La maison Gucci si distacca da chi pensa di contrastare la crisi economica con lo sfarzo, illudendosi che il mondo vero sia un altro, e si proietta sulla quotidianità. Ecco allora che nella nuova collezione donna Primavera Estate 2024 si sottrae sino all’osso, come vuole la nuova direzione creativa di Sabato De Sarno, andata in scena il 22 settembre in occasione della Milano Fashion Week. Anche perché, chi oggi ha il tempo e la voglia per pensare a Medioevo e Rinascimento, lustrini e pellicce, oro e gioielli? Neanche più i clienti del lusso.
La collezione Primavera Estate 2024 di Gucci
La risposta è arrivata sin dal look di apertura della nuova collezione, composto da pantaloncini, cappotto e canotta con scollo profondo, in cui gli unici “eccessi” erano una cintura nera con il logo delle doppie G, una borsa Jackie bordeaux en pendant con i mocassini dalla para vertiginosa, e una collana la cui sobrietà sta negli anelli dorati che si intersecano. Il défilé è una sfilza di blazer con pelle nuda al posto della camicia, tutine logate come vuole l’archivio di Gucci, denim, felpe con o senza zip, caban, tutine in maglia e capispalla a quattro e non cinque tasche. Il giorno poi fa spazio alla sera, e ai suoi abitini con pizzi sottili e trasparenti, altri luminosi e corti, oppure semplicemente neri e squadrati.
Il nuovo inizio di Sabato De Sarno da Gucci
Insomma, come spiega il titolo della sfilata: Gucci Ancora, ma diverso. Leggibile con l’accento sia sulla “o”, a denotare la costanza del marchio fiorentino seppur con un nuovo stilista; sia sulla “a” per simboleggiare la forza di capi d’abbigliamento che fungono da passepartout a qualsiasi avvenimento e periodo storico. Le Jackie colorate e la trama con le iniziali sono “oggetti attraenti e da collezionare, non per un museo, per essere indossati nella vita di tutti i giorni”. La storia di De Sarno non è quella di Tom Ford tantomeno di Alessandro Michele, perché è una storia che nasce “dalle persone e dalla vita reale, da un fascino irriverente, dalla provocazione e dalla sicurezza di sé, dalla semplicità, dalle sensazioni repentine”. È una storia tanto vendibile, che è appena iniziata e necessita di tempo per essere osservata da vicino affinché si comprenda il finale. Bisogna ancora attendere.
Giulio Solfrizzi
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