Arte sostenibile e moda inclusiva: a Roma la mostra del camerunense Victor Fotso Nyie
Inclusività ed ecosostenibilità non sono un'utopia per il mondo della moda. E il laboratorio Cartiera lo dimostra insieme all'artista camerunese che dedica la sua recente mostra al “viaggio nostalgico verso casa”
Quante volte la moda s’è riempita la bocca di parole nobili come “inclusione” e “sostenibilità”? Forse troppe. Ma qualcuno che abbia compreso profondamente l’importanza di queste istanze esiste. Lo confermano la mostra The way back home di Victor Fotso Nyie, giovane artista camerunese che vive in Italia, e del laboratorio Cartiera e la rivista Africa e Mediteranno.
Fino al 24 marzo 2023 sarà possibile visitare l’esposizione, animata ancora per poco da una nuova scultura in terracotta e oro dell’artista, presso Sala 1 – Centro Internazionale d’Arte Contemporanea a Roma. “Il lavoro proposto intende dare voce al ritorno nella sua accezione di viaggio nostalgico verso casa”, racconta Victor Fotso Nyie, che continua: “Può essere inteso sia in senso materiale, come spostamento fisico e gravitazionale di oggetti e persone, sia in senso immateriale, come viaggio emotivo, morale e culturale“. L’intento è quello di “restituire dignità alla propria storia e alle proprie tradizioni, che troppo spesso sono state denigrate e sminuite”. Perché “il patrimonio africano è in gran parte disperso e le nuove generazioni stanno lottando per riconquistarlo, per riportarlo nella loro terra”.
LA COLLABORAZIONE CON IL LABORATORIO CARTIERA
Proprio per questo si è deciso, anche con la curatrice della mostra Mary Angela Schroth, di collaborare con Cartiera, laboratorio di moda etica che produce accessori in pelle e tessuto recuperando materie prime di qualità. Nato nel 2017, il progetto si pone l’obiettivo di dare risposte concrete alle sfide del nostro tempo: la creazione di nuove opportunità di impiego, l’integrazione economica di migranti e richiedenti asilo, la riscoperta di abilità artigianali qualificate, il ripopolamento di ex aree industriali, il recupero di materie prime altrimenti destinate allo smaltimento e il basso impatto ambientale della produzione. Cartiera è il volto delle persone che ci lavorano, perché la crescita del personale coinvolto è al centro del suo ciclo produttivo. Da Bassirou, che viene dal Burkina Faso e nei laboratori di Lama di Reno è divenuto un artigiano, a Mia, che sapeva già cucire in Bangladesh e con impegno e determinazione ha accettato una nuova sfida. Senza tralasciare Francesco, maestro pellettiere che ogni mattina porta la sua esperienza sull’Appennino Bolognese. Dietro queste persone ci sono storie, speranze, tradizione artigianale italiana e africana. Questi i punti cardine di un progetto eticamente e socialmente sostenibile, che valorizza il Made in Italy rendendolo inclusivo e amico del riciclo.
L’INSTALLAZIONE DI VICTOR FOTSO NYIE E CARTIERA
La collaborazione tra il giovane artista e il laboratorio ha trovato libero sfogo nell’installazione presente alla mostra The way back home. Pelli di scarto, donate da grandi brand della moda e dell’automotive, e provenienti dalla produzione artigianale del laboratorio Cartiera, sono state utilizzate seguendo le direttive di Fotso Nyie. L’artista è riuscito ad esprimere concretamente la possibilità, volontà e necessità di recuperare ciò che normalmente sarebbe messo ai margini dal sistema produttivo e può ritrovare nell’insieme una nuova voce creativa. Dimostrando sia al fashion system sia a quello dell’arte che si può coinvolgere tutti, rispettando l’ambiente in maniera alternativa.
Giulio Solfrizzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati