Tutto ebbe inizio con Ray Petri, primo stylist della storia e figura ibrida tra il talent scouter e l’esperto di moda. Negli Anni Ottanta, attraverso le riviste The Face, Arena e i-D, divenne probabilmente il più noto creatore d’immagini di moda, ossessionato dallo stile e dalla provocazione. Oggi si parla di street casting e street style, ma all’epoca Petri fu il primo a individuare volti interessanti nelle strade londinesi invitandoli a essere fotografati in studio come modelli professionisti. Una volta davanti all’obiettivo, Petri giocava con la moda lasciandosi ispirare dai cattivi ragazzi, dagli indiani d’America, dai rituali tribali, dalla sartoria italiana e dalla mescolanza dei generi. Al tempo molti pensavano fosse un folle, ma il suo lavoro è stato antesignano. Così Petri ha avviato la carriera dello stylist. Corteggiati dai brand, seguiti e adulati sulle piattaforme digitali, osannati dalla stampa, devono riuscire a sfruttare la loro memoria personale e collettiva, oltre a captare diverse ispirazioni: libri, arte, musica, viaggi e cinema diventano le fonti per costruire un progetto fatto di immagini e abiti. Il Festival di Sanremo è stato l’occasione per riunire gran parte degli stylist più apprezzati in Italia. Noi ne abbiamo incontrati 5 tra coloro che sono stati impegnati nella 73esima edizione della kermesse ligure.
Alessia Caliendo
Produzione e photo editing Alessia Caliendo
Photo di Davide Pavan
TINY IDOLS AKA SILVIA ORTOMBINA
“Lavoriamo al progetto Sanremo e ai relativi moodboard almeno 3 mesi prima, quello dello stylist è un mestiere che richiede molta fatica, intellettuale ma anche fisica”: è così che ci accoglie, nel salotto dell’hotel Londra, Silvia Ortombina. Possiamo definirla un’anti-stylist, e il suo Tiny Idols è in realtà un collettivo che raggruppa visionari della moda con cui ama cooperare senza porsi limiti. Con all’attivo un background accademico da musicista, a Sanremo ha firmato lo stile di gIANMARIA e di Blanco, del quale ricordiamo anche gli iconici look Valentino per la vittoria nel 2022 insieme a Mahmood, nonché quello di Manuel Agnelli per la serata dei duetti.
“Le parole chiave per Gianmaria sono state leggerezza e poesia. Per il primo look, firmato MSGM così come gli altri, ho fatto togliere asole e bottoni destrutturandolo totalmente”. Ad accompagnarla a Sanremo il collega Luciano Aristide Russo, che ha messo a disposizione il suo archivio con l’obiettivo di valorizzare la tematica della moda circolare tanto cara agli stylist contemporanei. “Come ho immaginato Gianmaria? Come un moderno David Bowie, mettendo la musica prima di tutto”. Le fa eco il collega Russo: “Cosa vogliamo trasmettere alle nuove generazioni di stylist? Dare innanzitutto valore al capitale umano. Viene prima di tutto il resto”.
LOLLO AKA LORENZO ODDO
Factotum del cambio look di Levante, più sofisticato e sexy rispetto a quello a cui eravamo abituati, ha firmato anche le scelte stilistiche del giovane Olly. Nella hall dello storico hotel Royal ci svela i retroscena delle scelte condivise e del suo lavoro con gli artisti. “Io e Claudia (Levante ndr) siamo grandi amici e questo ci aiuta per restare focalizzati su ciò che vogliamo comunicare. La nostra collaborazione è iniziata ufficialmente nel 2020 e, come molti sanno, è un’artista già ben disposta al mondo della moda. Io ho solo affinato le sue scelte e l’ho educata al tilt, all’errore nel look, che per me è fondamentale”. Per Sanremo 2023, il duo ha scelto Etro di Marco De Vincenzo, nuovo Direttore Creativo del marchio, con cui Lorenzo in passato ha collaborato. “La mia formazione pone le sue basi nel design e questo mi aiuta molto nella progettazione e nei fitting dei look. Mi è capitato, ad esempio, di dover disegnare le proposte ad Olly per spiegargli al meglio la mia visione”. Aggiunge: “Il percorso di progettazione di un look per Sanremo? Dopo aver ascoltato il brano mi prendo del tempo per fare le mie riflessioni. Quello di Levante, Vivo, mi ha condotto a una silhouette precisa e a una palette omogenea dove i contrasti evidenti sono nei tessuti scelti”.
