La moda londinese si fa portavoce del nuovo che avanza. Un passo veloce che, con continuità, parla un linguaggio confidenziale alle giovani generazioni. Nella convinzione che le idee valgano più di altro, durante la London Fashion Week è emersa una visione più libera e giocosa della moda dettata, probabilmente, dalla voglia di evadere dai tempi bui della pandemia. Ecco i cinque designer dei quali sentiremo parlare.
‒ Stefania Carpentieri
https://londonfashionweek.co.uk/
MOLLY GODDARD
Ex studentessa del Central Saint Martins College of Art and Design, Molly Goddard fonda il suo marchio nel 2015. La stilista britannica, classe 1988, nel 2016 riceve il premio Emerging Talent ai Fashion Awards ed è selezionata per il Premio LVMH 2017. Nonostante la giovane età, nel maggio 2018 Goddard vince il BFC/Vogue Designer Fashion Fund. Nel racconto estetico della fashion designer prevale una vena femminista, spesso accompagnata da abiti frivoli. Il successo internazionale arriva grazie alla cantante Rihanna che, in più occasioni ufficiali, ha indossato le sue creazioni. Il suo nome è molto conosciuto e apprezzato anche negli Stati Uniti, avendo partecipato al merchandising dell’edizione 2019 del MET Gala, intitolata Camp: Notes on Fashion. La collezione autunno/inverno 2022-23 si ispira a una donna che ha conosciuto nella sua infanzia che la colpì per la sua abilità di mixare capi militari a dettagli femminili come il lipstick rosso e i lunghi capelli biondi cotonati. Collocata immaginariamente a Portobello, la linea abbina abiti in taffettà a giacche military chic; e ancora, maglioni larghi e sneaker da uomo. Al tulle si alternano i maglioni jacquard e lunghe gonne abbinate a calze a rete.
MAXIMILIAN DAVIS
Ha appena 26 anni ma il suo nome si impone con velocità a Londra: Maximilian Davis convince perché abile a tradurre le sue radici nei suoi progetti creativi. Originario di Manchester, infatti, la sua famiglia è nativa di Trinidad e Tobago, isola caraibica famosa per il suo carnevale. Maximilian – nominato di recente nuovo direttore creativo della maison Ferragamo ‒ si ispira alla sartoria Anni Sessanta e Settanta, dettaglio ricorrente anche nella collezione autunno/inverno 2022-23; ritornano gli abiti indossati dalle donne, la domenica mattina, per andare in chiesa. Nei suoi progetti sono ricorrenti le minigonne, le giacche con spalle tonde e, al contrario, blazer a doppio petto con spalle marcate. I suoi sono ricordi di fanciullezza, quando ammirava il padre vestito elegantemente con abito sartoriale e la madre che si faceva cucire i vestiti da un sarto personale.
RICHARD QUINN
Richard Quinn è tra i nomi più altisonanti della nuova generazione di stilisti Made in UK. La sua marcia in più? Quella capacità di trasferire le nozioni haute couture nel ready-to-wear.
La sua etichetta è stata fondata nel 2017 e sin da subito ha dimostrato di essere molto competitiva con i nomi che meglio hanno celebrato i fasti della moda. Tra questi, Christian Dior, da cui trae ispirazione attraverso una rilettura contemporanea del New Look. Diplomatosi al Central Saint Martins, Richard Quinn fa del print la sua firma. Fin da subito, infatti, ha dimostrato interesse per il pois, che propone nelle sue collezioni con regolarità, in diversi colori e dimensioni. Gli Eighties sono una sua ossessione, come dimostra la collezione autunno/inverno 2022-23 che si sviluppa in un lasso di tempo che va dagli Anni Cinquanta (con i cappotti dal taglio monastico) alle spalle segnate e alle maniche a sbuffo, di tendenza negli Anni Ottanta. Si alternano, poi, abiti sensuali in tulle semi trasparente e tute aderenti in lattice. Il romanticismo tradotto dal tripudio di fiori si scontra, infine, con la provocazione BDMS, grazie a un look in lattice indossato dalla drag-queen Violet Chachki che “porta” un uomo al guinzaglio.
MICHAEL HALPERN
Sin dal lancio della sua etichetta, Michael Halpern ha ottenuto un forte successo tanto, che la sua prima collezione è stata venduta su Bergdorf Goodman, MatchesFashion e Browns. Anche Halpern è un ex allievo del prestigioso Central Saint Martins College of Art and Design, a confermare l’egemonia della scuola londinese sulle istituzioni d’oltremanica. La sua creatività è stata notata da Donatella Versace che gli offre un posto nel suo atelier. “Il suo senso del colore è brillante; la sua maestria è incredibile”, ha detto la stilista in un’intervista.
Nato negli Stati Uniti, la sua passione per il design lo porta a studiare alla Parsons School of Design. Nel 2010, prima di trasferirsi a Londra per completare gli studi al Central Saint Martins, lavora come assistente di design per J. Mendel e Oscar de la Renta. La sua più grande fonte di ispirazione è la madre che, assidua frequentatrice dello Studio 54, lo ha abituato a osservare un’estetica forte e provocatrice. In questa atmosfera si realizza la collezione autunno/inverno 2022-23, fatta di abiti in paillettes, che era solita indossare la mamma di Michael. In particolare, questo progetto creativo si ispira al glamour di Madame Satan, svelato nella commedia musicale del 1930 di Cecil B. DeMille. In passerella, dunque, sfilano abiti second skin in seta, da grande sera; sono attillati, con seducenti vedo/non vedo. Si nota, poi, un omaggio ad Azzedine Alaïa con la tuta arricchita da cappuccio, indossata da Grace Jones.
NENSI DOJAKA
È seduttiva la collezione autunno/inverno 2022-23 firmata dalla giovane stilista Nensi Dojaka, vincitrice del Premio LVMH 2021. Originaria dell’Albania, classe 1994, la stilista si diploma al prestigioso Central Saint Martins di Londra. La sua fama è cresciuta grazie alla partecipazione al Fashion East di Lulu Kennedy, nel 2020. Traendo ispirazione dalla serie Flowers di Irving Penn, la fashion designer introduce per la prima volta il piumino e le giacche sartoriali in passerella, accostandoli agli abiti sensuali e leggeri, ispirati alla lingerie, in particolare bralette a petalo. Ben riuscito è l’accostamento di tessuti dalla differente pesantezza come il tulle con il velluto. I pantaloni, aderenti al corpo, si impreziosiscono di delicati cinturini. Alla palette monocromatica, nella quale prevalente è il nero, si aggiunge una nuova tonalità di colore, chiamata Hawthorne Rose.
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