Armani Silos, lo spazio espositivo che dal 2015 custodisce a Milano il dedalo di bellezza creato da Giorgio Armani, racchiude un ulteriore tesoro nascosto: le ispirazioni che hanno dettato l’immaginario artistico dello stilista, da sempre legato al mondo dell’arte non solo perché incoraggia la fotografia attraverso iniziative di sostegno e l’organizzazione di mostre e programmi culturali presso Armani Silos, ma anche e per le ispirazioni provenienti dal mondo dei dipinti. Scoprirle è un viaggio che inizia andando indietro nel tempo, scavando tra ciò che è custodito nel museo.
Primavera Estate 1989: i balletti russi e Poiret
Partiamo dalla collezione Primavera Estate 1989, in cui la volontà generale dello stilista fu quella di prendere le distanze dalle esagerazioni degli Anni 80. Rintracciamo un tema caro al signor Armani: i balletti russi. Tra i look, spicca infatti il tributo ai costumi che Léon Bakst aveva progettato appunto per il Balletto Russo. Tutte le forme, dalla giacca dolcemente arrotondata ai pantaloni larghi e stondati, sono un ideale omaggio in chiave moderna allo stilista Paul Poiret.
Autunno Inverno 1993-94: Matisse e i suoi vasi di fiori
Passiamo alla collezione Autunno Inverno 1993-94, in cui lo stilista propone alla donna di essere intrigante attraverso l’applicazione di tessuti eleganti alle forme sportive e viceversa. In questa collezione, Giorgio Armani prende in prestito da Matisse una tavolozza che si estende dai beige pastosi e luminosi a verde giada, fucsia, arancioni e rossi, fino ai viola degli anemoni e delle rose del pittore francese. Gli abiti da sera richiamano irresistibilmente la passione dello stilista per Matisse e per i suoi vasi e fiori. Come risultato, stampe e ricami che diventano un insieme di colori che richiedono un gioco di proporzioni e forme essenziali.
Primavera Estate 1993: Paul Gauguin e Tahiti
Ci soffermiamo poi sulla collezione Primavera Estate del 1993, una cui parte è ispirata a Paul Gauguin e alle atmosfere calde di Tahiti. In questa collezione, pensata per la donna nuova cittadina del mondo, Giorgio Armani esprime una sintesi dei concetti fondamentali della sua creatività: l’amore per forme e decori etnici, in cui il sogno orientale viene filtrato da un velo di lusso occidentale attraverso ricami e materie preziosissime. La freschezza delle corone sui capi delle fanciulle è richiamata dalle coroncine di fiori, ispirate proprio a quelle dei dipinti polinesiani. La volontà dello stilista è precisa: seguire la via colta, tipica delle donne nord africane e orientali, di usare l’abito come cornice del viso femminile. La libertà, l’armonia e la naturalezza di un pareo annodato inseguono il sogno di un costume orientale.
1997: Anish Kapoor
È il 1997, il signor Armani desidera dichiarare il suo distacco dai modelli di vita e stile replicabili, nell’esaltazione della personalità dell’individuo, tendendo invece all’unicità. Troviamo nei tessuti una sofisticazione volta alla trasparenza; nelle forme esercitazioni infinite sulla malleabilità di ogni capo e nei colori la forza e la vitalità di corallo, indaco, turchese e viola, uniti ai grigi per cui lo stilista si è ispirato alle opere dello scultore indiano Anish Kapoor.
2000: Kandinsky
Giungiamo all’inizio del nuovo millennio, in cui Armani immagina una donna libera dagli stereotipi della moda, e anche in virtù di ciò le dona un’immagine ottimista, vitale e piena di personalità. Tra i fili conduttori di una collezione dalla progettazione complessa, come solo complesso può essere l’approccio a un cambiamento temporale così importante, ritroviamo stampe che sono libere ispirazioni al tratto e ai colori di Kandinsky, che si colgono negli abiti da giorno per poi esplodere in quelli da sera.
2001: Picasso
Passiamo alla collezione Autunno Inverno 2001. Tra strati di tulle, pieghe di gonne arricciate e volanti, paillettes giganti e rami di perline e cristalli, emergono il blu ricamato volto a creare un’armonia di incanto per gli abiti da sera, e il “periodo blu di Picasso”, un vero e proprio omaggio dello stilista al pittore, che ricrea atmosfere visive magiche.
2005 – 2010: surrealismo e Bauhaus
Il cammino tra le creazioni dei primi anni del nuovo millennio prosegue; appare chiara la propensione di re Giorgio verso l’arte surrealista: ce ne rendiamo conto nella collezione “Elle a du charme” dell’Autunno Inverno 2005-2006, i cui simboli surrealisti adornano i pezzi più importanti come il cuore di pietre sulla busta o la mano di camoscio trapuntato. Tutti dei veri e propri oggetti d’arte. Invece, nella Primavera Estate 2010 si allude al Bauhaus, traducendo visivamente il cambiamento del concetto di chic tra incontri e contrasti. Si fa strada una nuova geometrica modernità che gioca su grafismi e sfumature, in un percorso acceso di creatività.
Autunno Inverno 2022-23: art-déco
Concludiamo con la collezione Autunno Inverno 2022-23 il percorso nella creatività di Giorgio Armani, che sappiamo non concludersi qui, e rintracciamo segni di luce che si esprimono nella dimensione intima di un piccolo teatro. Questi bagliori mettono in risalto un’altra passione artistica, ovvero quella per l’art-déco, affine allo stilista per modernità, linearità e rarefazione.
Elisa Cazzato
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