Luciano Galimberti milanese 61 anni, è il Presidente dell’Adi. L’Associazione per il Design Industriale è nata per promuovere un approccio al design inteso come interfaccia consapevole tra la domanda individuale o collettiva e l’offerta dei produttori, per dare insomma anche valore sociale e culturale a beni e ai servizi distribuiti sul mercato. Nel 2011 Adi ha siglato la convenzione con il Comune di Milano per la creazione di una Esposizione Permanente della Collezione Compasso d’Oro da realizzare presso il fabbricato ex Enel, in Via Bramante a Milano. Il Compasso d’Oro di Adiè certamente uno dei più ambiti premi che esistano in questo settore: in 70 anni solo 350 prodotti segnalati da una giuria di 150 esperti.
Ascolta “Luciano Galimberti – La moda ai tempi del coronavirus a cura di Aldo Premoli” su Spreaker.
L’ADI DESIGN MUSEUM
Lo scorso 3 febbraio è stata presentata alla stampa e alla cittadinanza la nuova location del museo, data di apertura prevista aprile, a cavallo del Salone del Mobile. Causa Coronavirus poi tutto salta: nuova possibile data è ora sperabilmente metà giugno. Un Museo del genere Milano lo aspetta – come quello della Moda che ormai pare certo non si farà mai – da almeno 20 anni. Il Museo, che vuole rivolgersi a un pubblico generalista, comprenderà oltre alla collezione permanente, aree destinate tanto alla ristorazione che a mostre di approfondimento o eventi da mettere in relazione come è accaduto nel caso di due sfilate di moda – quelle di Jil Sander e Missoni – già ospitate a cantiere ancora aperto.
LA STORIA DEL COMPASSO D’ORO
Per attrito o contiguità il design si è sempre confrontato con la moda e anche questa volta negli intenti dei curatori Adi appare chiara la volontà di misurarsi con questa come con altre discipline contigue. Il che ha particolarmente senso specialmente a Milano che a partire dagli anni Ottanta dello scorso secolo ha visto Moda e Design intrecciati in mille modi diversi. Con frequenti e più o meno fortunate reciproche invasioni di campo. ”Sarti” o “stilisti” del resto si sono spesso fregiati del titolo di “designer di moda”, mentre architetti e designer in senso proprio si sono più che comodamente infilati nel comporto del tessile abbigliamento. Il Presidente di Adi alla fine della sua prolusione propone un’idea alta della funzione che il design può avere nel contesto sociale in cui opera. Proprio quello di cui anche la Moda ha bisogno di considerare, certo con più attenzione di quel che è accaduto sin ad ora: e mai momento pare sia stato più propizio di questo assai difficile che stiamo attraversando.
–Aldo Premoli
Ascolta il podcast su Spreaker
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati