Milano Fashion Week 2023. Ferragamo è chic internazionale

Non solo Firenze, né Hollywood o New York: lo stile Ferragamo è internazionale. Ed è pure democratico perché l’eleganza raffinata della sua collezione annulla le distanze. Il racconto della sfilata

Ferragamo non è più “solo” italiano, ma questo sin da quando il fondatore Salvatore si trasferì in America e trovò successo a Hollywood. Ancora di più dal debutto, un anno fa, del giovane direttore creativo Maximilian Davis, nato a Manchester da una famiglia di Trinidad: nulla che abbia a che fare con la Penisola, come puntualizzò qualcuno ai tempi della nomina. Ma è evidente che questo non sia un requisito necessario per la buona riuscita dell’esplorazione del ready-to-wear. D’altronde, chi era il “calzolaio dei sogni”? Un uomo di mondo proveniente dalla Campania, trasferitosi in California, e poi a Firenze.

La collezione Primavera Estate 2024 di Ferragamo

A dimostrare il respiro internazionale del marchio è la collezione Primavera Estate 2024 che ha sfilato il 23 settembre alla Milano Fashion Week. Alcuni degli invitati hanno preso voli intercontinentali per presenziare all’evento, allo stesso modo la donna e l’uomo Ferragamo lo fanno grazie alle scelte stilistiche. C’è un po’ d’Italia nella costante attenzione alla sartoria, che stabilisce una continuità con il passato, evidente stagione dopo stagione; ci sono un po’ delle origini caraibiche dello stilista nel ritorno a sprazzi di colore e forme assenti nella stagione precedente; c’è un po’ d’Inghilterra nei trench, e un po’ di New York (a tratti Hollywood) negli abiti ampi e leggeri, o fascianti e corti, da it-girl. Servendosi di tutto questo e degli accessori, che completano la maggior parte dei look con l’obiettivo di ricordare allo spettatore la loro importanza, Davis oggettivizza l’astratta definizione di “chic”, che sta a intendere un’eleganza raffinata.

La definizione di chic per Ferragamo

Dunque, dopo alcune collezioni “classiste” viste nel corso della settimana della moda milanese, si ritorna a parlare di democrazia modaiola: il guardaroba è coeso quanto vario, internazionale quanto italiano, senza ritenere lo stile Made in Italy il migliore; a completi ed abiti lunghi, più eleganti, fanno da contraltare vestitini striminziti che osano di più. Sembra quasi che lo stilista abbia cercato di costruire un’unica realtà in cui si uniscono i mondi suoi e quelli di Ferragamo, con l’obiettivo di abbracciare tutti sotto un filone estetico. Con grande capacità di annullare le distanze, per uno chic che non fa distinzioni.  

Giulio Solfrizzi

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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