Kering acquisirà una quota del 30% in Valentino per un corrispettivo di 1,7 miliardi di euro versati a Mayhoola for Investment LCC, fondo proprietà della famiglia reale del Qatar. L’annuncio è arrivato lo scorso 27 luglio 2023, insieme alla pubblicazione dei risultati finanziari del secondo trimestre 2023: forse non un caso. L’accordo include però la possibilità di acquisire il 100% del capitale azionario di Valentino entro il 2028, e fa parte di un più ampio piano che potrebbe portare l’azienda del Qatar a diventare un importante azionista del secondo gruppo del lusso al mondo.
Le dinamiche di mercato di Kering
Attorno alla conglomerata francese guidata dal super collezionista d’arte François-Henri Pinault sono circolate negli ultimi due anni voci di ogni tipo: speculazioni su fusioni, acquisizioni e ulteriori consolidamenti. A partire da quella del 2021, circa la fusione con Richemont, terzo gruppo del lusso al mondo di proprietà del magnate sudafricano Johann Rupert. Più recente la tormentata vicenda interna al marchio Gucci: con l’inaspettata estromissione del designer Alessandro Michele (novembre 2022), la sua sostituzione con Sabato De Sarno (gennaio 2023) e infine il recente annuncio dell’uscita del Ceo Luca Bizzarri sostituito ad interim da Jean-François Palus.
Kering: i numeri di Gucci
Per Kering, che vanta altri celebri marchi nel suo portafoglio (da St. Laurent a Balenciaga e poi Bottega Veneta, Loewe, Alexander McQueen…), Gucci rappresenta però quasi la metà del suo intero fatturato e i suoi numeri hanno cominciato a sottoperformare. Nel primo semestre 2023, Il fatturato del gruppo francese nel complesso è salito del 2% a 10,1 miliardi di euro, ma ha registrato un risultato operativo pari a 2,739 miliardi di euro (- 3 % ) e un utile netto di 1,785 miliardi di euro, in calo del 10%, frenato proprio dalla performance di Gucci da anni in salita ma ora in calo dell’1%.
Le conglomerate del settore fashion: un’analisi
ll fatto è che dopo il periodo nero della pandemia le dimensioni contano sempre di più nell’industria del lusso. Qui come altrove le conglomerate traggono vantaggio dalla loro massa critica non solo nel fashion, nella cosmetica, nella gioielleria e nell’orologeria ma pure per le loro incursioni nel settore immobiliare, nei media, nell’arte (Chiristie’s appartiene ad Artémis che fa capo alla famiglia Pinault), nel food. Esattamente così è accaduto anche per LVMH (Louis Vuitton, Dior, Fendi, Kenzo, Givenchy, ma anche Champagne Moet & Chandon o il gruppo di hôtellerie Belmond). LVMH proprio nel post pandemia ha esteso su Kering il suo vantaggio realizzando 79,2 miliardi di euro nel 2022: Kering meno di un terzo fermo a 20,4 miliardi. La crescita attraverso acquisizione esterna da parte del patron François-Henri Pinault a questo punto pare una mossa logica e pure necessaria. Lui stesso dando l’annuncio ha confermato che la trattativa con Mayhoola è stata breve e veloce.
I numeri di Valentino
I ricavi di Valentino nel 2022 sono stati pari a 1,4 miliardi di euro. Sotto la guida stilistica di Pierpaolo Piccioli (considerato dagli addetti tra i migliori talenti creativi sulla scena), il brand ha sviluppato un’offerta attraente tanto nelle categorie dell’abbigliamento che in quelle di pelletteria e accessori. Oggi Valentino conta 211 negozi gestiti direttamente in 25 paesi. Da ultimo va notato che l’attuale Ceo di Valentino è Jacopo Venturini, tutt’altro che un estraneo per da Kering. Venturini prima di raggiungere Valentino nel 2020 è stato vicepresidente esecutivo del merchandising di Gucci. Ma era entrato a far parte del marchio di proprietà di Kering nel 2015 proveniente proprio da Valentino, dove ricopriva il ruolo di direttore della collezione prêt-à-porter e coordinatore dell’immagine al dettaglio.
Aldo Premoli
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