dopo la laurea in Industrial Design nel 1991, lo ha fatto vivere accanto ad artisti e alla fidanzata di allora Veronique Branquinho, al caffè di Anversa Witzli-Poetzlj. Disegna mobili per lo studio di Van Beirendonck che lo porta alla settimana della moda di Parigi dove vide, per la prima volta, una sfilata di moda: quella tutta bianca di Martin Margiela del 1991, che lo illumina spingendolo verso la strada della moda.
LE COLLABORAZIONI CON GLI ARTISTI
Come Miuccia Prada anche Simons si esprime attraverso le collaborazioni artistiche, non a caso è collezionista (sue opere di Cindy Sherman, Sterling Ruby, Mike Kelley o Ewan Hollowey). Ha curato mostre, ha insegnato moda all’Università di Arti Applicate di Vienna ed è stato redattore ospite di ID Magazine n.206. Ci sono tutte le carte in regola per iniziare una collaborazione che da fiducia e sicurezza a chi guarda ancora a questo mondo come generatore di cultura oltre che di mercato. Non c’è un banale scambio generazionale, come nei diffusi fallimenti di rilettura dei brand storici, c’è la condivisione di un intento di riprogettare insieme la moda: la forza intellettuale della donna che ha cambiato il gusto del mondo, anche con impegno politico, con un grande designer figlio di un guardiano notturno e di una donna delle pulizie nato nel 1968.
- Clara Tosi Pamphili
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati