Il National Theatre di Londra fa da cornice e il set di Gary Hume fa da fondale. I soggetti invece sono i look disegnati dal direttore creativo Daniel Lee per la primavera estate 2025. Stiamo parlando della sfilata di Burberry, tenutasi il 16 settembre, nonché di una celebrazione dello spirito British e del suo volto più affascinante. Senza però ridursi al passato: è un guardare avanti ma con rispetto per le arti e la cultura britannica.
Burberry e l’arte britannica
L’impegno in questo da parte del brand è ormai noto, dalla collaborazione con Sarah Lucas alla Tate Britain e John Akomfrah per la Biennale di Venezia, fino al sostegno di istituzioni come la Royal Academy of Arts. Non ci si può aspettare altro da un marchio che ha fatto degli usi e costumi della Gran Bretagna i propri codici stilistici, tradotti anche nel famoso trench a quadri.
La collaborazione tra Gary Hume e Burberry
Questa volta, è Gary Hume l’artista che Burberry ha scelto per intrecciare moda e arte. Lo stesso ha lavorato alla realizzazione di un set up unico per la location della sfilata, ispirato alla sua installazione Bays, esposta per la prima volta durante la mostra collettiva East Country Yard Show tenutasi nei Docklands di Londra nel 1990. “Quando Daniel mi ha contattato per questa collaborazione, ero sorpreso che fosse a conoscenza dell’installazione “Bays”, dal momento che si tratta di un lavoro che ho realizzato molto tempo fa e che non è stato visto molto”, rivela Hume mentre ricorda la sua opera realizzata con grandi lastre resistenti all’acqua e caratterizzata da ritagli rettangolari ispirati al design funzionale e modernista delle porte degli ospedali, un elemento ricorrente nei dipinti dell’artista tra la fine degli Anni Ottanta e gli Anni Novanta, cioè quando Hume si è affermato come uno dei principali pittori e scultori britannici della sua generazione.
Collezione primavera estate 2025 di Burberry
Da questi presupposti artistici, si muove la collezione primavera estate 2025 di Burberry, radicata in un’eleganza semplice. E così, dalla creatività intrinsecamente britannica e dalle silhouette infuse di familiarità, emerge un senso di avventura estiva: l’abbigliamento da pioggia è cropped, e i trench sono decostruiti e realizzati in tessuti leggeri come popeline di seta e lino. Il défilé è una passeggiata di giorno e di sera, che si articola di ogni indumento possibile per risolvere i dilemmi di una quotidianità impegnata. Infatti, i materiali sembrano segnati dal tempo e si ispirano all’aria aperta. In quest’ottica, le mantelle e i parka sono pensati per garantire protezione, e i tessuti vengono lavati e schiariti attingendo alla tecnicità dei tessuti Burberry. Poi, i bottoni sulle caviglie modificano la silhouette di pantaloni funzionali e protettivi, e i colletti delle polo sono stratificati sotto giacche di pelle aderenti mostrando eleganza e raffinatezza. In poche parole, un vivace spirito britannico che preserva il Burberry Check, spalmato su giacche, pantaloni e borse, e si serve del set up di Hume per consolidare le proprie origini. Perché “il bello di fare arte è che è stimolante. Si è sempre alla ricerca per poi creare”, come nella moda.
Giulio Solfrizzi
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