6 designer che si sono distinti alla Milano Fashion Week

La sostenibilità non è stata certo il fiore all’occhiello della Settimana della Moda di Milano appena conclusa, ma non sono mancate le note positive. Ecco alcuni designer che hanno proposte scelte azzeccate

Oltre 200 presentazioni hanno animato la settimana della moda milanese, sullo sfondo della ragnatela di strategie dei gruppi del lusso e dei fondi di private equity che sono ormai da anni il motore della scena fashion. Ma osservare quel che hanno fatto a Milano i big (Prada o Gucci, Armani o Versace, sino a Fendi o Moschino) non basta per cogliere le trasformazioni in atto nel tessile abbigliamento: è piuttosto al lavoro di alcuni esordienti (o quasi-esordienti) che occorre guardare per capire cosa sta accadendo in quello che si delinea come un nuovo passaggio generazionale. Tre stilisti hanno fatto ad esempio il loro debutto ai vertici di brand storici: Marco de Vincenzo da Etro, Filippo Grazioli da Missoni, Maximilian Davis da Ferragamo. Durante questa Fashion Week sono stati presentati migliaia di modelli: come è sempre accaduto per le aziende italiane ‒ ben fatti e costruiti intorno a un design studiato nei minimi particolari. Ma notevole è stata la disattenzione per la sostenibilità e le diversità di forme ed età: la taglia delle modelle, quasi esclusivamente giovanissime, altissime e magrissime è apparsa una proiezione ‒ irreale ma ripetuta all’infinito ‒ dedicata alla fascia più ambita di consumatori: quella ormai imperante della Generazione Z. Non sono però mancati i “casi” davvero interessanti in questa tornata milanese.

GLENN MARTENS PER DIESEL

Il designer belga si è confermato come uno talenti più rilevanti tra quelli emersi in questo secondo decennio del secolo. Martens ha riacceso l’immagine rock-chic del brand di Renzo Rosso, che nel suo OTB Group vanta brand come Marni, Jil Sander, MM6 Maison Margiela e Viktor & Rolf. Nell’impianto sportivo dell’Arena per il suo show erano presenti almeno in tremila, oltre 1600 gli studenti. Una prova di forza comunicata come evento “democratico” ma forse pure sorretta dall’ambizione di Rosso di far esordire al più presto l’intero gruppo in borsa. Martens ha diviso la sua collezione in quattro temi: denim, utility wear, “pop” ed “extravaganza”. Martens è un ottimo couturier. Così il denim, materiale sempre un po’ rigido, qui ha subito, oltre a ogni genere di lavaggi e trattamenti, sorprendenti stratificazioni di tulle, è stato intrecciato con pizzo e organza o impiombato in forme da corsetteria.
Grande anche la quantità di riferimenti a fantasie sessuali: a partire dal gadget inserito negli inviti per arrivare alle sculture (orgiastiche?) poste al centro della pedana, per poi finire con i tagli più o meno provocatori che scoprono parti sensibili del corpo umano. Martens (che disegna anche la sua linea Y/Project) è qui alla sua seconda collezione con Diesel, ma tra le migliaia di persone presenti alla sua sfilata non è sfuggita la presenza di Marco Bizzarri, AD di Gucci, e Remo Ruffini, il patron di Moncler.

Milano Fashion Week 2022. Bottega Veneta

Milano Fashion Week 2022. Bottega Veneta

MATTHIEU BLAZY PER BOTTEGA VENETA

Con questa collezione Bottega Veneta prova ad avvicinarsi allo sportswear. O almeno questo era l’annuncio. Quanto sia importante in realtà l’abbigliamento per un marchio che fa ben oltre la metà del suo fatturato con le costosissime borse intrecciate che lo hanno reso celebre non è dato sapere. In ogni caso il suo attuale designer è stato scelto da Kering (dopo LVMH, il potente gruppo del lusso esistente) anche per questo. Il trentasettenne parigino Matthieu Blazy ha sostituito lo scorso novembre la meteora Daniel Lee e per questa sua presentazione ha dialogato con l’82enne pioniere del design italiano Gaetano Pesce al fine di creare un’installazione site specific che includeva un coloratissimo pavimento in resina colorata e 400 sedie una diversa dall’altra. Massicce dosi di filosofia intorno ai concetti di “diversità” e “inclusività” sono state utilizzate per comunicare questa collaborazione. Ma il grande utilizzo della pelle (qualche cosa pure in pelliccia) resta una cifra assoluta per Bottega Veneta e non solo per gli accessori. Di sforzi per confrontarsi con il problema della sostenibilità non se ne sono visti proprio. Per Bottega Veneta la “pelle” di origine animale è il sinonimo stesso del “lusso” che vuole comunicare ai suoi auspicati facoltosi clienti.

