Il 6 settembre 2023, a 97 anni, è morto lo stilista Marc Bohan, come annunciato dalla maison Dior per cui ha lavorato dal 1961 al 1989. Non molti si ricordano di lui, perché il caso ha voluto che venisse oscurato dai suoi predecessori, ovvero Christian Dior e Yves Saint Laurent, ma anche da chi l’ha seguito, specialmente Gianfranco Ferré e John Galliano. Eppure è a Bohan che si deve il famoso Slim Look, alleato di abiti fascianti e snellenti, nel suo caso colorati e ricchi di decori, ben lontani dal New Look del Dopoguerra che rinchiudeva la donna in vestiti neutrali, tanto simili ai corpetti e voluminosi sul fondo delle giacche o delle gonne.
Vita e carriera di Marc Bohan
In realtà, Marc Bohan si chiamava Roger Maurice Louis Bohan. Nasce a Parigi nel 1926, studia ma si appassiona alla moda, seguendo le orme della madre modista. Lavora poi per diverse maison come Patou, dove gli affidano la responsabilità della collezione di haute couture. Nel frattempo conosce Monsieur Christian Dior, grazie a cui si ritrova a dirigere la sede londinese della sua casa di moda. Nel 1961 viene selezionato come sostituto di Yves Saint Laurent, chiamato alle armi per la guerra d’Algeria, sfruttando al meglio questa “coincidenza”.
Le ispirazioni del Dior di Marc Bohan
Il suo successo, e di conseguenza quello di Dior, è dovuto anche alle grandi personalità che ha vestito: dagli abiti di Farah Diba, in occasione del matrimonio con lo Scià di Persia e dell’incoronazione a imperatrice, fino ai vestiti di Grace di Monaco e Alessandra di Jugoslavia, indossati sempre per quelle nozze. Pure la First Lady Jackie Kennedy amava ciò che creava, a tal punto da farlo replicare per sé. Il fattore sorpresa non era estraneo a Bohan, il quale si è spesso ispirato a qualcosa, come per la collezione del 1966 dedicata al romanzo Il Dottor Zivago: quell’anno propose lunghi pastrani bordati di pelliccia su abiti maxi che sfioravano gli stivali.
L’eredità del Dior di Marc Bohan
Non è finita qui, perché con Marc Bohan la maison divenne una vera e propria potenza. A cosa fu dovuto il grande successo economico? Alla linea secondaria per bambini (Baby Dior), a quella per uomini (Dior Monsieur) e agli accessori che resero più democratico il marchio: foulard bordati di struzzo, calze con i disegni uguali ai pullover e spille tempestate di strass, quindi bijoux, che consentivano a tutte le signore di possedere un loro prodotto. E così la donna Dior diventò opulenta, colorata, identificabile e mondana, come voleva Marc. E come hanno poi voluto, a modo loro, Gianfranco Ferré e John Galliano, mantenendo una piccola, piccolissima parte di Bohan quando lui non c’era.
Giulio Solfrizzi
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