A Barcellona un edificio modernista diventa passerella in occasione della Fashion Week 2024
Il Recinto Modernista di Sant Pau, Patrimonio dell’Umanità dal ‘97, è stato protagonista della settimana della moda in Catalogna. A seguito delle sfilate, abbiamo selezionato alcuni stilisti per estro e creatività
Al di là dei confini di Milano eParigi – le due settimane della moda più attese e popolate sia dai grandi marchi del lusso sia da altri ritenuti “emergenti” -, esistono eventi che danno spazio a talenti ancora estranei a molti. Sono un modo per dire che sì, gli stilisti esistono anche al di fuori delle conclamate capitali della haute couture. È il caso della Fashion Week di Barcellona, tenutasi dal 9 al 12 aprile 2024 e organizzata da 080 Barcelona Fashion, piattaforma che promuove il settore in Catalogna. Un mix tra vecchi e nuovi mezzi di comunicazione, la cui cornice è stata il Recinto Modernista di Sant Pau, il complesso modernista più grande d’Europa iniziato nel 1902 dall’architetto Lluís Domènech i Montaner e dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1997. Il risultato di questa mescolanza? Stilisti diversi ma accomunati dalla necessità di essere scoperti, perché il vero sostegno è quello che proviene dal pubblico. Artribune ne ha selezionati tre, ciascuno caratterizzato da una cifra stilistica, con l’intenzione di ribadire che Barcellona ha una settimana della moda da seguire, e che anche fuori Madrid c’è una “vita modaiola”.
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Dominnico
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Avec Amour
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Bielo
Dominnico è un marchio di prêt-à-porter fondato nel 2016 a Barcellona dal suo direttore creativo Domingo Rodríguez Lázaro (1994). Il brand, che lavora con la premessa della “moda lenta” e si caratterizza per “la meticolosità nella modellistica, la ricerca di nuovi tessuti e materiali, la sostenibilità nei processi e la visione futuristica della moda che mira a rivolgersi ad un pubblico eterogeneo in cui i valori di inclusione e libertà sono il filo conduttore di tutte le sue collezioni”, ha presentato una collezione autunno inverno 2024 molto legata all’estetica anni Duemila, in chiave contemporanea e al contempo audace. Dettagli in pelo, cinghie, gonne mini, top in pizzo e maxi tasche ricordano i cantanti pop (da Christina Aguilera a Britney Spears) che hanno fatto anche una piccola parte di storia del costume. L’effetto è nostalgico ma rispetta i gusti di una grande fetta di membri della Gen Z, e questo diventa centrale per “guadagnare terreno”.
Delicata, seppur acerba, la collezione autunno inverno 2024 di Avec Amour mette in chiaro la volontà di parlare ad un pubblico giovane, sicuramente, ma con una visione romantica e ancora adolescenziale della vita, che viene tradotta in pizzi, morbidi drappeggi, bianco candido, trasparenze rispettose della propria privacy, qualche capo in stile preppy (quindi legato ai collage americani), fiori applicati su camicie pseudo-tradizionali e tocchi di nero che evidenziano il contrasto tra la loro visione e il mondo vero. Una delicatezza che prende forma grazie alla stilista María Undo, direttrice creativa del marchio, insieme al compagno Daniel de Villanueva. Non per altro, i loro abiti partono dalla “necessità di ribaltare tutto ciò che ruota attorno alla natura, all’amore e alla giovinezza; il bello e puro; il desiderio; la malinconia che fa esplodere il cuore, o il più feroce degli estasi. È un’introspezione attorno alla nostalgia e un inno a tutti i sentimenti scatenati dalla veemenza”. A questo si aggiunge il fatto che ogni pezzo è realizzato a mano in uno studio a Valencia (Spagna), con tessuti vintage o di scarto acquistati dai mercati costieri nel corso degli anni. E poi le borse, grandi o piccole, sono delle opere d’arte portabili ed impreziosite da dipinti che sono il testamento d’amore dei due talenti: lui inviava a lei opere d’arte con su scritto Avec Amour, e l’amour è nato veramente.
Bielo, minimalista ma giocoso nei tessuti che spaziano da fine maglia color pastello ad altri impreziositi da micro perline che sostituiscono i fili. Il marchio è tutto un gioco di top plissettati, gonne che superano il ginocchio davanti e lo sfiorano da dietro, cuffie con decori semplici, borse capienti ma plasmate a mo’ di vasi (non lo sono, però, e questo rende divertente la collezione autunno inverno 2024). Nel complesso si percepisce, pure dalla soundtrack della sfilata, che sono le onde del mare a spingere gli abiti, ad unirli in un’unica stagione che viene accompagnata dal rumore dell’acqua che dolcemente arriva sulla spiaggia, e che assume quasi le connotazioni della primavera estate, come il clima spagnolo insegna. Probabilmente è il marchio più maturo della Barcelona Fashion Week; e ciò non significa che debba arenarsi (sempre parlano di mare), piuttosto che dovrebbe ripartire dalle proprie capacità, ora più note, per sviluppare una personalità totalmente propria. C’è speranza, dovuta anche al manifestato rispetto per il tessuto.
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Giulio Solfrizzi
Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.