La Milano Fashion Week Donna è iniziata con una bella notizia: finalmente è stata aggiunta metà giornata, ovvero il pomeriggio di martedì 17, per le presentazioni delle collezioni Primavera Estate 2025. Quella brutta, però, è che l’ultimo giorno della settimana della moda non verrà chiuso da Giorgio Armani come di consueto perché sfilerà a New York nel mese di ottobre. Quindi, la stampa e i buyer esteri lasceranno prima il capoluogo lombardo per trasferirsi a Parigi, dove andranno in scena tantissime sfilate concentrate in 9 giorni, tra un evento e l’altro. Alla fine non si è ottenuto nulla di più: l’obiettivo è far rimanere chi acquisterà i vestiti da vendere ai clienti nei negozi di tutto il mondo, far parlare i giornali di settore e non a un pubblico internazionale, far scoprire i brand e gli stilisti “minori” solo per fatturato e popolarità, anche nello stesso sistema. Ma “the show must go on” e così è stato già tra il pomeriggio di martedì 17 e l’intera giornata di mercoledì 18.
Milano Fashion Week PE25. Il debutto di Fiorucci
Per questa stagione il primo vero show che ha inaugurato la Milano Fashion Week è stato Fiorucci. Non faceva parte del calendario ufficiale, eppure l’attenzione era sulla sfilata che segna l’inizio formale del percorso intrapreso da Francesca Murri alla direzione creativa. E perché non cominciare a dialogare con chi di moda ne parla e chi la moda la sogna tramite una riflessione sul risveglio? La collezione Primavera Estate 2025 di Fiorucci è un inno aperto e sincero al superamento dei confini tra realtà e dimensione onirica. Non c’è traccia di nostalgia, ma di una rilettura in chiave contemporanea di ciò che ha reso grande il marchio negli Anni ‘90. Gli angeli, tra tutte l’immagine più simbolica del brand, creata da Italo Lupi negli Anni ’70, cessano di avere una funzione puramente decorativa e recuperano il loro significato di sottile ironia, in funzione delle nuove tecniche usate per raccontarli.
Milano Fashion Week PE25. I (quasi) 100 anni di Fendi
Nel primo giorno e mezzo non si è parlato solo di nuovi inizi ma anche di grandi traguardi. Infatti Fendi ha celebrato la sua storia centenaria con la collezione femminile Primavera Estate 2025. Lo spirito è quello degli Anni Venti, che si coglie negli abiti semitrasparenti dalla vita bassa, impreziositi da ricami luminosi. L’intimo regna sovrano e diventa regale nei modi in cui il direttore creativo Kim Jones lo propone in passerella, una volta per la sera e l’altra per il giorno. Si tratta però di un gioco d’equilibri tra ciò che è Fendi e chi è Jones, in cui le nudità vengono bilanciate da indumenti quotidiani, come il cappotto-accappatoio a pelo corto. Ne esce fuori una donna legata al presente ma con la mente rivolto al passato, col rischio di rimanerci ancorata troppo a lungo.
Milano Fashion Week PE25. Il romanticismo di Marni
Sempre martedì 17 settembre, Marni ha dimostrato come si crea ancora una moda vivace ed entusiasmante. In poche parole, creativa. Non è poco nel 2024, l’anno in cui la finanza ha ribadito il suo ruolo centrale nel cambio dei direttori creativi, nella creazione degli abiti e nelle decisioni prese tra le mura degli uffici stile, un tempo paradiso dei creative director. Marni perciò decide di prendere le dovute distanze dalla velocità del fashion system attuale, spogliando lo spettacolo del fashion show in vista di una trasformazione più silenziosa ma profonda. Rose si dispiegano, strass luccicano, ritagli di tessuto ondeggiano, pagine di letteratura vengono incollate a mano su maglie: è una guardaroba che evoca la bellezza come una serie di simboli e gesti, e che lo stilista Francesco Risso riduce alla sua forma per eccellenza. Si potrebbe parlare di una testimonianza del romanticismo firmato Marni che vede nel desiderio effimero e persistente di andare a caccia di conigli, metafora della bellezza come velocità e non come destinazione, il leitmotiv degli abiti.
Milano Fashion Week PE25. Gli eccessi sofisticati di Antonio Marras e gli indipendenti Rambaldi e Del Core
Invece mercoledì 18 è stato aperto da Antonio Marras. Il primo vero giorno di Milano Fashion Week PE25 che non poteva non cominciare dai fasti di una moda che celebra l’attrice sarda Anna Maria Pierangeli, divisa tra l’amore per il cinema a Hollywood e quello per la Sardegna, la terra dello stilista nato ad Alghero. Tutto sa di un passato personale seppur distante anni. In questo gli indipendenti Rambaldi e Del Core sono radicalmente differenti. Il primo si rafforza di stagione in stagione, lavorando su un guardaroba completo quanto proiettato in una società inclusiva già nell’ideazione degli abiti che abbracciano la varietà delle forme. E il secondo riporta il labile concetto di chicness alla dimensione della realtà, avvicinandolo alle giovani generazioni e svecchiandolo da immaginari ormai datati.
Milano Fashion Week PE25. “Semplicemente” Jil Sander e N°21
Sempre sulla linea della semplicità, o dell’essere semplicemente sé stessi, si muove Jil Sander. Qui la vita vera è l’input che conduce all’output dopo una riflessione su come rendere speciale la quotidianità. Ad esempio, il completo giacca e pantaloni si trasforma in un bermuda en pendant con cappotto e top con scollo a V che sostituisce il gilet ma protegge allo stesso modo camicia e cravatta. Per la donna, i colletti di camicie, abiti e magliette leggere sono il dettaglio bon ton che porta lo spirito borghese in un guardaroba improntato sul business, ma non solo. Di semplicità parla a modo suo anche N°21, delicato e ribelle in un colpo, trovando da sempre uno spazio nuovo per sé stesso. Non c’è ripetizione, ma capacità di rinnovarsi con garbo, sebbene si colgano riferimenti, ad esempio, agli Anni ‘90.
Giulio Solfrizzi
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