Due stilisti icona della Swinging London in mostra a Milano

La Fondazione Sozzani di Milano ospita la prima mostra in Italia dedicata agli stilisti Ossie Clark e Celia Birtwell. Il duo fashion famoso per lo stile “flower power"

Arte e moda dialogano guidati dall’edonismo della Swinging London alla Fondazione Sozzani di Milano. Protagoniste della mostra ‒ a cura di Federico Poletti e in collaborazione con il Museo del Tessuto di Prato, dove ha debuttato nell’autunno 2022 ‒ sono le opere della coppia creativa Ossie Clark e Celia Birtwell. Un sodalizio professionale, e per un certo periodo anche personale, emblema della rivoluzione culturale a cavallo tra gli Anni Sessanta e Settanta. Conosciuto per l’inconfondibile stile flower power, il fashion duo ha incarnato i valori di una giovane generazione che abbracciava l’attivismo politico, la liberazione sessuale e lo stile di vita bohémien della città.
Londra era il centro del mondo, the place to be, e mentre Antonioni girava Blow up, Twiggy conquistava le copertine e i Beatles diventavano immortali, Mr. e Mrs. Clark conquistavano Kings Road. Dal mélange di crêpe, chiffon e pattern pop, sboccia un nucleo di trenta abiti simbolo del loro momento di massima notorietà (1965-74), valorizzati da taccuini, disegni inediti, scatti editoriali, memorabilia e video di sfilate-performance.

Jim Lee, Ossie Clark, Parrot, 1968 © Jim Lee

Jim Lee, Ossie Clark, Parrot, 1968 © Jim Lee

MR. & MRS. CLARK: IDOLI DELLA FASHION INDUSTRY

Devi essere in grado di slacciare il top, alzare la gonna e fare l’amore ovunque”. Così Raymond “Ossie” Clark riassume lo spirito delle sue silhouette che attingono dagli Anni Venti e Trenta, esaltando il corpo libero, fluido e sensuale come insegna la stilista francese Madeleine Vionnet. Una visione che trova complicità d’intenti e d’idee con quella di una giovane collega della Salford School of Art di Manchester, Celia Birtwell. Lui abile sarto nel taglio delle stoffe fluttuanti, lei ideatrice di stampe Op Art ispirate ai mondi più disparati, dai balletti russi agli arazzi medievali inglesi, fino all’avanguardia cubista. L’alchimia immediata tra i due si concretizza nella boutique londinese Quorum, su Radnor Walk, e altrettanto nella vita privata con le nozze. In men che non si dica il loro nome è sulla bocca di tutti, conquistando la crème de la crème del jet set locale e internazionale. Marianne Faithfull, Bianca Jagger, Elizabeth Taylor, Brigitte Bardot, Pattie Boyd, Keith Richards, Jimi Hendrix, Anita Pallenberg ed Eric Clapton sono giusto alcuni nomi tra fashion people, rockstar e artisti che bazzicavano il loro atelier. Un confluire di energia creativa che si riflette anche in passerella, dove modelle danzanti di diverse etnie e fisicità, tra le quali si avvistano due giovanissime Amanda Lear e Jane Birkin, ipnotizzano il pubblico.

Ossie Clark, dress, 1970 ca. Textile designer Celia Birtwell, Candy Flowers and Floating Daisy. Archivio Massimo Cantini Parrini

Ossie Clark, dress, 1970 ca. Textile designer Celia Birtwell, Candy Flowers and Floating Daisy. Archivio Massimo Cantini Parrini

LA MOSTRA DEDICATA A MR. & MRS. CLARK A MILANO

Con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana, la rassegna alla Fondazione Sozzani racconta questo particolare decennio, che lascia un’impronta ben definita nell’evolversi della moda e traghetta l’era della minigonna verso i lustrini glam rock, fino alla provocazione punk di Vivienne Westwood e Malcom McLaren. Un linguaggio, quello dei “coniugi Clark” – così come citati nell’iconico ritratto di David Hockney, insieme al loro gatto Percy ‒, che definisce un’epoca, anticipando nel vestire temi come il nude look e il gender fluid. Inventare e sperimentare era il motto della febbrile gioventù britannica. Ciò per i Clark significava utilizzare materiali inusuali, come la pelle di serpente, e farsi beffa del rigore mediante sinuose trasparenze, stampate con una tecnica serigrafica altrettanto d’avanguardia, grazie al tocco del celebre Ivo Prints. In mostra troviamo capi originali, provenienti dall’archivio del pluripremiato costumista Massimo Cantini Parrini e dalla collezione Lauren Lepire di Los Angeles, così come dagli archivi della stessa Birtwell e della famiglia Clark. Tra i cult, il mini-dress “aeroplane” (1969), fotografato da Jim Lee, la mise d’ispirazione orientale indossata da Amanda Lear (1968) e i lunghi abiti botticelliani animati dai motivi Candy flowers, Mystic Daisy (1970) e Tulips (1972). A completamento della mostra, ma anche per rendere giustizia a questa coppia spesso trascurata dalla critica, è disponibile un cospicuo catalogo d’illustrazioni e interventi inediti: testimonianza di un’atmosfera magica che è sempre bello ricordare o immaginare.

Aurora Mandelli

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Aurora Mandelli

Aurora Mandelli

Originaria di Vaprio D’Adda, si sposta a Milano e Bordeaux per perseguire gli studi. Da sempre amante della moda in tutte le sue forme, coltiva la passione per l’arte, il cinema e il teatro. Attualmente fashion stylist e redattrice freelance…

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