Nel cuore della Valle della Loira, ad Amboise, sorge lo Château du Clos Lucé. Noto per aver accolto Leonardo da Vinci negli ultimi tre anni della sua vita, il castello oggi apre le porte alla mostra Léonard de Vinci et les Parfums à la Renaissance, curata da Carlo Vecce e Pascal Brioist e visitabile fino al 15 settembre.
La mostra “Léonard de Vinci et les Parfums à la Renaissance”
Sessanta oggetti e trenta fragranze permettono al visitatore di accompagnare alla percezione visiva dei pezzi il profumo degli stessi, mediante dei dispositivi olfattivi che diventano parte della scenografia, offrendo un’esperienza multidimensionale. L’obiettivo? Stimolare la sensibilità nei confronti del contesto storico e di rievocarne la percezione emotiva.
L’idea della mostra nasce con la scoperta di un documento a Firenze che racconta il viaggio di una giovane donna di nome Caterina: ben presto si è scoperto che a scrivere di questa donna era il padre di Leonardo da Vinci, che raccontava la storia della madre dell’artista. La scoperta ha posto le basi a ulteriori ricerche che hanno condotto i due curatori in un viaggio che parte da Istanbul, all’epoca Costantinopoli, e arriva all’Italia e poi ad Amboise. Il percorso multisensoriale, infatti, inizia dalla storia di Caterina ripercorrendo l’epoca rinascimentale. In questo, distintivi sono l’uso e lo studio che da Vinci attua sul profumo: nel percorso emerge come l’artista ha da sempre cercato di dare una tridimensionalità alle sue opere, facendo interagire più sensi contemporaneamente. E se, come lo stesso afferma, sono i dettagli a fare la perfezione ma la perfezione non è un dettaglio, la consapevolezza a cui porta il viaggio è di come in ogni opera Leonardo inserisca un elemento riconducibile ad un profumo.
Tra Leonardo da Vinci e i profumi del Rinascimento
Il viaggio olfattivo si impregna tra fragranze che ricordano l’acqua di rose, il legno, l’ulivo e il muschio, in un tour che attraversa Costantinopoli, il Mar Mediterraneo e l’Oriente, tra i tanti altri luoghi. Il percorso multisensoriale parte sulle montagne del Caucaso, per poi passare all’arrivo di Caterina a Venezia. La visione odierna del profumo si distanzia totalmente dall’idea che gli veniva data nell’epoca rinascimentale, circoscritto alla classe sociale più elevata e utilizzato come arma di seduzione o spesso come strumento per nascondere odori poco piacevoli. Il profumo e le paste profumate ai tempi venivano protette all’interno di scatole pregiate, lavorate da veri e propri artigiani scultori come lo era il padrone per cui la stessa Caterina lavorava. L’evoluzione delle fragranze va di pari passo all’evoluzione del costume, contaminandosi con la cultura bizantina e araba. Giunti a Firenze, il percorso di Caterina e del giovane Leonardo si incastrano, le fragranze si arricchiscono di sfumature vegetali quali l’ulivo e il gelsomino, che rievocano la terra natale dell’artista.
Le tecniche di estrazione delle fragranze durante il Rinascimento
Il viaggio olfattivo di da Vinci si impreziosisce di odori di agrumi e lo spettatore viene accompagnato attraverso le due tecniche di estrazione della fragranza: la macerazione e la distillazione. I profumi di arancio e limone si affiancano a odori di resina, oli e vernici, che raccontano gli odori nello studio dell’artista tra riedizioni di libri e disegni originali appartenenti al genio. In particolare, durante il percorso catturano l’attenzione le diverse interpretazioni delle ricette delle fragranze e realizzazioni dei disegni di Leonardo come “L’uccello di Cipro”, anche detto “Uccelletto di Venere”, e il collier della “Dama con l’ermellino”. Passando poi per la Lombardia fino alla Francia, le fragranze spaziano tra odori di minerali, vegetali e animali. Al termine del percorso sensoriale, a emergere è una nuova consapevolezza sull’operato del genio, in ogni sua opera è sempre presente un elemento riconducibile a un odore. Ed essendo il senso dell’olfatto, così come del gusto, strettamente collegato al lobo temporale, nonché alla memoria, il viaggio multidimensionale regala e lascia allo spettatore un iter introspettivo che si divide tra il vissuto e gli studi di da Vinci, e le rimembranze del visitatore che odora.
Erika del Prete
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