Ha promosso la moda italiana nel mondo, inventato una tecnica di stampa su tessuto e vestito grandi dive, come Eleonora Duse e Francesca Bertini, ma dopo un successo breve ma strepitoso è stata dimenticata. Maria Monaci Gallenga (1880-1944) nasce a Roma da Ernesto Monaci, professore di filologia alla Sapienza ed Emilia Guarnieri, e vi trascorre un’infanzia spensierata, nell’ambiente intellettuale degli amici dei genitori. Nel 1903 sposa l’oncologo Pietro Gallenga, dal quale ha quattro figli. La sua carriera artistica comincia dieci anni dopo, quando espone al Lyceum alcuni arazzi dipinti con succhi d’erba e ispirati ad opere di Raffaello e Michelangelo (ai quali affianca presto la produzione di tessuti di moda e d’arredo acquistati in Francia) che produce nel villino di famiglia con l’aiuto di alcuni parenti, attraverso processi di stampa brevettati da lei. Comincia così un periodo di successi, prima italiani e poi internazionali: le stoffe stampate da Gallenga vengono esposte alla Mostra della moda femminile in via Margutta a Roma e nel 1915 nel padiglione italiano, progettato da Marcello Piacentini, alla Panama-Pacific International Exposition di San Francisco, e alla III Esposizione internazionale d’arte della Secessione romana.
I tessuti di Maria Monaci Gallenga
Stampati con matrici di legno e polveri metalliche, permettevano alla stilista di ottenere effetti sfumati di grande effetto, valorizzati da disegni ispirati alle stoffe lucchesi medievali. Grazie all’amicizia con artisti come Antonio Maraini e Vittorio Zecchin, Gallenga partecipa a mostre internazionali ad Amsterdam e Parigi, mentre a Roma propone abiti ispirati ai dipinti di Beato Angelico e Pinturicchio alle signore dell’aristocrazia capitolina. Lo spirito imprenditoriale la porta ad aprire la Bottega Italiana in via Veneto, che dal 1920 sarà la sede della Società arte moderna italiana (A.M.I.), “finalizzata alla promozione e alla diffusione dei prodotti dell’arte decorativa italiana anche all’estero – scrive Gloria Raimondi – attraverso esposizioni e varie iniziative”.
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Il successo internazionale di Maria Monaci Gallenga
Nel 1921 e 1922 organizza l’Esposizione d’arte italiana moderna, rassegna itinerante in diverse città dei Paesi Bassi, dove sono esposte, accanto ai suoi tessuti, gli arazzi e i vetri di Vittorio Zecchin, le piccole sculture di Duilio Cambellotti, i ferri battuti di Alberto Gerardi e i buccheri di Francesco Randone. Una formula fortunata che convince Maria ad aprire la Boutique Italienne nel 1926 a Parigi, dove l’anno precedente aveva vinto il Gran prix all’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes. Il negozio è una vera e propria vetrina delle arti decorative italiane, dai vetri ai ricami, dalle ceramiche agli oggetti in legno prodotti dagli artigiani della Val Gardena fino ai pupazzi intagliati realizzati in Sardegna da Edina Altara. Dopo la crisi del 1934 la Gallenga chiude la boutique e torna in Italia per occuparsi di arredamenti di dimore private prima di trasferirsi con la famiglia durante la guerra nella villa Le Masse sul Trasimeno, dove si spegne il 28 giugno 1944. Dimenticata per decenni, è stata riscoperta negli Anni Ottanta da Karl Lagerfeld e Umberto Tirelli, che ha acquistato l’archivio, con più di 1000 stampi originali in legno.
Ludovico Pratesi
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Ludovico Pratesi
Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…