Arriva Pitti Immagine Uomo. Protagonisti gli stilisti Martine Rose e Jan-Jan Van Essche
Ovviamente anche Pitti Immagine cerca di adattarsi ai tempi. Idee nuove, vestiti no-gender e moda “sociale” sono i loro cavalli da battaglia. Anticipazioni sulla prossima edizione con due freschi Guest Designer e Designer Project
L’edizione numero 103 di Pitti Immagine Uomo, che si terrà dal 10 al 13 gennaio nei padiglioni della Fortezza da Basso, vedrà Martine Rose (Croydon, UK, 1980), stilista anglo-giamaicana apprezzata per il suo heritage culturale, e Jan-Jan Van Essche, stilista belga, rispettivamente come Guest Designer e Designer Project. Con questa scelta una delle manifestazioni di moda maschile più note a livello globale darà spazio sia alla tradizione artigianale sia al sofisticato lavoro di ricerca e sperimentazione estetica che mirano all’evoluzione del menswear contemporaneo. E Martine Rose stessa presenterà in anteprima la collezione Autunno-Inverno 2023 del suo brand con un evento in una location segreta, concentrando l’attenzione di tutti su Firenze.
MODA SOCIALE E CULTURALE PER MARTINE ROSE
La carriera di questa giovane designer inizia grazie a Demna Gvasalia, quando la scelse nel 2015 per lavorare a quattro mani alla SS17 uomo di Balenciaga. Cosa la caratterizza? Loghi in primo piano come simbolo di una società consumistica e priva di originalità, ma anche la decostruzione prima e la ricostruzione dopo. Forme, volumi e mix di materiali che fanno riferimento a culture differenti sono i componenti dell’estetica rivoluzionaria che le ha permesso di costruire il proprio successo e di ottenere la fiducia di creativi spinti da quella stessa visione autentica e originale. Il contesto subculturale è alla base della strategia comunicativa della stilista, inducendo il pubblico a riflettere su temi di carattere sociale e culturale e offrendo la sua interpretazione della moda che ha fatto breccia presso Nike, Napapijri e Tommy Hilfiger con cui ha collaborato.
LA PRIMA VOLTA DI JAN-JAN VAN ESSCHE
Invece, Jan-Jan Van Essche (Anversa, 1980), designer nativo di Anversa laureatosi nel 2003 alla Royal Academy of Fine Arts della città belga, è un grande sostenitore dello stile no-gender e iper-comfort. Obbiettivo? Una moda libera sia intellettualmente che esteticamente. “Jan-Jan Van Essche è una figura appartata e tuttavia emblematica della moda maschile contemporanea tanto che probabilmente lui sarebbe il primo a ritenere superflua qualsiasi affermazione sulla distinzione di genere, vuoi per ribadirla o vuoi per decretarne il superamento. L’interesse è piuttosto nel generare ogni volta una versione diversa del medesimo modello di eleganza e naturalezza e nel trasmettere un’idea di libertà”, spiega Lapo Cianchi, a capo di comunicazione e eventi speciali di Pitti che ha selezionato Van Essche per un evento che sarà organizzato dallo stilista stesso l’11 gennaio. Dalla ricerca dei materiali all’uso di tecniche artigianali rubate alla tradizione antica, la sua attenzione è sul pregio dei capi e, al contempo, sulla possibilità dell’individuo di modellare l’abito a suo piacimento, come nella sua prima collezione del 2010 intitolata “yukkuri” (in inglese “take it easy”, perciò “prenderla con leggerezza”). Adesso bisogna solo aspettare qualche settimana e analizzare cosa il Pitti sarà capace di proporre, e soprattutto se questi volti freschi siano coerenti con la manifestazione.
Rosamaria Coniglio
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