Di fianco alla chiesa di Santa Maria della Pace, ha sfilato il bon ton retrò di Vivetta durante la Milano Fashion Week. Il marchio è stato fondato nel 2009 dall’omonima stilista, Vivetta Ponti, dopo aver vinto il concorso Who’s Next che premia i migliori artisti emergenti. Dal suo debutto in passerella risalente al 2010, sono passati tredici anni e di cambiamenti estetici ce ne sono stati: da fiocchi e fiocchetti a piume ed eccessi.
Chi è Vivetta Ponti
Prima di dedicarsi al proprio brand, la stilista Vivetta Ponti (Assisi, 1980) ha lavorato nell’ufficio stile di Roberto Cavalli come assistente fashion designer. Si è poi specializzata in stampe e ricami con Daniele Alessandrini in qualità di head designer. Nel 2015, Giorgio Armani l’ha scelta per sfilare presso l’Armani Teatro con la collezione Autunno Inverno 2015-16. Successivamente è stata selezionata come prima stilista italiana dello Swarovski Collective, progetto che incoraggia gli stilisti ad esplorare percorsi creativi che comprendano l’utilizzo dei cristalli. Ed è anche grazie a questo sostegno se oggi un brand, al tempo emergente, riesce a sfilare a Milano con tutta la fatica che ne deriva.
La collezione Primavera Estate 2024 di Vivetta
Vivetta però nel tempo si è evoluta e nella collezione Primavera Estate 2024 lo dimostra senza timore. Quegli elementi tipicamente ritenuti femminili, come fiocchi e varie tonalità di rosa, rimangono parte dell’estetica del marchio, ma non sono più una costante. Adesso compaiono pois e piume, a volte pure insieme, su abiti anni Cinquanta, gonne lunghe che ricordano i Novanta e altre cortissime in perfetto stile contemporaneo. È tempo anche di fiori, stampati o tridimensionali, che rendono “naturali” una serie di capi alternati a quadretti, pizzi, merletti e giacche sfiancate. Alla fine si coglie un confronto tra bon ton passato e presente, Vivetta di ieri e di oggi, in maniera piuttosto spontanea e senza rinunciare ai suoi caratteristici fiocchi. Proprio quelli che hanno reso i suoi abiti speciali per persone altrettanto speciali.
Giulio Solfrizzi
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