Il bikini, ovvero il costume femminile a due pezzi che scopre la pancia, è antichissimo ma in pochi lo sanno. Diventato ormai cosa comune sulle spiagge, deformandosi a proprio piacimento, l’hanno indossato tutte le grandi dive, da Marilyn Monroe a Sophia Loren e Ursula Andress in Agente 007 – Licenza di uccidere, quando era ancora una recente “scoperta” nella moda quotidiana.
La (breve) storia del bikini
Convenzionalmente si dice che il bikini sia stato creato nel luglio 1946 dal francese Louis Réard. È vero, ma era già indossato nell’antichità, sotto il nome disubligaculum estrophium, come testimoniano urne, affreschi e mosaici di epoca greca eromana, risalenti addirittura al1400 a.C. Prima che fosse messo in commercio grazie a Réard, che – attenzione – ha perfezionato l’Atome, “il costume da bagno più piccolo al mondo” rimpicciolito ulteriormente per renderlo commerciabile, il costume a due pezzi comparve nel 1935, anche indosso alle ragazze ebree ricoverate nei Transit Displaced Persons Camp del Sud Italia, che li confezionavano.
Perché si chiama bikini
Un aspetto curioso di questo modello di costume è il perché si chiami “bikini”. Il nome richiama l’atollo di Bikini nelleIsole Marshall, sulle quali gli Stati Uniti conducevanoesperimenti nucleari negli Anni Quaranta del secolo scorso. Lo stesso Réard riteneva che il due pezzi avrebbe avuto “effetti esplosivi e dirompenti”, com’è stato al momento del lancio nei negozi: all’inizio qualcosa di rivoluzionario, per molti immorale, poi indumento apprezzato e usato da quasi un secolo.
L’evoluzione del bikini fino a oggi
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” dicevaAntoine-Laurent de Lavoisier, e infatti ogni epoca vanta un modello particolare di bikini: da quello con le culottes negli Anni Cinquanta, amatissimo da Marilyn Monroe che l’ha reso famoso, a quelli sgambati e con il reggiseno con il ferretto negli Anni Sessanta e ad altri con gli slip coi laccetti degli Anni Settanta e Ottanta. Invece, negli anni Duemila sono arrivate delle versioni ultra ridotte, ereditate dalla decade precedente. Fino a ottenere oggi reggiseni colorati, a righe, a fiori o sportivi che diventano top da indossare e abbinare con gonne e pantaloni, di giorno e di sera.
Giulio Solfrizzi
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