Milano Fashion Week 2023. Vivetta celebra il bon ton di ieri e di oggi 

Dopo 13 anni il marchio evolve e dice sì al bon ton, ma anche alla contemporaneità. Il risultato è un insieme di piume, pois, fiocchi e pizzi. Qui il racconto visivo e testuale della sfilata

Di fianco alla chiesa di Santa Maria della Pace, ha sfilato il bon ton retrò di Vivetta durante la Milano Fashion Week. Il marchio è stato fondato nel 2009 dall’omonima stilista, Vivetta Ponti, dopo aver vinto il concorso Who’s Next che premia i migliori artisti emergenti. Dal suo debutto in passerella risalente al 2010, sono passati tredici anni e di cambiamenti estetici ce ne sono stati: da fiocchi e fiocchetti a piume ed eccessi.

Chi è Vivetta Ponti 

Prima di dedicarsi al proprio brand, la stilista Vivetta Ponti (Assisi, 1980) ha lavorato nell’ufficio stile di Roberto Cavalli come assistente fashion designer. Si è poi specializzata in stampe e ricami con Daniele Alessandrini in qualità di head designer. Nel 2015, Giorgio Armani l’ha scelta per sfilare presso l’Armani Teatro con la collezione Autunno Inverno 2015-16. Successivamente è stata selezionata come prima stilista italiana dello Swarovski Collective, progetto che incoraggia gli stilisti ad esplorare percorsi creativi che comprendano l’utilizzo dei cristalli. Ed è anche grazie a questo sostegno se oggi un brand, al tempo emergente, riesce a sfilare a Milano con tutta la fatica che ne deriva.

Delivery Vivetta
Produzione visiva a cura di Alessia Caliendo, Fotografa Arianna Angelini. Sfilata Vivetta SS24

La collezione Primavera Estate 2024 di Vivetta

Vivetta però nel tempo si è evoluta e nella collezione Primavera Estate 2024 lo dimostra senza timore. Quegli elementi tipicamente ritenuti femminili, come fiocchi e varie tonalità di rosa, rimangono parte dell’estetica del marchio, ma non sono più una costante. Adesso compaiono pois e piume, a volte pure insieme, su abiti anni Cinquanta, gonne lunghe che ricordano i Novanta e altre cortissime in perfetto stile contemporaneo. È tempo anche di fiori, stampati o tridimensionali, che rendono “naturali” una serie di capi alternati a quadretti, pizzi, merletti e giacche sfiancate. Alla fine si coglie un confronto tra bon ton passato e presente, Vivetta di ieri e di oggi, in maniera piuttosto spontanea e senza rinunciare ai suoi caratteristici fiocchi. Proprio quelli che hanno reso i suoi abiti speciali per persone altrettanto speciali. 

Giulio Solfrizzi 

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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