Alchimista dell’abito, Alessandro Michele ha cambiato in sette anni alla guida di Gucci ciò che oggi definiamo “moda”, proponendo un’idea di collezione non binaria, sognante, rivoluzionaria nella libertà di muoversi da un’epoca all’altra. Una ridefinzione del concetto stesso di stile, styling e presentazione in forma di show, da lui costruito come il cast di un film, fatto di personaggi, giochi di rappresentazioni, maschere. Ponendo delle questioni fondamentali sull’idea stessa di stagione e di tempo della moda, ha smontato e ricomposto l’idea di collezione, facendo tornare la moda italiana di nuovo centrale in un dibattito sul contemporaneo. Ora un comunicato stampa ufficiale conferma le voci diffuse nelle ultime ore che vedevano lo stilista romano abbandonare la guida della maison.
ALESSANDRO MICHELE E GUCCI: SETTE ANNI DI SUCCESSI E MOMENTI MEMORABILI
Con Michele, per la prima volta un’espressione del lusso italiano come Gucci, capofila di un grande colosso internazionale come Kering, aveva proposto non più un modello di riferimento, ma una pluralità di nuove definizioni, con al centro l’idea di “essere umano” senza schemi precostituiti o idee di genere, espressa nella poesia di un dettaglio, una luce, un teatrino di carte, un ricamo. L’excursus di successi di Michele, ha permesso a Gucci di raggiungere importanti fatturati e di diventare la realtà di moda italiana più osservata da critica e stampa internazionale, riposizionandosi attraverso un nuovo immaginario, un’idea di heritage del tutto personale. Rimangono memorabili i suoi tributi al cinema e alla finzione: dall’omaggio a Federico Fellini fino alle creazione di un Festival con Gus Van Sant per presentare la collezione Ouverture of Something that Never Ended. Oltre all’uso di effetti speciali, sdoppiamenti riflessi e specchi, il suo rapporto con la filosofia di Giorgio Agamben e Walter Benjamin per leggere la moda. L’idea di amore, “loved” è stato uno dei suoi ricami di maggior successo, è diventato un manifesto alla libertà di espressione, una rivoluzione spontanea, generata dall’essere semplicemente se stesso sempre.
Forse la sua più grande intuizione è stata quella di aver intercettato in un momento di ridefinizione dell’idea di moda, il bisogno di un immaginario poetico e postmoderno, ricchissimo di riflessioni e contaminazioni colte e pop allo stesso stesso tempo. Nostalgico nel suo essere contemporaneo. “Archeologo delle cose a venire” come ama definirsi, Michele è stato il designer più sensibile al cambiamento dei tempi nel ripensare l’idea stessa di maschile e femminile.
LA FINE DEL RAPPORTO TRA ALESSANDRO MICHELE E GUCCI
Nonostante i tantissimi anni di grandi successi, cambiamenti e nuovi asset, è arrivato l’annuncio ufficiale del divorzio tra il brand fiorentino e il visionario designer romano. Attraverso un comunicato stampa ufficiale, ma anche una nota dello stesso Alessandro Michele diffusa con tono profondo e malinconico. “Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere. Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa. In questo lungo periodo Gucci è stata la mia casa, la mia famiglia di adozione. A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l’hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso. Insieme a loro ho desiderato, sognato, immaginato. Senza di loro niente di tutto quello che ho costruito sarebbe stato possibile. A loro quindi il mio augurio più sincero: che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi, rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà”. Con coerenza e limpidezza di pensiero che lo hanno sempre contraddistinto, il suo messaggio suggerisce che fossero insorte delle divergenze e la sua ferma volontà di non scendere a compromessi sui propri valori e libertà per aumentare il profitto. Sembra davvero la fine di un’era, il passaggio di testimone di uno dei designer più amati e desiderati degli ultimi anni.
PROSPETTIVE DIFFERENTI E IL FUTURO DI GUCCI
Il sistema della moda diventa sempre più governato da logiche di profitto che costringono i creativi ad un aumento continuo dei fatturati. Sembra esserci davvero poco spazio per chi è fedele al suo immaginario di riferimento e vuole continuare nel solco della strada tracciata. Servono colpi di scena e cambiamenti continui, perché il nuovo riesca a catturare l’interesse di un pubblico sempre più distratto da una vasta e globalizzata moltitudine di proposte. Marco Bizzarri, Presidente e CEO di Gucci, a fianco di Alessandro Michele per tutti questi anni, lo ha così ringraziato “per il suo impegno ventennale in Gucci e per la sua visione, dedizione e amore incondizionato per questa Maison unica, negli anni da Direttore Creativo”. Sembra che sia stato François-Henri Pinault, Chairman e Ad di Kering, a richiedere delle prospettive di cambio stilistico nella visione di Michele, e pare che non siano state rispettate dal designer che ha preferito essere fedele a se stesso e al percorso svolto all’interno dell’azienda. Nel comunicato lo ha ringraziato dichiarando “la strada che Gucci e Alessandro hanno percorso insieme negli ultimi anni è unica e rimarrà un momento eccezionale nella storia di questa Maison“.
Una cosa è certa, ben presto Alessandro Michele potrà ancora trasportarci in altri mondi e dimensioni, meravigliosamente decadenti e contemporanei.
Alessio de’ Navasques
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