Un evento che stupisce l’elegante mostra dedicata alla storia di Bianca e Blu, un brand raffinato come solo il buon design nordico sa esserlo, e alla sua ideatrice Monica Bolzoni figura creativa che non si può circoscrivere al mondo della moda. Stupisce chi si chiede come mai Roma celebri una raffinata sobrietà tipicamente milanese, uno stile così lontano e intellettuale da sembrare ambito, un incontro che mette quasi soggezione nel suo rigore di scicchissima semplicità. Stupisce per l’efficace dimostrazione di quanto la costruzione di un archivio possa generare operazioni parallele, di studio e esposizione, di dibattito, creato in contesti museali che trovano nuove energie in questi dialoghi.
LA MOSTRA CON MONICA BOLZONI E BIANCA E BLU ALLA GALLERIA NAZIONALE
Poetica del semplice. Moda e design secondo Monica Bolzoni/Bianca e Blu a cura di Anna Di Cesare si sviluppa su due piani di mostra della Galleria Nazionale di Arte Moderna raccontando il lavoro straordinario di Monica Bolzoni attraverso abiti, accessori, foto e disegni. Sono proprio i disegni che hanno generato questo evento, la donazione del suo archivio grafico alla Galleria. Un atto di generosità che va ad arricchire il patrimonio dedicato alle arti applicate della Galleria, un punto di riferimento per molte altre importanti donazioni cartacee. Un atto che stupisce ancora, inorgogliendoci e facendoci interrogare sul perché Roma raccolga una storia così milanese, ma questa posizione di rilievo museale stupisce anche la designer che dichiara, con semplicità poetica, che non avrebbe mai potuto immaginare questa tappa nella sua vita: una vita professionale caratterizzata molto dal fare e dalla capacità progettuale poco dall’apparire. Un modello, un luogo dove la moda era design, frequentato dall’intellighenzia femminile operosa come Miuccia Prada o Maddalena De Padova. In totale contrasto con altri luoghi fashion milanesi dove la moda si confonde con il business della comunicazione, Bianca e Blu nasce e opera sempre come officina creativa, come fabbrica di abiti e accessori basic ma concettuali e sofisticati.
LA STORIA DI MONICA BOLZONI
La storia di Monica inizia nel 1970 con il suo viaggio di formazione nel prêt-à-porter parigino, come responsabile del prodotto e dell’immagine di Franck Olivier. Successivamente, tra il 1975 e il 1980 è fashion coordinator per Fiorucci. Grazie a questa esperienza professionale prima in Italia, quindi a New York e Los Angeles, interagisce con l’avanguardia artistica di Andy Warhol e la Factory, assorbendo le contaminazioni spontanee tra arte e moda. È in quegli anni che matura l’idea di un progetto indipendente di libertà creativa e rigore metodologico. Rientrata nel 1980 in Italia e arricchita dall’esperienza americana, apre a Milano il suo primo negozio Bianca E Blu (BB1), in cui la designer attraverso la progettazione di capi, realizzati da una modelleria interna, persegue un attento studio del rapporto abito/corpo. Da qui acquisisce un’immediata visibilità presso un pubblico internazionale, grazie anche al riconoscimento ottenuto da importanti riviste di moda e attualità. Nel 1984 nasce il secondo spazio, BB2 in cui vengono sviluppati capi di alta sartoria in un’atmosfera di grande fascino. Di grande impatto sul pubblico catalizza la stampa specializzata e l’attenzione di grandi fotografi, tra cui Watson, Barbieri, Newton. Nel 1985 apre La Sartoria, un atelier all’interno di un affascinante palazzo di cui restaura e recupera le atmosfere spazio- temporali di primo Novecento. Gli anni ‘90 rappresentano un nuovo capitolo per la vita artistica di Monica Bolzoni, in cui sviluppa un rapporto sempre più intenso con l’arte, il cinema e il teatro d’avanguardia. Nascono così le collaborazioni con gli artisti dove progetta e sviluppa guardaroba personalizzati che contribuiscono alla messa in scena di numerose performance come quelle per Vanessa Beecroft, poi per Letizia Cariello, Claudia Losi, Cesare Viel e nel teatro con Fanny & Alexander. La storia di uno spazio nato come luogo di sperimentazione e di personalizzazione, dove il piacere, il divertimento e il gioco si mescolano con la ricerca e diventato poi punto di incontro tra arte, moda e design, che oggi diventa un archivio cartaceo e digitale.
– Clara Tosi
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