Storia delle infradito. Amate e odiate dall’antico Egitto al Giappone fino alle passerelle

Le infradito sono un modello antichissimo che i faraoni già indossavano. Poi sono stati riscoperti in Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale. Qui tutta la loro storia

La storia del costume ambisce a raccontare le abitudini stilistiche degli esseri umani ricostruendo il passato di abiti e accessori. Tra questi figurano le infradito, le calzature composte da suola e stringa a forma di Y, che parte dall’inizio dell’arco plantare destro e sinistro e termina in un punto fra l’alluce e il secondo dito. Oggi si vedono in spiaggia o per le strade delle mete estive, ma anche le grandi città stanno accogliendo questo modello di scarpe dalle origini antiche e in voga soprattutto negli Anni Novanta e Duemila sulle passerelle dei marchi di moda.

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I sandali-infradito di Tutankhamon

Storia delle infradito: dall’antico Egitto alla Mesopotamia

Il primo vero modello di infradito risale al 3500 a.C., quando nell’antico Egitto vanivano indossati dai faraoni, oppure da uomini facoltosi e sacerdoti, per affermare il proprio status sociale. Di tipologie ne esistevano svariate: ad esempio, i sandali-infradito più semplici avevano la suola in cuoio o in papiro intrecciato. La testimonianza della loro esistenza, e soprattutto della loro forma, è raffigurata sul trono di Tutankhamon: il faraone e la sposa condividono un paio di infradito simili ai moderni sandali, indossandone uno ciascuno. Ciò simboleggia non solo la loro ricchezza poiché in materiali preziosi, ma anche la condivisione del matrimonio e del potere in qualità di coppia. A questa testimonianza se ne aggiunge un’altra in Mesopotamia, una lastra di pietra risalente al 2250 a.C. e raffigurante il re Naram-Sin con le infradito.

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Zori giapponesi, via Ekobed

Storia delle infradito: in Giappone e non solo

La loro storia prosegue negli anni fino ad arrivare nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, quando i soldati americani scoprirono in Giappone gli zōri, una tipologia di infradito antichissima indossata con i calzini. Sono simili al modello occidentale, ma fatti di paglia di riso o altre fibre, stoffa, legno laccato, pelle e gomma. La loro peculiarità è l’hanao, la stringa spessa che tiene unito il piede alla calzatura, insieme alla struttura particolare della scarpa: il tallone dovrebbe sporgere di circa 1 cm dietro e il mignolo non dovrebbe avere nulla su cui poggiare. Esiste un’ulteriore distinzione tra zōri femminili e maschili: i primi hanno l’hanao rosso e possono essere in vinile per le occasioni formali o in stoffa per le cerimonie; i secondi sono caratterizzati dall’hanao bianco o nero. Rimangono un esempio antico di sandalo, indossato oggi con gli abiti tradizionali poiché considerato un “caso eccezionale” della moda giapponese, infatti non viene usato nella quotidianità.

un esempio di zori con calzini in giappone foto via wikipedia Storia delle infradito. Amate e odiate dall’antico Egitto al Giappone fino alle passerelle
Un esempio di zori con calzini in Giappone. Foto via Wikipedia

Le infradito negli Anni Novanta e Duemila

Come già detto, l’usanza tutta americana di indossare le infradito con i calzini bianchi non è originale degli USA, bensì del Giappone da cui i soldati presero ispirazione e portarono nelle loro terre questo modello indossato principalmente in spiaggia. All’inizio venivano chiamati jandals, dall’unione tra le parole “Japan” e “sandals”, per poi assumere il nome flip flop. Questo particolare paio di scarpe, adatto in estate, è piaciuto a tal punto da essere indossato sui red carpet di eventi importanti e proposto in passerella. In questo modo, è stato rotto uno schema per aprirne di nuovi, contribuendo ad abbattere certe regole su come e quando indossare qualcosa.

Storia delle infradito: Havaianas in Brasile

Prima, però, di vedere in che modo i marchi contemporanei interpretano le infradito, bisogna raccontare l’apporto di Havaianas alla normalizzazione di queste scarpe. I primi “sandálias havaianas” arrivano nel Brasile del 1962 e sono bianchi e blu, tingendosi di verde in seguito a un errore di produzione. Come tutte le invenzioni di successo, furono copiate e venne diffuso lo slogan: “Mettiti al riparo dalle false Havaianas! Quelle vere non si sformano, non puzzano e non perdono le fascette”. La loro importanza, sicuramente in Brasile, fu confermata nel 1980 dall’inserimento delle infradito del brand tra i prodotti del monitoraggio dell’inflazione del Brasile, insieme a riso e fagioli.

Le infradito come trend dell’estate 2024

Oggi il mito delle infradito è tale grazie alle sue origini antiche e a fenomeni più recenti, che hanno plasmato l’immaginario collettivo. Il marchio Miu Miu, del gruppo Prada, le ha proposte in una versione colorata ma essenziale per la primavera estate 2024, così come tante altre case di moda che producono questo modello applicando i propri loghi a mo’ di dettagli preziosi. La dose del trend è stata rincarata dall’effetto nostalgia dei social, che enfatizzano gli usi degli Anni Duemila, e dal fenomeno dello shopping vintage o second hand, dato che trent’anni fa si indossavano le infradito sotto jeans, gonne e vestiti, senza creare distinzioni tra elegante e non, come si evince dai look di star del calibro di Gwyneth Paltrow e icone di stile come Carolyn Bessette, moglie di John F. Kennedy Jr.

Giulio Solfrizzi

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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