Milano Fashion Week 2022. Ferragamo

Milano Fashion Week 2022. Ferragamo

MAXIMILIAN DAVIS PER FERRAGAMO

La sua nomina è stata annunciata a marzo. Anche Ferragamo è un marchio più noto per i suoi accessori che per l’abbigliamento. Davis, 27 anni, è nato a Manchester in una famiglia proveniente da Trinidad. Sua madre e sua sorella erano modelle, suo padre ha studiato fashion design e la nonna gli ha insegnato a usare la sua macchina da cucire all’età di 6 anni.
Il brief per Davis, arrivato dal CEO Marco Gobbetti, il cui track record di trasformazione include il lavoro con Riccardo Tisci per Givenchy e quello di Phoebe Philo presso Céline, è quello di far accostare una nuova generazione di clienti a una maison sino a oggi piuttosto conservatrice. Davis ama descrivere la sua estetica come “eleganza nera”, costruita con sinuosi capi in pelle o velluto dévoré e abiti da sera trasparenti e cappotti in cashmere. In questa sua prima collezione gli oltre sessanta look (comprendenti una dose sostenuta di modelli maschili) presentati sono apparsi qualche volta come tentativi utili per suscitare la reazione dei buyer e di conseguenza ‒ in un secondo tempo ‒ intraprendere una rotta più precisa. Si è trattato appunto di un debutto. Occorrerà attendere almeno una prova successiva prima di esprimere qualsiasi tipo di giudizio.

Milano Fashion Week 2022. Ghali, Renzo Rosso e Arianna Alessi durante la cerimonia di premiazone tenutasi alla Scala di Milano

Milano Fashion Week 2022. Ghali, Renzo Rosso e Arianna Alessi durante la cerimonia di premiazone tenutasi alla Scala di Milano

SERHAT ISIK E BENJAMIN HUSEBY PER TRUSSARDI

La direzione creativa di questo brand è stata affidata, a partire dalla scorsa stagione, a Isik e Huseby, designer che hanno portato al successo il marchio di sportswear urbano tedesco GmbH. Saranno in grado due designer provenienti dalla sottocultura del clubbing di Berlino di costruire una nuova riconoscibilità per questo marchio storico italiano?
Alla loro seconda collezione Isik e Huseby stanno con evidente fatica adattandosi al ruolo.  Puntando ad esempio sugli aspetti artigianali della lavorazione della pelle con pezzi come il bomber in coccodrillo goffrato o la salopette minigonna in nappa morbidissima. I due designer si sono cimentati anche con il denim, proponendo pezzi scultorei impreziositi da applicazioni di cristalli. Anche qui di sostenibilità, concetto sbandierato ovunque dalfashion negli scorsi mesi (e anni), nemmeno l’ombra.

Milano Fashion Week 2022. Etro

Milano Fashion Week 2022. Etro

MARCO DE VINCENZO PER ETRO

La maison milanese ha ceduto a metà dello scorso 2021 la sua quota di maggioranza al gruppo di private equity L Catterton controllato da LVMH. E Marco De Vincenzo è stato nominato direttore artistico di Etro a fine maggio. Non ha avuto dunque molto tempo per progettare la nuova collezione e mandarla in produzione. Eppure il tutto è apparso assai ben congeniato e perfettamente realizzato, accessori compresi. La fluidità dello stile boho tipico di molte precedenti collezioni di Etro non sembra essere nelle sue corde, ma De Vincenzo ha reinterpretato a suo modo alcuni aspetti più riconoscibili di questo brand (il motivo cachemire per esempio), dimostrando di apprezzare la ricchezza tessile caratteristica di un marchio nato appunto dall’evoluzione di un’azienda di tessuti di lusso.
De Vincenzo ha scelto di mandare in passerella forme facili da leggere, strizzando l’occhio (anche lui come tutti) a un cliente insofferente rispetto a qualsiasi schema di abbinamento imposto o anche solo suggerito da questa o quella maison. Le case di moda, nel tentativo di rinnovarsi, puntano ora su designer ritenuti grintosi e vicini alla sensibilità della Gen Z. De Vincenzo potrebbe essere uno di questi.

Milano Fashion Week 2022. Diesel

Milano Fashion Week 2022. Diesel

FILIPPO GRAZIOLI PER MISSONI

Risale al 2018 la cessione di quote da parte della famiglia Missoni a investitori di private equity. Ma Grazioli è arrivato solo durante questa Fashion Week a costruirne la collezione. Lo ha fatto spingendo nella direzione di un’immagine decisamente più sexy rispetto al passato, mettendo da parte la tavolozza di colori tipica dei Missoni. Anche motivi un tempo riconoscibili come lo zig zag e il fiammato sono stati rielaborati in grafiche decisamente più minimali. Grazioli ha lavorato da Hermès e da Givenchy ai tempi di Tisci: sa come costruire un volume o utilizzare una trasparenza.
La sensualità della sua collezione è fuori discussione. Resta da capire se è esattamente quello che occorre a un marchio come Missoni o se invece non rischi di appiattirlo su altri brand in questo momento altrettanto o forse più appealing di questo. Impossible dirlo ora, il percorso è appena iniziato.

Aldo Premoli

https://milanofashionweek.cameramoda.it/it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

Scopri di più