È durata un solo giorno la prima edizione italiana di Forces of Fashion, l’evento di Vogue tenutosi lo scorso 22 ottobre 2023 per raccontare il mondo della moda attraverso le voci dei suoi protagonisti. Si è svolta negli spazi museali del Mattatoio a Roma, organizzata grazie alla collaborazione e al supporto dell’Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda della Capitale, partner istituzionale dell’iniziativa. Un percorso che porta la firma della Head of Editorial Content di Vogue Italia Francesca Ragazzi, lodata dall’Editor-in-Chief di British Vogue e European Editorial Director di Vogue Edward Enninful con parole sincere: il suo intervento ha chiuso la giornata con il racconto personale di una vita dove il successo, che non sembrava possibile, arriva grazie alla passione e al coraggio, stessa passione che lui riconosce a Ragazzi definendola perfetta nel suo ruolo per guidare Vogue oggi.
Vogue Italia sceglie Roma
Si sa che la storia del magazine è segnata dal carattere delle sue direttrici: è l’immagine di questa giovane donna, Francesca Ragazzi, che corre da una parte all’altra tutto il giorno, che non risparmia sorrisi e gentilezza, che cammina elegantemente ma con naturalezza fra i ragazzi, sottobraccio all’iconica ospite Isabella Rossellini la quale fa da tramite con la Festa del Cinema in corso a Roma. Vogue e Francesca Ragazzi hanno creato a Roma un’occasione di confronto fondamentalmente utile, senza trascurare glamour e spettacolarità grazie anche al coinvolgimento di Achille Lauro che chiude la giornata con una speciale live performance, Les enfants terribles. Esperienza “immersiva” del primo défilé con la direzione creativa dello stesso Lauro, dello stylist Nick Cerioni e dello show-room Mirta, realizzato dai futuri stilisti delle scuole di moda associate a Piattaforma Sistema Formativo Moda ETS.
L’evento di Vogue a Roma. Il confronto tra passato, presente e futuro della moda
Interessanti i talk che hanno visto a confronto i brand famosi e i loro fashion designer, e quelli dei giovani curati da Emanuele Coccia. Ne esce un quadro chiarissimo dove grandi nomi – come Sabato De Sarno, Direttore Creativo di Gucci, Pierpaolo Piccioli, Direttore Creativo di Valentino, Silvia Venturini Fendi, Direttore Artistico Accessori e Collezioni Uomo di Fendi, e Maria Grazia Chiuri, Direttrice Artistica delle collezioni donna Haute Couture, ready-to-wear e accessori Dior – ci appaiono star generose ma non dicono nulla di nuovo purtroppo, si aggrappano alla retorica della mancanza di manodopera specializzata o alla necessità di creare un museo della Moda, hanno difficoltà a dare consigli ai giovani. Ci aiutano anche a capire perché ci si ostini tanto a cambiare i giocatori per guadagnare attenzione, invece di studiare un’altra strategia per un gioco che sta rischiando di diventare noioso. A questa programmazione di talk mattutina risponde in serata quella dei giovani talenti, che fa pensare al cinema indipendente contro certi blockbuster, alle produzioni coraggiose che creano storie memorabili con altri mezzi.
L’evento di Vogue a Roma. I nuovi esempi di metamorfosi ben riuscite nella moda
A Emanuele Coccia, filosofo italiano che vive a Parigi dove insegna a l’École des hautes études en sciences sociales dal 2011, esperto di “metamorfosi”, rispondono Luca Lin di ACT N°1, Gisèle Claudia Ntsama, Jezabelle Cormio, Riccardo Scaburri di Lessico familiare, Giulia e Camilla Venturini di Medea, Marco Panconesi, Niccolò Pasqualetti e Sabrina Mandelli di SSHEENA. Si apre meravigliosamente uno scenario nuovo, messo a fuoco dal filosofo sciamano che riesce addirittura a farsi dire cose come “non faccio le cose per venderle”, “non vengo dalla moda e nemmeno mi ci ritrovo”, “non mi ispira la moda ma quello che succede”, “la borsa più venduta che abbiamo fatto riproduceva un sacchetto di carta su cui ero stata seduta”. È chiara la loro sicura indifferenza ai racconti precedenti, la loro capacità di creare fatturato grazie ai nuovi mezzi che hanno a disposizione per vendere o raccontarsi: sanno fare comunicazione come si fa in altre forme artistiche come il cinema o la fotografia, hanno rotto i confini e non devono più eseguire noiosi passi di dressage.
Il futuro della moda secondo Vogue
Questo risultato apre a nuove speranze e porta a interrogarsi sulla impellenza di riformare la vendita, la comunicazione e un sistema formativo superato. E soprattutto a creare la giusta misura fra tecnica e cultura, arte e artigianato, scienza e poesia. Anche Vogue ha creduto in queste nuove voci e ha creato un bel progetto di Made in Italy con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, The Italian New Wave, che porta nel mondo la creatività di questa nuova generazione di stilisti.
Clara Tosi Pamphili
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