L’emblema della libertà, acquisita con l’uso contemporaneo e inclusivo dei corpi e dell’accettazione dei suoi limiti, si manifesta nella moda a partire dalla biancheria intima. È sempre stato una parte fondamentale del vestiario femminile. Addirittura in passato rappresentava le fondamenta delle strutture e delle architetture che forzavano, esageravano e ridisegnavano le forme del corpo desiderate, per donare un’idea di femminilità che a seconda dei tempi doveva mostrare una vita più stretta o un seno più in vista. Ma oggi l’intimo non è più nascosto: viene accuratamente selezionato nell’abbigliamento, al pari degli altri indumenti. La sua versione sostenibile è un elemento libero da ogni tipo di costrizione, scomodità e finzione, attenendosi al dovere di protezione e sostegno. È rispettoso nei confronti dell’ambiente quando si compone di materiali biologici adatti al contatto con le zone più delicate del corpo. O quando i modelli riflettono le diverse tipologie di fisici, seni e fianchi, venendo ideati per essere smontati e riciclati.
La nuova rappresentazione del corpo
In tempi in cui si parla di accettazione, anche di forme, imperfezioni e disuguaglianze, questa si manifesta nei prodotti quanto nella loro rappresentazione. Immagini, narrativa e pubblicità mostrano nuovi corpi, reali e più affini alla maggior parte delle consumatrici e dei consumatori. Corpi che vengono accettati e ritrovati nella sfera pubblica di cartelloni pubblicitari, riviste e sul web, che creano un immaginario culturale libero dagli stereotipi. E sono molte le aziende che propongono un intimo che risponde a questi valori. Ad esempio, Organic Basics, azienda certificata e fondata a Copenhagen per corpi femminili e maschili, ha reso note tutte le realtà con cui collabora e si distingue per il servizio Made2flow che misura l’impatto dei prodotti attraverso degli indicatori ambientali. Invece, Afrika Project, un marchio artigianale spagnolo, lavora su commissione e su misura. Nato per reinterpretare l’universo delle tecniche artigianali del lavoro a maglia, tipicamente femminile, prende spunto da tovaglie e coperte da ridisegnare e indossare come top o lingerie sexy.
L’intimo di Bulsara Studio
La lista si compone di altri esempi, tra cui l’intimo etico di Bulsara Studio che nella sua semplicità e sportività segue le forme naturali del corpo. Le peculiarità sono il tessuto in fibra d’alga e le tinture 100% vegetali, così come una filiera produttiva che collabora con artigiani locali, svolta interamente in Italia e limitata a piccole quantità di prodotto per ridurre l’impatto ed evitare gli sprechi.
Il corpo nella sua totalità: dai costumi ai body
Ancora, Casa GiN – acronimo di genuino, innovativo e naturale – è un progetto famigliare partito da un garage che oggi è presente in 80 negozi tra Italia e estero con una linea certificata, sia maschile che femminile. Ma si contraddistingue per un’ulteriore linea pensata per le mestruazioni, spaziando dagli slip ai costumi da bagno, che siano bikini o interi. Poi ai body ci pensa Fantabody, che a partire da questo indumento si compone di capi basici come il completo reggiseno – slip, leggins e shorts progettati per adattarsi alla diversità dei corpi, con pezzi essenziali o estrosi. Tutto realizzato a mano in piccoli laboratori fuori Milano. Perché ciò che le donne indossano sotto i vestiti racconta l’evoluzione della società, specchio di una nuova armonia tra corpo e ambiente, e di una ritrovata attenzione per la qualità della propria intimità.
Margherita Cuccia
Lo sguardo scelto è di Carolina Amoretti
Fin dall’adolescenza, Carolina Amoretti ha coltivato una forte passione per la fotografia. Nel 2010 vince una borsa di studio a Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton fondato da Oliviero Toscani, dove studia e si specializza in comunicazione attraverso la fotografia. Poco dopo, Carolina inizia a collaborare con varie riviste, marchi e musicisti. Il suo interesse per la fotografia, l’arte e la moda, con un focus sul vibrante mondo delle donne, ha portato Carolina a creare il progetto Fantabody nel 2015 e l’hub creativo Fantastudio nel 2022.
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