Sin dal suo debutto, avvenuto a Parigi nel 1850, in piena esplosione del Realismo, l’Haute Couture ha stipulato un forte legame con l’arte, da sempre espressione evolutiva della società. Sull’asse Parigi/Firenze, le due capitali della moda si contendono il primato indiscusso della creatività, che rimarrà in mano ai francesi, sebbene lo sforzo del marchese Giovanni Battista Giorgini ‒ promotore del Made in Italy dal 1951‒ abbia dato slancio all’industria della moda italiana esportandola in tutto il mondo. Sulle passerelle della Haute Couture sfilano abiti letteralmente unici, concepiti per essere indossati da regine, principesse e da celebrities sui red carpet. Capi impreziositi da ricami e lavorazioni speciali che sono realizzati da atelier storici, dove la tradizione del fatto a mano è tramandata a pochi eletti. È il caso di Christian Dior, che affida le sue creazioni ad Atelier Paloma Paris.
I PROTAGONISTI DELLA FASHION WEEK DI PARIGI
Per l’Haute Couture primavera/estate 2022 presentata durante la Fashion Week parigina, Maria Grazia Chiuri, che dell’artigianato fa il suo punto di forza, collabora con gli artisti Madhvi e Manu Parekh realizzando arazzi che decorano la sala del Museo Rodin, dove è stato allestito lo show. Il lavoro ha tenuto impegnata, a lungo tempo, Chanakya, tra le scuole d’artigianato più apprezzate in India. Per realizzare queste installazioni, autentiche opere d’arte, sono stati impiegati 380 artigiani che hanno lavorato per oltre 280mila ore. Nelle collezioni di Chiuri, tutto questo è espressione di un valore aggiunto, dove la tutela dell’artigianato diventa indispensabile per salvaguardare il know how della maison.
Chanel affida la sua Couture all’Atelier Lesage, maison del ricamo, che dal 1924 collabora con i più noti stilisti dell’epoca: Poiret, Paquin ed Elsa Schiaparelli, tanto per citarne alcuni. Virginie Viard, divenuta direttore creativo della griffe in seguito alla morte di Karl Lagerfeld, mantiene viva la tradizione di Chanel, puntando ad arricchire l’iconico tailleur in tweed con ricami di fili e pietre scintillanti. Uno spettacolo totalizzante, quello di Chanel, che in apertura fa sfilare un purosangue domato dalla bellissima Charlotte Casiraghi, ambassador del brand. Il cavallo come simbolo di un legame indissolubile con il passato. Coco, infatti, unita sentimentalmente a Étienne Balsan ‒ un ufficiale di cavalleria ‒, apprezza il mondo dell’equitazione, sviluppando un’adorazione per quell’universo così affascinante quanto elitario. La sua donna è una cavallerizza; bellezza androgina che si veste di fluidità ereditando lo spirito libero di Mademoiselle.
DA GAULTIER A VALENTINO
Glenn Martens, alla guida creativa di Jean Paul Gaultier per la collezione primavera/estate 2022, rimane fedele all’estetica ironica e anticonformista della griffe, che ha scelto di lavorare con stilisti diversi per la sua linea Haute Couture. Spulciando negli archivi, Martens, il fondatore di Y/Project, valorizza i dogmi del marinaio della moda puntando a risaltare i fianchi della donna con volumetrie gentili. Linee curve che accarezzano le forme e disegnano jacquard generosi. Teatralità è la parola chiave per descrivere la collezione: un progetto scenografico che affonda le sue radici negli anni d’oro del marchio, i Novanta. Un tripudio di chiffon che dà leggerezza all’ingegno superlativo di Martens.
Pierpaolo Piccioli, per Valentino, esplora una nuova idea di anatomia femminile titolando la collezione Anatomy of Couture. Il designer si impegna a elaborare un’attenta analisi della bellezza femminile attraverso il tempo. Variano, in quest’ottica, i rituali e i processi della Couture per creare un canone che riflette la ricchezza e diversità del contemporaneo, promuovendo una bellezza senza assoluti. Con questo esercizio lo stilista italiano non idealizza una donna, ma molteplici figure femminili. Le linee hanno una verticalità decisa o un’orizzontalità vaporosa. Nella sua variegata originalità, quindi, la collezione appare armonica sia nei tagli netti delle scollature sia nella vaporosità; per un progetto che nelle varie silhouette indaga la veridicità di ciò che è reale e che rinnega l’astrazione di ciò che esclude. Commenta Pierpaolo Piccioli: “Il corpo femminile è stato il punto di partenza e il punto di arrivo di questa stagione. Ho voluto indagare sulla bellezza dell’umanità, senza nascondere il corpo ma esaltandolo anche a livello di sensualità. Oggi non possono esistere regole di eleganza o preconcetti di stile. Questa collezione è un omaggio alla bellezza indipendentemente dalla silhouette di un corpo. Questa è la couture per me oggi. Questo per me è la bellezza del contemporaneo”.
DA KIM JONES A ZUHAIR MURAD
Kim Jones, per Fendi, realizza una Haute Couture che riscrive la storia dell’Antica Roma proponendola nelle vesti di un glamour esagerato. Nella visione onirica della donna Fendi, Jones elabora una primavera/estate 2022 che esplora i temi della spiritualità e dell’esoterismo in un’alternanza di passato e futuro che si mescolano nell’impianto grafico della linea. La maison romana non rinuncia all’uso della pelliccia, che viene intarsiata e applicata sugli abiti da sera, dallo stile hollywoodiano. La bellezza incarnata dalla capitale italiana diventa manifesto sugli abiti iconografici che rappresentano non solo le effigie dei grandi imperatori ma anche il volto catartico di Cristo. Fendi non perde di vista le sue origini legate alla romanità più profonda, di cui le tradizioni artigianali rappresentano una delle eccellenze. Racconta lo stesso Kim Jones: “Quando cammini per le strade di Roma, ti muovi costantemente avanti e indietro nel tempo. Il luogo in cui lavoriamo sembra molto moderno, ma ci si avvicina ai monumenti lungo la strada. C’è una totale atemporalità nella città: una vena storica che la percorre, ma anche un movimento che si proietta in avanti”. Per questo la collezione è pensata come una passeggiata romana in cui si affacciano i codici storici della città, i suoi marmi statuari e l’estetica ecclesiastica.
Infine Zuhair Murad, stilista libanese emblema del design e glamour mediorientali, porta in passerella l’opulenza dell’Haute Couture con una collezione elaborata nel segno del gotico. Il progetto creativo indaga i mille volti della donna contemporanea, a tratti romantica in altri forte e coraggiosa. Dallo chiffon, dunque, s’innescano nuove dinamiche, dove lo sfarzo degli abiti da sera, decorati da cristalli che irradiano luce, lascia spazio a look scenografici con cascate di catene dorate e gemme colorate che danno il via a un viaggio sensoriale fatto di dinamismo lussureggiante.
‒ Stefania Carpentieri
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