Gilberto Calzolari è ritenuto una promessa di grande rilievo emersa tra i nuovi protagonisti del fashion Made in Italy. Ma il vocabolo “promessa” applicato a lui è davvero riduttivo. Perché se è vero che ha sfilato per la prima volta alla Fashion week milanese lo scorso 19 febbraio il suo curriculum è impressionante: senior designer per la Giorgio Armani dal 2005 al 2015, in precedenza da Miu Miu, e ancora prima da Valentino e da Marni… In ogni caso un segnale eclatante del suo modo di procedere lo fornisce il titolo del suo ultimo show, “Tilt fashion”(La moda in tilt). Un claim quanto mai profetico visto quanto accaduto solo 20 giorni dopo in tutto il mondo.
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CHI È CALZOLARI
Calzolari appartiene al manipolo dei designer progressisti (pochissimi in Italia) che hanno fatto della sostenibilità non un giochetto di marketing da abbandonare alla stagione successiva, ma il perno del proprio lavoro e di una riflessione onesta su ciò che avverrà nel prossimo futuro. Straordinariamente interessante la sua apertura verso il futuro della Moda. Un sistema a ripensare radicalmente a partire dall’approvvigionamento dei materiali sino ad arrivare alla distribuzione e alle sue logiche stagionali e infra-stagionali.“Inequivocabilmente il futuro della moda sta nella sostenibilità. La produzione moda non può più continuare a inquinare come accadeva in passato. Questo non significa rinunciare alla bellezza. Per essere sostenibili occorre essere ancora più innovativi e creativi rispetto al passato” racconta Calzolari nella sua prolusione.Calzolari parla di sé, di utilizzo di nuovi materiali di sperimentazione e recycling, ma contemporaneamente mette in discussione l’intero impianto del sistema moda attuale.
LA MODA E LA CRISI
“Questa crisi ci obbliga a ripensare all’intera filiera produttiva. Le logiche del fast fashion non sono più accettabili. Penso al contrario di dovrebbe pensare un solo collezione all’anno. Lo indica lo stesso cambiamento climatico in corso”. Lo fa con modi pacati ma con un pensiero radicale dimostrando un savoir faire che va davvero molto al di là di quello che si aspetterebbe da una “promessa”. E in fondo fa sperare: questo choc potrebbe essere alla ripartenza un grande opportunità. Nel caso del fashion l’accelerazione di un processo di rinnovamento da tempo in discussione e, seppure – tra mille resistenze – necessariamente già avviato.
–Aldo Premoli
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