Il settore della moda sta affrontando uno stato di emergenza legato a diversi fattori, tra cui una crisi dei rifiuti tessili che ha reso la transizione sostenibile non più una scelta. Anche se potessimo dimenticare completamente le conseguenze che ha sull’ambiente, sul clima, su esseri umani e animali, una società iper consumista e basata sullo spreco, dal punto di vista teorico, non potrebbe comunque mai funzionare. Vediamo cosa è successo a giugno 2024 nel settore della transizione sostenibile della moda.
“Critical Fashion” ospite al Museo Macro
Nella prima settimana di giugno 2024, il Museo Macro ha ospitato un convegno sulla moda critica, il settore in continuo divenire che riflette, si oppone, costruisce alternative e pone il pensiero critico all’interno del mondo del fashion. Una ‘Critical Fashion’ costruttiva quella curata e ideata da Dobrila Denegri, che ha riunito alcune tra le figure più attive nei fenomeni di moda critica sul panorama internazionale. Una pluralità di voci tra curatori, stilisti, artisti, ricercatori e accademici ha aperto un dibattito sul futuro della moda secondo le diverse prospettive culturali, accademiche e artistiche, chiedendosi se e come sia possibile creare un dialogo tra questi mondi confinanti. Dalle pratiche concettuali e sperimentali e dalle riflessioni sull’evoluzione della didattica contemporanea è emersa la potenza del confronto tra diversi settori.
Il podcast What The Fashion
What The Fashion è il podcast di Abiti Puliti dedicato al fenomeno del fast fashion e le sue ricadute su società, lavoratrici e i lavoratori, e sull’ambiente. Il progetto, alla sesta puntata, è realizzato da Giuliano Greco e Ilaria Zanardi con il contributo della Regione Liguria. Attraverso le voci e il coinvolgimento degli esperti del settore si cerca di fare chiarezza per comprendere origini e meccanismi del fast fashion, aumentare la consapevolezza dei consumatori e studiare percorsi che possano invertire la rotta. Si analizza il fenomeno della moda veloce: come, quando è nato e come si è rapidamente diffuso diventando parte integrante del nostro quotidiano. Si esaminano l’industria tessile e l’aumento smodato di rifiuti che genera, le regolamentazioni esistenti e i prossimi passi da intraprendere. Si esplora il dialogo tra arte e attivismo sociale come binomio riflessivo in grado di cambiare il corso degli eventi. Si indaga il lavoro all’interno dell’industria e come i lavoratori debbano lottare per vedere rispettare i propri diritti, secondari rispetto al profitto e alla produzione. Infine, la sesta puntata dà voce a una vittima del fast fashion, oggi attivista dei diritti umani, Bego Demir, ex lavoratore di una fabbrica tessile in Turchia e ha contratto una malattia mortale, la Silicosi, causata dall’esposizione prolungata al biossido di silicio in forma cristallina, la sabbia utilizzata per trattare il denim.
