Match point. Tra le ultime uscite cinematografiche a risaltare per aspettative e influenze, derivanti dai carpet, c’è Challengers. Il film, dalla trama intricata, si conferma a poco dalla sua uscita il trampolino di lancio per una nuova estetica, il tennis-core. Con gli occhi sempre puntati sulla palla, la trama ruota attorno a un campo da tennis durante un Challenger, da cui ne deriva il titolo. Tashi Duncan, una giovane ex prodigio del tennis, interpretata da Zendaya, ha la responsabilità di riportare al successo il marito, tennista oramai in crisi, Art Donaldson, portato in scena da Mike Faist. La storia si fa intrigante con l’entrata di Patrick, impersonificato da Josh O’Connor, ex migliore amico di Art e vecchia fiamma di Tashi. A colpi di racchetta, vengono portate alla luce le rivalità, i sentimenti spesso inespressi, l’amicizia dei due e il potere della donna sia dentro che fuori il campo, in un gioco tra presente e passato.
“Challengers”. Tra costumi e tennis-core
Scenografie, colonna sonora, design: tutti pezzi che combaciano perfettamente nel puzzle di un’opera che crea un mondo ricco e curato nei minimi dettagli. La scelta di Luca Guadagnino per il design ricade su Jonathan Anderson, direttore creativo di Loewe e capostipite della sua etichetta JW Anderson, che ha saputo dare vita ai personaggi grazie alle differenti scelte stilistiche, racchiudendo, nella scelta dei capi, tutte le emozioni suscitate dal film e di ogni singolo ruolo interpretato. Ciò che lo stesso Anderson afferma è che gli outfit si compongono di elementi “ovvi” con, come reference di base, lo stile “preppy” degli Anni Ottanta, tra camicie Oxford e elementi della sottocultura. L’estetica che il fashion designer conferisce ai tre personaggi cambia nella loro crescita trasmettendo ciò che è il cambiamento della loro personalità; successivamente, infatti, negli outfit di Patrick si coglie l’arroganza dell’uomo, come la comodità di Art e la rigida ambizione di Tashi. Il lavoro che Anderson compie alle spalle di ogni singolo ruolo è ben studiato. Per Tashi, dalla personalità seduttiva e goliardicamente subdola, sono stati scelti outfit che, seppur apparentemente lineari, creano dinamismo nella silhouette esprimendo appieno l’inquietudine mista al controllo che caratterizza la ex prodigio. Per il personaggio di Patrick, lo stilista si ispira a John F. Kennedy Jr. Immortalato con il suo cane in un parco negli Anni Novanta, dal giovane Kennedy arriva anche l’ispirazione dell’iconica t-shirt “I told ya”, che è apparsa non solo nel film ma anche nei carpet. Infine, per il ruolo di Art, la personalità del personaggio ha portato a una scelta di outfit che diventano metafora del confine tra ciò che realmente Art è, e ciò che è diventato con Tashi. La forza comunicativa della moda di Anderson con gli altri pezzi del puzzle ha reso Challengers un trampolino di rilancio per l’estetica tennis-core.
Identikit del tennis-core
Questa estetica non è del tutto nuova. Il periodo chiave per il tennis e la moda sono gli Anni Settanta e Ottanta, quando questo non era solo uno sport ma un fenomeno culturale che influenzava la società. I riferimenti storici si riflettono nelle collezioni e nelle creazioni di fashion designer contemporanei. Lacoste e Ralph Lauren sono senza dubbio due marchi conservatori dell’estetica in questione, così come polo a righe, gonne a pieghe e pantaloni slim fit sono i pilastri del tennis-core, realizzati con tessuti tecnici e dettagli funzionali che si fondono con silhouette pulite. La versatilità delle linee minimaliste crea un perfetto equilibrio tra forma e funzione, permettendo quindi di indossare i capi sia durante l’allenamento che in occasioni speciali, come si è ben visto dai carpet della premiere. Nell’estetica contemporanea, per completare l’outfit, le calzature per eccezione sono le sneakers bianche o, come visto in Challengers, i sandali. Invece, il make up prende spunto dall’estetica “clean girl” e i capelli sono raccolti. In definitiva, il tennis-core coniuga l’eleganza senza tempo della storia e la cultura del tennis con la praticità e la poliedricità dell’abbigliamento sportivo, creando un nuovo standard sofisticato, dinamico e senza tempo.
I look del press tour di “Challengers”
L’impatto mediatico del film di Guadagnino è stato notevole, fomentato soprattutto dagli outfit visti sui carpet durante le premiere internazionali. Un ottimo esempio ne sono gli abiti scegli per Zendaya da parte del suo stylist Law Roach, tra abiti personalizzati di Loewe, Jacquemus e Thom Browne, oltre a capi vintage d’archivio di Ralph Lauren, Vivienne Westwood e Louis Vuitton. Quando il tennis incontra la moda, il risultato è certamente quello visto nel corso della premiere di Londra con il custom Thom Browne, che riprende l’estetica della racchetta sia nei dettagli sia nella scelta dei tessuti nella parte bassa della gonna. Altri outfit tipici dell’estetica sono anche il vintage Vivienne Westwood della premiere londinese, che ricorda una versione di Lola Bunny tennista, e il mini dress firmato Ralph Lauren d’archivio a Milano. Per quanto riguarda la “I told ya” mania, la T-shirt stampata è stata vista per la prima volta sul carpet della premiere di Roma, indossata proprio da Jonathan Anderson e abbinata ad un completo elegante. Successivamente, durante la premiere di Londra, lo stesso slogan si è ripresentato sulla camicia di Josh O’ Connor, per poi mostrarsi in uno scatto di Zendaya durante il tour promozionale; indossata over, con pantaloni morbidi sotto un trench. Se l’intento di Anderson era creare outfit da tutti i giorni, l’obiettivo è stato ben raggiunto, la viralità social della t-shirt infatti ha portato a un interesse da parte del pubblico nei confronti di Loewe.
Erika del Prete
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