È morto Lorenzo Riva, stilista di abiti da sposa che s’ispirò a Rotella, Fontana e Baj
Scompare all’età di 85 anni il couturier brianzolo classe 1938, protagonista di una lunga carriera baciata dall’apprezzamento delle grandi star internazionali. Negli Anni ’70 si lasciò ispirare dagli artisti della scena meneghina
Il suo primo atelier, Lorenzo Riva lo aprì che aveva appena compiuto i diciotto anni, quando i giornali già lo paragonavano a Yves Saint Laurent. Fin da bambino aveva vissuto nel mondo della moda, seguendo sua madre, mannequin appassionata di sartoria, che più tardi, agli inizi della carriera da stilista del figlio, gli avrebbe fatto anche da modella (come le altre tre figlie), indossando le sue prime creazioni. Nato a Monza il 3 ottobre del 1938, Riva ha si è spento all’ospedale San Gerardo della sua città natale a 85 anni, nella mattinata del 16 dicembre, per le complicazioni dovute al Covid. Nella sua carriera, longeva e costellata di successi e riconoscimenti, si è distinto tra i grandi creatori di alta moda ambasciatori dello stile italiano nel mondo, apprezzato da star internazionali e particolarmente amato per i suoi abiti da sposa (il primo, “creato” all’età di 11 anni per sua sorella; lui amava definirsi “il sarto delle spose”).
La carriera di Lorenzo Riva, tra abiti da sposa e cinema
Al 1972 risale il debutto in passerella della sua prima collezione, a Palazzo Pitti a Firenze; all’inizio degli Anni Ottanta, invece, già baciato dal successo, esordisce come direttore artistico di Balenciaga (lo scorso marzo il Museo Balenciaga di Getaria ha dedicato allo stilista la mostra Disegni dalla Maison Balenciaga (1943-1964). La collezione Riva. Archivio Storico dei Paesi Baschi, esponendo disegni provenienti da una collezione inedita di oltre 9000 disegni del tutto inedita). E anche gli anni successivi sono scanditi da tappe che raccontano di un crescendo creativo e imprenditoriale: nel 1984 apre due nuovi atelier in società con Luigi Valietti; nel 1991 debutta sulle passerelle romane dell’alta moda; nel ‘95 sfila per la prima volta con una linea di prêt-à-porter sulle passerelle milanesi. Diventa presenza assidua alla manifestazione Alta Roma.
Lorenzo Riva e gli artisti del Secondo Dopoguerra
Nel 2019, il Museo della Seta di Como (città cui Riva era molto legato, e dove ha avuto luogo l’ultima sua apparizione pubblica) lo celebra con la prima mostra mai allestita sulla sua carriera, a cura di Paolo Aquilini. Legata al traguardo dei cinquant’anni di attività di Riva, l’esposizione riunisce abiti, bozzetti, rassegne stampa internazionali, e sottolinea il valore delle collaborazioni umane e professionali intrecciate dallo stilista brianzolo lungo il percorso. Si inquadrano in questo contesto i lavori per il mondo del cinema, in qualità di costumista per I panni sporchi di Monicelli (1999), Il tempo delle mimose di Bracco (2013), La migliore offerta di Tornatore (2015). Tra le personalità celebri vestite da Riva si annoverano anche, tra le altre, Isabella Rossellini, Penelope Cruz, Jerry Hall, Chiara Mastroianni. Ben prima, però, sono i rapporti con i più grandi artisti del Secondo Dopoguerra italiano a stimolare la creatività di Riva, attivo frequentatore della scena culturale milanese tra gli Anni Settanta e Novanta. Alcuni dei suoi vestiti, per esempio, sono una diretta rielaborazione di celebri dipinti di Mimmo Rotella (ai suoi decollage, nel 2009, Riva dedica una collezione); ma l’ispirazione arriva anche da Enrico Baj e Lucio Fontana.
Negli ultimi anni, però, l’inerzia era cambiata. Al 2012 risale la cessione del marchio ad alcuni imprenditori tra i quali Antonio Rosati attraverso l’holding italiana HdC, che controllava la Lorenzo Riva & Company. Riva aveva mantenuto il suo ruolo di direttore creativo. Ma l’operazione non portò i risultati – di espansione internazionale – sperati. Il 5 maggio 2015, infatti, il Tribunale di Monza aveva dichiarato il fallimento della Lorenzo Riva & Company s.r.l, la società a cui faceva capo la maison brianzola di haute couture e abiti da sposa.
Livia Montagnoli
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