Per Olly ha optato per uno stile nostalgico che si rifà alle icone degli anni ‘50 e ‘60, come Elvis Presley e James Dean, con note cromatiche ispirate a Wes Anderson. La scelta, in questo caso, è ricaduta su Canaku, brand che ha recentemente esordito sulle passerelle di Altaroma.“Mi sento di aggiungere che fin quando non sei un artista noto sul palco dell’Ariston pochi ti supportano e le collaborazioni con i brand emergenti sono fondamentali. Si tende spesso alla banalizzazione della figura dello stylist senza evidenziare tutte le difficoltà che comporta”.
GIUSEPPE MAGISTRO
Il bianco ottico dell’hotel Miramare, tra marmi e palme, fa da sfondo all’incontro con Giuseppe Magistro e Colapesce Dimartino. Una fusione consolidata, a suon di completi sartoriali targati “Made in Sicily”, che vede l’innesto di tre province: Messina, Palermo e Siracusa, di cui sono originari.
Magistro svela che il lavoro avviene a sei mani e parla dell’alchimia nata sul set del loro primo lavoro condiviso, il video di “Musica leggerissima”. “Non li conoscevo, la Sony mi ha dato l’incarico e sono partito a scatola vuota alla volta della Sicilia. Da allora non ci siamo più lasciati forti della nostra memoria condivisa”.
Fermamente convinto che l’abito debba essere cucito addosso all’artista, soprattutto quando si tratta di cantautori come Colapesce Dimartino, Magistro parla di come Lucio Battisti e le ispirazioni Anni ‘60 e ‘70 abbiano guidato le scelte per il palco dell’Ariston. Paul Smith, che ha sposato il progetto per questa edizione, è una scelta che si è manifestata in maniera del tutto naturale sia per la palette cromatica sia per la sartorialità british. E lo stylist ama utilizzare nelle sue proposte ogni declinazione del viola, contro ogni superstizione inerente al mondo dello spettacolo.
FRANCESCO MAUTONE
Abbiamo incontrato lo stylist Francesco Mautone, il cantante Sethu e il suo team under 30 in una villa lontana dagli sfarzosi hotel tipici della Riviera e dal centro nevralgico di Sanremo. Anche in questo caso l’artista è legato allo stylist da un’amicizia consolidata. Scopertisi reciprocamente a Milano, sin dagli esordi si spalleggiano alla ricerca di un’estetica che definiscono comune ma allo stesso tempo anticonvenzionale.
“Io, Sethu e Jiz, suo fratello gemello e produttore, parliamo lo stesso linguaggio essendo coetanei nonché appassionati della cultura giapponese, dei manga e degli anime. Abbiamo tutti la predisposizione al duro lavoro e al sacrificio”. Il giorno dopo la proclamazione di Sethu a Sanremo Giovani, Francesco Mautone si è messo all’opera per procacciare i brand più idonei con l’obiettivo di realizzare per Sanremo 2023 un guardaroba ispirato alle loro passioni ma anche alle subculture degli Anni ‘80 e ‘90.
SIMONE FURLAN
Incontriamo Simone Furlan nei pressi de La Tavernetta, storica panetteria sanremese e punto di ritrovo, camminando verso il porto. “Ho lottato per entrare alla Goldsmith University di Londra, dove ho studiato critica e storia dell’arte. L’essermi avvicinato a varie dottrine mi aiuta ad esplorare a 360 gradi l’estetica creando una mia personale visione e capacità critica”. Tutto ciò è stato traslato nella moda, a cui ha avuto accesso grazie al brand Giuseppe di Morabito. Lo styling arriva all’improvviso quando una casa di produzione gli offre il ruolo di art director per un artista emergente.
“Oltre a Madame, Mara Sattei e Lazza, mi fregio del titolo di aver curato per la prima volta lo styling di un direttore d’orchestra, Luca Faraone, vestito con la sartorialità di Knt”. Per Lazza ha scelto l’heritage di Missoni e l’alta gioielleria di Cartier, con Madame ha optato per OFF WHITE, rivelatosi utile per raccontare un’artista diventata donna consapevole. I look selezionati hanno accompagnato la nudità emozionale generata da un brano di forte impatto. Infine, l’aura già glam di Mara Sattei è stata ammorbidita e resa sofisticata dall’alta moda firmata Armani Privè, “con cui abbiamo planato sulle onde del mare grazie alle cromie scelte e ai finissimi ricami”.
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