A poche settimane dalla conclusione di Pitti Uomo 103, manifestazione che rappresenta la proposta italiana e internazionale per lo stile maschile, i numeri sono incoraggianti e spingono a guardare con entusiasmo alla prossima edizione, prevista dal 13 al 16 giugno 2023.
“Da parte mia voglio anzitutto ringraziare le aziende espositrici che hanno creduto nel nostro lavoro e nella nostra capacità di organizzare il salone in sicurezza e secondo i consolidati standard di selezione e qualità: insieme alle nuove collezioni, si sono portati dietro energia e passione”, ha dichiarato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. Buyer internazionali, un’affluenza intorno alle ottomila unità e 548 collezioni di moda maschile confermano la rilevanza, in termini di creatività e potenziale commerciale, della fiera presso la Fortezza da Basso.
Ecco cinque brand di moda scoperti durante il Pitti Uomo, accomunati dalla sostenibilità nei processi produttivi e dalla cura del prodotto.
Alessia Caliendo
CHATEAU ORLANDO
All’interno della sala delle Nazioni, nel padiglione dedicato ai brand più innovativi del momento, si è fatta notare l’installazione di Chateau Orlando. Il marchio, ibrido tra l’Italia e la Gran Bretagna, viene firmato dall’artista Luke Edward Hall, che decide di dedicare le sue collezioni al dialogo tra moda e interni. L’intimo calore che si concentra nelle mura di casa è il concetto primario della sua proposta romantica e decadente. I ricordi, invece, sono l’elemento portante dell’ultima collezione: vecchie case e manuali di botanica, folklore e mitologia, musica pop Anni Ottanta e thrift store. La produzione di Chateau Orlando, focalizzata principalmente sulla maglieria e sul concetto di fluidità, è affidata al Veneto, ricco di industrie attente alla sostenibilità.
In attesa di vedere negli store la capsule ispirata alle leggende della Cornovaglia, il designer ha scelto la formula “see now, buy now” per farla acquistare in anteprima durante il Pitti.
PIUMESTUDIO
PiumeStudio nasce durante la pandemia con l’obiettivo di tradurre la comodità in morbide calzature “effetto piumino”, prive di qualsiasi componente di provenienza animale e prodotte rigorosamente in Veneto. Le calzature, apprezzate sia dal mercato sia dai trend setter, sono realizzate interamente a mano con l’intento di rendere il processo produttivo trasparente e in linea con la filosofia di durabilità del prodotto.
SESA SHOES
Sesa Shoes, nata in uno dei distretti calzaturieri più noti d’Italia e localizzata a Monte Urano, nella provincia marchigiana, è un’azienda a conduzione familiare. Con un team operativo di venti risorse, la realtà produce per i più importanti marchi del lusso. Poco prima del periodo pandemico, il suo marketing manager Marco Perticari ha traghettato la realtà verso una propria label. È un viaggio a Tokyo che ne cambia le sorti quando scopre che il know how aziendale è già ampiamente apprezzato dal pubblico asiatico. Decide così di reinventare l’azienda prediligendo un design contemporaneo, sempre nel rispetto del Made in Italy. Due le collezioni prodotte annualmente, rivolte a un pubblico maschile e femminile, con l’obiettivo di raggiungere una platea internazionale. Nei progetti a lungo termine di Sesa Shoes vi è quello di posizionarsi in negozi strategici e di ampliare la propria rete di vendita su tutto il territorio nazionale.
PERMU
Il concept di PERMU nasce dalla necessità di distanziarsi dai ritmi frenetici del mondo della moda. Ci si interroga su come utilizzare le tecnologie avanzate. Il direttore creativo, Heyun Pan, sposa la filosofia basata sul concetto che gli indumenti possano trasformare il corpo e che il metodo di taglio abbia il potere di ridefinire lo spazio intorno a esso. Il brand, anch’esso nato durante la pandemia, rivendica il diritto di progettare. Accolta con entusiasmo fin dall’inizio, la collezione presentata al Pitti Immagine Uomo, Concealable Zone, segna il primo passo verso l’internazionalizzazione, esponendo le dinamiche di gruppo che ci affliggono. Ma la sensibilità umana viene riparata dagli indumenti grazie all’utilizzo di lana rinnovabile di altissima qualità, replicando l’effetto “abbraccio”. Il taglio laser e la presenza di un’unica cucitura consentono al capo di coesistere con il corpo, ragionando sull’estetica minimal e destrutturata con cui si identifica il brand.
KEMKES
Come si può rendere ancora più sostenibile un capo d’abbigliamento eco-friendly? Questa è la domanda che si è posto Kemkes, brand olandese di streetwear, prima di creare una collezione interamente modulare. Il taglio del tessuto viene sfruttato al meglio utilizzando la reversibilità e le connessioni tra un capo e l’altro grazie a bottoni a pressione tono su tono. Gli avanzi dei materiali acquistati da aziende locali e le tecniche di realizzazione utilizzate per l’arredo della casa, come il patchwork e il crochet, vengono scelti per proposte che uniscono l’artigianalità all’unicità di ogni singolo capo. Kemkes recupera i ricami, riqualifica le aree dei tessuti e sceglie la tecnica della modellazione intelligente: quando solo una piccola area del materiale è danneggiata, i motivi o le posizioni degli stessi vengono adattati per riutilizzare il materiale. Una nota di merito va alla A Bed Collection, collezione realizzata con materiali di biancheria da letto di seconda mano attualmente esposta al Fashion For Good Museum di Amsterdam, il museo della moda sostenibile d’Europa.
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