Seta e grafite in una simbiosi ingegnerizzata
L’unione di questi due materiali antichi è capace di esaltare le caratteristiche di entrambi. La Thermo Seta T.Silk del marchio certificato Cosetex, è già di suo un materiale sostenibile, provenendo dai cascami di seta a filo discontinuo quindi scarto del filo di seta continuo utilizzato dalla haute couture. Una delle fibre tessili naturali più antiche, simbolo di bellezza ma anche molto performativa, perfetto termoregolatore per il corpo umano grazie alle caratteristiche delle proteine che mantengono costante ed in equilibrio la temperatura corporea, evitando sbalzi climatici e sudorazione, l’utilizzo prolungato inoltre rigenera la pelle. Un sistema agricolo sostenibile e circolare, ideato e prodotto in Italia e con brevetto nazionale ed Europeo utilizzato per tessuti e imbottiture 100% seta. Si unisce ad un minerale usato fin dai tempi degli Antichi Romani, che ha accompagnato la storia dell’uomo attraverso uno degli oggetti più iconici e diffusi: il lapis. Oggi, la grafite scarto inevitabile di processi produttivi è stata ingegnerizzata da Alisea in g_upgraded. Tra le innovative applicazioni di questo ingrediente c’è g_pwdr, un pigmento per la tintura dei tessuti tra cui la seta. g_silk è un percorso tra innovazione, design e economia circolare che rende la seta più luminosa e resistente e la grafite più soffice e indossabile, insieme questi due ingredienti preziosi incrementano la protezione ai raggi UV e rendono maggiormente omogenea la capacità di termoregolazione oltre a donare una cangiante luminosità al tessuto grazie alla struttura lamellare di “Upgraded Recycled Graphite” che favorisce la rifrazione della luce e crea variazioni di intensità di colore. Un materiale nuovo, teso a migliorare le performance e l’impatto ambientale
Costumi mestruali
Il nuovo trend dei costumi mestruali per l’estate 2024 risolve una questione necessaria in ottica sostenibile, ancor di più in Italia, dove il governo, raddoppiando nuovamente la tampon tax, obbliga il Paese a un passo indietro sugli acquisti delle donne, trasformando gli assorbenti mestruali da bene di prima necessità a bene di lusso. Sisters Republic, Lelambu, Oduho e The Eco Women sono solo alcuni dei marchi che propongono l’articolo che sta invadendo il web.
State of Fashion Biennale 2024
State of Fashion nasce ponendosi la domanda: come può la moda contribuire a un mondo migliore? È una piattaforma che si occupa di un’alternativa all’attuale sistema della moda, ponendo al centro del settore le domande e le sfide della contemporaneità tra inclusività, sostenibilità e nuove pratiche creative e di ricerca. La relativa biennale, alla sua seconda edizione, si è svolta dal 17 maggio al 30 maggio 2024. Ties that bind, il titolo di quest’anno, riunisce pratiche creative nella moda, nel tessile e nell’arte contemporanea provenienti dal Sud del mondo. Curata da Louise Bennetts e Rachel Dedman in collaborazione con Sunny Dolat, Kallol Datta e Hanayrà Negreiros si svolge tra Arnhem, città base, Nairobi, Bangalore e San Paolo. Questa edizione ha esplorato nelle diverse città la complessità della tradizione, il potere della conoscenza indigena e il potenziale politico dell’abbigliamento.
Viscose Journal, issue 6
Fresca di stampa la sesta issue del Viscose Journal, il magazine che si occupa di Moda Critica, lanciato nel 2021 tra New York e Copenhagen. Il magazine indipendente, libero da spazi pubblicitari, esce con cadenza irregolare pubblicando scritti critici e progetti di ricerca che vengono firmati da autori del mondo accademico, dell’arte, della moda e della letteratura. I numeri tematici sono concepiti in collaborazione con istituzioni e musei con l’obiettivo di dare spazio ed espandere la ricerca e la critica della moda. L’ultimo numero presentato dal fondatore e caporedattore Jeppe Ugelvig durante il Critical Fashion di Dobrila Denegri, insieme alla co-curatrice Laura Gardner, si intitola TEXT e si focalizza sulla moda costruita attraverso le parole, il linguaggio e la scrittura, gli effetti estetici e critici dello scrivere di moda. In Italia è in vendita da Reading Room a Milano, da Spazio Punch a Venezia e da Frab’s Magazine online, oltre che sul sito ufficiale di Viscose Journal.
Yuima Nakazato, ‘Beyond Couture’
Il 15 giugno ha inaugurato la prima retrospettiva di Yuima Nakazato, Beyond Couture. A Calais (Francia), nel Museo del Merletto e della Moda, la mostra sarà aperta fino al 5 gennaio 2025. Per l’esposizione sono stati selezionati più di 50 look dagli archivi del brand, presi in prestito dalle collezioni già presentate alla Haute Couture week di Parigi dal 2016 ad oggi. Oltre agli abiti, è presente una serie di disegni e campioni di materiali sperimentali e inediti di un brand di alta moda che contribuisce positivamente alla transizione sostenibile, attraverso la selezione di materiali biologici certificati, come il cotone organico dell’Uzbekistan.
Margherita Cuccia
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