La filiera produttiva del settore moda è da sempre al centro delle polemiche per il suo impatto ambientale. Oggi una parte dei consumatori ha acquisito un certo livello di conoscenza e consapevolezza riguardo la tematica sostenibilità, e per questo sono continuamente alla ricerca di informazioni dettagliate sui processi produttivi dei brand da cui desidererebbero acquistare. Perché essere consapevoli di una problematica sociale e ambientale significa interiorizzarla, per poi cercare di partecipare attivamente alla sua soluzione. Tutto questo è avvenuto grazie ad una forte diffusione dell’informazione: organizzazioni no-profit, Commissione Europea e moltissime aziende che lavorano quotidianamente con le politiche ESG hanno contribuito significativamente. Ma la moda, un settore produttivo che non può esimersi dal rispondere con il medesimo impegno, ha deciso di sfruttare il potenziale dello sviluppo tecnologico per farlo.
Tracciabilità e Trasparenza: il vero turning point del settore
La problematica principale del settore risiede nel suo ciclo produttivo. Complessità, frammentazione e disclosure sono gli aspetti più difficili da affrontare per un brand. Alcuni di essi hanno adottato tecniche di nearshoring per favorire una produzione non solo più sostenibile ma anche più controllata, favorendo la costruzione di nuovi poli produttivi situati nel paese di origine del marchio. Altri hanno deciso di investire fortemente sull’identificazione univoca del prodotto, ovvero ciò che più comunemente è conosciuto come passaporto digitale di un prodotto. Durante la 22esima edizione del Milano Fashion Global Summit 2023, Francesco Pieri – Managing Director di Temera, azienda leader nella tracciabilità dei processi produttivi delle aziende del fashion&luxury – ha affermato: “Se un’azienda vuole implementare in maniera seria una politica di sostenibilità […] non si può non passare da una tracciabilità. Tracciare le fasi e chi sono gli attori che operano lungo la filiera”. Tale affermazione esprime perfettamente come la sostenibilità e la tracciabilità siano concetti che vanno mano nella mano. Non c’è sostenibilità senza tracciabilità del prodotto, che si ottiene grazie alla tecnologia blockchain, quindi un registro di dati condiviso e immutabile. Nonostante le difficoltà derivanti dalla diversità e dalla frammentazione dei processi produttivi, la catena di fornitura è un aspetto fondamentale dell’industria della moda che non può più rimanere confinato tra i segreti delle aziende. Francesco Pieri ha anche illustrato come il concetto di utilità nella tracciabilità del prodotto si sia evoluto nel tempo in base ai bisogni espressi sia dal consumatore sia dalle imprese. È possibile quindi affermare che si tratti di un percorso in continua evoluzione, nel quale le aziende non devono assolutamente perdere il passo e soprattutto sottrarsi all’importanza dell’obiettivo comune.
Le migliori pratiche per una moda circolare
L’adattamento delle imprese a sistemi di produzione circolare è un altro elemento fondamentale per un effettivo impegno sostenibile. Data l’importanza della tematica, annualmente si sviluppano alcuni progetti come il Monitor for Circular Fashion. L’obiettivo cardine che lo denota a livello di settore è promuovere una transizione verso modelli di business circolari, diffondendo best practice e promuovendo la condivisione di competenze tecniche, manageriali e scientifiche. Attraverso un approccio multi-stakeholder, si coinvolgono le principali aziende di moda e gli attori della filiera. Ad essi si unisce anche il Sustainability Lab di SDA Bocconi svolgendo il ruolo di partner scientifico, mentre Enel mette a disposizione la sua expertise per la formulazione di validi ed efficaci KPIs (indicatori di performance) sulla circolarità, ottimizzando la misurazione delle performance. I principali risultati dell’edizione 2023 hanno evidenziato diversi benefici nell’implementazione di iniziative circolari, tra cui: un miglioramento della brand reputation e una maggiore consumer loyalty. Allo stesso tempo non sono mancati ostacoli di settore: i costi elevati, la disponibilità di tecnologie nonché infrastrutture adatte per la gestione dei rifiuti e l’approvvigionamento di input sostenibili. Di conseguenza, per la realizzazione di una moda circolare sono richieste un impegno multisettoriale e infrastrutture innovative che siano in grado di alleviare la complicata gestione del riciclaggio dell’industria dell’abbigliamento. I Digital Twins, ovvero una rappresentazione digitale per la creazione di un prodotto fisico, sono un ulteriore passo tecnologico verso una moda circolare. La loro importanza risiede nella mitigazione dell’impatto ambientale dell’industria. Anche i tessuti digitali 3D apportano un contributo efficace, sostituendosi alle più dannose modalità di produzione della filiera tradizionale. Ad oggi è quindi evidente quanto l’innovazione tecnologica svolga un ruolo centrale nell’individuazione di nuovi approcci più sostenibili in moltissime fasi del ciclo di vita di un prodotto.
Giulia Bracaloni
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