Nati sul finire degli Anni Settanta come biografie “leggere” di protagonisti di un settore “poco importante”, sono poi cresciuti come un fenomeno editoriale a sé. A dismisura, non solo per la frequenza delle pubblicazioni ma pure per formati, peso, rilegature preziose, stampe a 4 ,5, 7 colori senza lesinare oro e argento. Le parti scritte si sono trasformate in un accompagnamento a immagini di famosi fashion photographer. Negli Anni Ottanta troneggiavano negli show room degli stilisti, erano divenuti oggetti d’arredo per gli architetti, che immancabilmente li sistemavano sui tavolini da salotto ed erano prede ambite per i più appassionati modaioli. Poi si sono fatti meno attraenti (siamo già nella seconda metà degli Anni Novanta) e, con l’arrivo pervasivo del digitale, è sembrato dovessero essere ormai destinati all’estinzione. E invece proprio la pandemia, con l’esplosione del multichannnel, li sta riportando in qualche modo in vita. Tutto in digitale nel fashion messo a dura prova dagli ultimi 15 mesi, ma il cartaceo resiste: se non si presenta più come esibizione di sfarzo ha ricominciato a essere uno ‒ certo non il preponderante ‒ dei mezzi per rimanere in contatto con il pubblico. Stiamo parlando dei libri di moda e qui ve ne presentiamo cinque.
‒ Aldo Premoli
UN VALENTINO DA COLLEZIONE
Se qualcuno pensa che la moda sia un luogo frequentato solo da personaggi “sofisticati”, si sbaglia. Ma in questo caso siamo di fronte a un volume tra i più sofisticati usciti in questo 2021. Formato quadrato di 29×29 cm, copertina telata grigia in brossura con stampa fotografica a colori incollata al centro. Carta patinata opaca da 150 grammi per supportare un centinaio di immagini (tanto a colori che in b/n). Queste ultime scattate da L.J. Artur durante la presentazione della collezione uomo/donna primavera estate 2021 tenutasi presso la Fonderia Macchi a Milano. Niente a che vedere con i soliti scatti da passerella. Qui il fotografo si fa interprete del lavoro del designer Pier Paolo Piccoli. Che, come se non bastasse, ha chiamato a commentare queste immagini la scrittrice Bernardine Evaristo, Booker Prize 2019 con Girl, Woman, Other. Si tratta di una paginetta introduttiva e di alcune citazioni ispirate che spuntano a sorpresa qua e là tra le immagini. Siamo di fronte a uno strumento di comunicazione costruito da un marchio di prima fila come Valentino, ma pure a un oggetto da collezione.
Liz Johnson Artur & Bernardine Evaristo – Valentino. Collezione Milano
Rizzoli, Milano 2021
Pagg. 168, € 80
ISBN 9788891832757
www.mondadori.it
LA STORIA DI EMILIO PUCCI
Nemmeno una foto in questo volume di 350 pagine se non quella di profilo in copertina. Un bianco e nero che fa da contrasto al lettering colorato con la più classica delle fantasie di Emilio Pucci, uno di quelli che la moda non è riuscita ancora oggi a superare. Marchese di Barsento, pilota di aviazione già giovane Balilla, poi amante di Edda Ciano, figlia del duce e moglie di quel Galeazzo che tramò per la destituzione di Mussolini. L’autore di questa biografia introduce il personaggio a partire dalle torture inflittegli dalla Gestapo, che misteriosamente lo fa poi espatriare in Svizzera. Proprio questo sarebbe stato il crinale che separa la giovinezza del viziatissimo marchese dalla seguente carriera che nel dopoguerra lo consacra come protagonista internazionale di una moda insieme lussuosa e “sportiva”. Nel 1947, durante una vacanza a Zermatt, la fotografa di Harper’s Bazaar nota la tenuta sciistica in inusuali colori fluo creata proprio da lui. Arriva un articolo sulla nota rivista e da quel momento gli arride il successo trainato dai buyer USA. Sono gli anni in cui Dior, Balenciaga e Schiaparelli trionfano a Parigi. Ma lui guarda in tutt’altra direzione: dopo Zermatt e St. Moritz comincia a frequentare Capri, e lì i colori e l’attitudine che ispira la vita sull’isola sono davvero un’altra cosa.
