Alessandro Michele svela la sua prima collezione per Valentino. E fa discutere
L’opulenza degli Anni ‘60 e ‘70 ha avuto la meglio. Ma il debutto anticipato di Alessandro Michele, che svela anzitempo la collezione Resort 2025, divide il mondo della moda. E ci si chiede quale sarà la direzione di Valentino
Come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la collezione Resort 2025 di Valentino. La prima disegnata da Alessandro Michele, il neo direttore creativo della maison il cui debutto si prevedeva a settembre 2024 durante la Paris Fashion Week Donna.
La collezione Resort 2025 di Valentino by Alessandro Michele
Così non è stato e il mondo della moda, un lunedì mattina qualunque, si è catapultato sui social per trovare la risposta a una domanda ben precisa: è veramente Valentino o ricorda l’operato di Michele da Gucci? Il pubblico si è diviso e gli abiti dovrebbero fare questo, ovvero avviare un confronto tra più persone. Ma il dibattito si è concentrato su “chi ha copiato cosa” e, invece, dovrebbe condurre alla riflessione e alla ricerca negli archivi storici della maison romana.
Alessandro Michele alle origini di Valentino con l’opulenza degli Anni ’60 e ‘70
Infatti, tra gli Anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, lo stilista Valentino Garavani confezionava abiti d’alta moda opulenti e in linea con lo spirito dell’epoca. Frange, broccati, pois, trame diverse messe assieme, cinture sopra a cappotti, mantelle, dettagli gioiello, turbanti e tante altre manifestazioni di una certa e limitata fetta della società erano i codici stilistici di un marchio indossato da Jackie Kennedy e dalla New York dei salotti patinati. Uno stile vagamente hippie ma chic. Tutta un’altra storia rispetto a ciò che la maison è diventata a partire dagli anni Ottanta, una versione minimalista rispetto alle origini e più vicina a ciò che l’ex direttore creativo Pierpaolo Piccioli ha modernizzato e reso manifesto di Valentino.
Il cambiamento di Valentino con Alessandro Michele
L’effetto qual è stato? Per un periodo assai lungo, una quarantina d’anni interrotti da qualche abito non incentrato sulla monocromia e sulla struttura, le persone hanno associato la maison ad abiti svolazzanti o trasparenti, tessuti essenziali e corpi valorizzati da una sapiente lavorazione dei materiali. Cambiato direttore creativo, cambia anche la visione della maison, e non si tratta di uno stravolgimento ma della rilettura di una parte d’archivio che fino a oggi non era riemersa. Allo stesso tempo, siamo di fronte all’affermazione della visione artistica di Michele che ha fatto dell’ostentazione il proprio linguaggio, incompreso poiché legato a un periodo storico che appartiene ormai a pochi e che vede nell’addizione, anziché nel più moderno principio della sottrazione, un valore aggiuntivo. Eppure, siamo solo Avant les Débuts (prima degli inizi, come il nome della collezione Resort 2025): nulla è ancora detto sul futuro di Valentino.
Giulio Solfrizzi
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