5 documentari da vedere per conoscere veramente il sistema moda
Se cercate documentari per approfondire la moda, ecco una breve selezione. Ognuno con un tema diverso e ben preciso. Trattando il sistema dagli anni Novanta a oggi
Di documentari sul mondo della moda ce ne sono tantissimi. Spesso si concentrano sul dietro le quinte della vita di un fashion designer; altre volte il loro intento è comunicare il funzionamento di alcuni meccanismi del settore aiutando lo spettatore ad acquisire maggiore consapevolezza. Con tale scopo, i documentari da noi selezionati vi guideranno alla scoperta di alcuni movimenti del passato e dell’importanza di precisi eventi, fino ad arrivare alle esigenze odierne.
1 / 5
Junk: Armadi Pieni (2023) – NOW TV
2 / 5
Intrecci etici (2020) – Mediaset Infinity
3 / 5
Alexander McQueen: Il genio della moda (2018) – Prime Video
4 / 5
Dior and I (2015) – YouTube
5 / 5
Antifashion (2012) – YouTube
Si sente molto parlare di moda sostenibile. Per questo è stata prodotta Junk: Armadi Pieni, una docu-serie in cui ogni puntata focalizza l’attenzione su un Paese e le sue problematiche, aventi tutte un comune denominatore: il fashion system. L’obiettivo è capire se si sta agendo realmente per migliorare la situazione, dalla crisi climatica e della biodiversità all’intossicazione da tessuti e alle condizioni di lavoro disumane nel settore tessile. “Il sistema capitalistico non sta funzionando. In pratica stiamo guadagnando soldi in un sistema in cui distruggiamo le nostre stesse risorse”, viene affermato nella quarta puntata. E come sostiene Matteo Ward, attivista e protagonista della serie, forse è veramente arrivato il momento di “trovare il cattivo che c’è in noi e tirare il freno”.
La moda è una delle industrie più inquinanti al mondo ed è un problema che riguarda tutti noi. Il documentario Intrecci etici racconta come in Italia sia in atto una rivoluzione per rendere il settore moda più sostenibile. Da chi si occupa di fibre e tessuti naturali a chi produce solo su ordinazione, a chi trasforma rifiuti in risorse e a chi impiega persone più fragili; senza dimenticare coloro che hanno deciso di rimanere sul territorio. C’è ancora tantissimo da fare, ma prodotti documentaristici come questo sono utili per comprendere dove sia arrivato il sistema moda, e cosa sia necessario fare per cambiarlo in futuro.
Alexander McQueen era un semplice ragazzo inglese senza particolari prospettive. Tuttavia, è riuscito a diventare uno degli artisti più rappresentativi del nostro secolo e a conquistare l’alta moda parigina. La sua visione a tratti apocalittica, e sicuramente satirica, della vita e del fashion system lo hanno reso un mito per gli addetti ai lavori e semplici curiosi. Prima attraverso il suo marchio, poi grazie alla maison Givenchy per cui fu direttore creativo, diventando una star. Molti stilisti contemporanei lo ritengono ancora un punto di riferimento, sebbene si sia tolto la vita l’11 febbraio 2010 e tutto sia cambiato, dalle sfilate faraoniche fino alle collezioni che diventavano manifesto di ideali. E il documentario Alexander McQueen: Il genio della moda ce lo ricorda.
Il documentario Dior and I è un viaggio all’interno dell’omonima Maison per ripercorrere le sette settimane che hanno segnato il debutto alla direzione creativa del fashion designer belga Raf Simons: dall’ideazione dei modelli alla realizzazione dei capi grazie al lavoro delle sarte, fino alla sua prima sfilata di haute couture tenutasi l’1 luglio 2012 a Parigi. In quella stagione era il fashion show più atteso dopo la dipartita dello stilista John Galliano, seguita da gossip e scalpore. Così il documentario diventa un’occasione imperdibile per esplorare il “dietro le quinte” del processo creativo di una collezione di alta moda, e assistere a un radicale rinnovamento dello spirito e al ritorno della tradizione nel marchio oggi capitanato da Maria Grazia Chiuri.
All’inizio degli anni Novanta, con la disgregazione del blocco sovietico, la guerra del Golfo per i prodotti petroliferi e il trionfo del capitalismo dilagante, il mondo è entrato in una fase di grande instabilità. E così è stato anche per la moda. Filmati d’archivio mostrano l’ascesa del movimento “Antimoda”: oscura, coinvolta, minimalista, concettuale. I cui pilastri erano decostruzione, sproporzione, riciclo di abiti e sfilate performance volte a lasciare un segno indelebile sul sistema. I pionieri furono due giapponesi, Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto, fino alla volta dei belgi. Parigi, centro propulsore della moda, è stata in grado di fare da sfondo a un’esplosione di stili opposti che coesistevano. Il documentario Antifashion non soltanto racconta un’importante fase della storia del fashion, ma evidenzia quante variabili si intersechino nel formare gli stili del momento. Quante correnti possono coesistere nello stesso periodo, specialmente quando quest’ultimo è lastricato da numerosi avvenimenti storici e culturali che scuotono il sistema da varie direzioni.
1 / 5
Junk: Armadi Pieni (2023) – NOW TV
2 / 5
Intrecci etici (2020) – Mediaset Infinity
3 / 5
Alexander McQueen: Il genio della moda (2018) – Prime Video
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Dior and I (2015) – YouTube
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Antifashion (2012) – YouTube
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Giulia Bracaloni
Curiosa, intraprendente e creativa. Studentessa di Business Management all'Università di Roma La Sapienza. Da sempre affianca ai suoi studi ciò che più ama: la moda. Ammaliata dagli anni '90 e dal vintage, nonché dalle riviste. Perché la moda le trasmette…