Enrico Mannucci – Emilio Pucci, lo stilista aviatore. Avventure illusioni, successi del pioniere della moda italiana
Diarkos, Santarcangelo di Romagna 2021
Pagg. 350, € 19
ISBN 9788836161027
https://diarkos.it/
NATY ABASCAL, DA MUSA A SOCIALITE
Si chiamarono (il passato remoto è d’obbligo) “muse” sino a tutti gli Anni Ottanta, Poi ribattezzate “socialite”, mentre ora sono tutte “influencer”. Natividad Abascal y Romero-Toro (Siviglia, 1943) ricade nella prima e più tardi pure nella seconda categoria. Della modella poi divenuta duchessa in quanto sposa di Rafael Medina y Fernandez de Cordoba viene ora presentata la parte più eclatante del guardaroba. Poche le immagini glamour, ma l’impostazione è da catalogo. Infatti nel 2019 il suo guardaroba personale è stato esposto al Museo Jumex di Città del Messico in una mostra conclusasi nel gennaio 2020. Le date in questo caso sono tutt’altro che trascurabili. Il volume in questione passa in rassegna molti dei capi haute couture della sua collezione, alcuni unici, confezionati solo per lei e sulla sua figura. A farle da chaperon nel volume ci sono nomi di tutto rispetto. Star assolute proprio di quel periodo storico: da Valentino Garavani a Christian Lacroix, a Suzy Menkes. Si tratta di un acquisto perfetto per chi è interessato alla storia dell’alt moda dello scorso secolo.
Naty Abascal: The Eternal Muse Inspiring Fashion Designers
Rizzoli, New York 2021
Pagg. 192, $ 50
ISBN 9788891830319
www.rizzoliusa.com
EVA RICCOBONO MODELLA E MAMMA
A un certo punto (a cavallo tra gli Anni Ottanta e Novanta) sono diventate di colpo tutte intelligentissime. Non più solo manichini viventi su cui caricare questo o quel vestito. La “mannequin” in quel momento viene dipinta ai media come la nuova icona femminile, surclassando addirittura l’attrice cinematografica e diventata top: appunto top model. Ovvio che tra loro ‒ come in qualsiasi categoria umana ‒ di brillanti e intelligenti ce ne siano state: qualcuna ha addirittura sposato capi di stato adeguandosi perfettamente al ruolo di First lady. Eva Riccobono (Palermo, 1983) magari non ha sposato Sarkò, ma senza dubbio si è distinta per essere dotata di una personalità fuori dal comune. Ora arriva questo libro in cui si sottolinea quanto abbia affrontato gravidanza e maternità come tutte le altre donne. Si tratta dunque di un’autobiografia illustrata, dove le immagini “private” sono scattate dal marito Matteo Ceccarini. Di fronte a lui, nuda o vestita, Eva, con pancione da nove mesi o a fianco della culla, in compagnia del bebè o del marito, non smette mai di sentirsi bellissima. Perché per fare questo lavoro occorre davvero una carica di narcisismo che in pochi sanno possedere.
Eva Riccobono – Mammitudine. Non sono nata mamma, lo sono diventata
Rizzoli, Milano 2021
Pagg. 144, € 19,90
ISBN 9788891832252
www.rizzoli.it
LA MODA RADICALE DI VIVIENNE WESTWOOD
Se siete alla ricerca di documentazione su come si fa a diventare un’icona del fashion, questo libro fa per voi. Vivienne Isabel Swire è nata nel 1941 da una famiglia di umilissime origini e a partire dagli Anni Sessanta ha attraversato mezzo secolo di moda depositandovi una traccia che va oltre la sua stessa persona. È ancora una sconosciuta insegnante con (pochi) studi di moda e un poco più consistenti di oreficeria quando inizia a cucire vestiti per il piccolo negozio che apre al 430 di King’s Road a Londra insieme a Malcolm McLaren. Sono loro che letteralmente inventano l’immagine punk che tutti noi oggi conosciamo. Veste i Sex Pistols e vive appieno quel periodo (per molti versi anche devastante), ma quando il punk lascia spazio ad altri vibe musicali lei si afferma comunque grazie a un modo di pensare la moda intimamente brit che però non assomiglia a nessuno. Qui oltre 1300 illustrazioni documentano il suo lavoro a partire dalla prima celebre sfilata Pirates del 1981. Il volume si conclude con queste parole: “Salva il mondo / lascia che la moda trovi la sua strada: acquista solo ciò di cui hai bisogno / Qualità vs Quantità”. Un messaggio radicale che arriva da qualcuno che per tutta la vita è stato radicale.
Alexander Fury (a cura di) ‒ Vivienne Westwood. Sfilate
L’ippocampo, Milano 2021
Pagg. 632, € 49,90
ISBN 9788867226016
www.ippocampoedizioni.it
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