Avete mai fatto caso al fascino delle mani nell’arte e nella moda?

Dalla scultura all’arte figurativa, fino alla moda firmata Schiaparelli: le mani sono un elemento ricorrente. Perché affascinano sia l’autore sia lo spettatore

Il 19 settembre 1951, l’architetto Gio Ponti scrive sul Corriere della Sera dei suggerimenti su come decorare la casa, raccomandandosi che in ambienti moderni convivano oggetti antichi e attuali, in modo da riflettere la simultaneità della nostra cultura. Incoraggia, quindi, i lettori a collezionare oggetti e opere moderne perché, a differenza delle antichità, è possibile conoscerne personalmente gli autori frequentando mostre o visitando gli atelier. Settantatré anni dopo, accogliamo il suo invito avviando la rubrica Wunderkammer, dove di volta in volta selezioniamo oggetti ispirati al tema del Focus Moda cartaceo di Artribune. Per il terzo numero dedicato al corpo, ci siamo concentrati sulle mani e sul fascino che suscitano nell’immaginario collettivo.

La mano tra antico e moderno

La prima curiosità antica da menzionare è la Mano pantea, un oggetto liturgico in bronzo a forma di mano benedicente, legato al culto del dio Sabazio. Gli esemplari più noti, databili al I secolo d.C., sono ricoperti di animali come serpenti, lucertole e tartarughe, simboli di protezione e forze generatrici. Per trovare un’analogia visiva moderna ci viene incontro lo stesso Gio Ponti che nel 1935 disegna la Mano della fattucchiera e la Mano con simboli in oro. Entrambe sono derivate dagli stampi in porcellana bianca prodotti dalla manifattura Richard Ginori per le industrie di guanti in gomma, ma diventano oggetti d’arte grazie ai decori dal sapore esoterico eseguiti in oro lavorato a punta d’agata.

L’attrazione per le mani: uomo e natura

Altre suggestioni sul legame tra uomo e natura ce le offre la serie Traces dell’artista Valerie Hammond, in cui le impronte di mani e braccia includono sistemi circolatori costituiti da felci, foglie e fiori, fissati su carta con stratificazioni di cera, ricami e perline in vetro. Il risultato sono leggere ombre dotate di linfa vitale che agiscono in una dimensione sospesa tra sogno e realtà. La natura è elemento essenziale anche per le opere di Andreas Senoner, che riconosce nel legno un materiale collettore di memorie: nei suoi frammenti corporei riaffiorano antiche ferite interiori attraverso l’esposizione delle cavità scavate dai tarli o la disturbante presenza di spine che diventano armi di difesa.

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Dall’alto a sinistra, in senso orario: Mano pantea, incisione dal libro Alcuni monumenti del Museo Carrafa in Napoli, 1778; Fabio Viale, Door release, 2021 - per gentile concessione dell’artista; Max Klinger, The Action, dalla serie di incisioni A Glove, 1881; Andreas Senoner, Fear, 2020 - per gentile concessione dell’artista; Piero Fornasetti presenta l'iconico vassoio Mano, anni ’50 - per gentile concessione di Fornasetti; Valerie Hammond, Anemone, 2011 - per gentile concessione dell’artista e Littlejohn Contemporary Art, Inc.

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Dall’alto a sinistra, in senso orario: Guanti in pelle con bottoni, Sermoneta Gloves; Guanti in tulle nero Lula, T Label; Mano Trionfo Italiano, ispirata alla Mano con simboli in oro di Gio Ponti (1935), Ginori 1735; Mano, Ginori 1735; Occhiali dorati a forma di mano, Jeremy Scott per Linda Farrow; Anello articolato, Schiaparelli.
pag. 1 Dall’alto a sinistra, in senso orario: Mano pantea, incisione dal libro Alcuni monumenti del Museo Carrafa in Napoli, 1778; Fabio Viale, Door release, 2021 – per gentile concessione dell’artista; Max Klinger, The Action, dalla serie di incisioni A Glove, 1881; Andreas Senoner, Fear, 2020 – per gentile concessione dell’artista; Piero Fornasetti presenta l’iconico vassoio Mano, anni ’50 – per gentile concessione di Fornasetti; Valerie Hammond, Anemone, 2011 – per gentile concessione dell’artista e Littlejohn Contemporary Art, Inc. pag. 2 Dall’alto a sinistra, in senso orario: Guanti in pelle con bottoni, Sermoneta Gloves; Guanti in tulle nero Lula, T Label; Mano Trionfo Italiano, ispirata alla Mano con simboli in oro di Gio Ponti (1935), Ginori 1735; Mano, Ginori 1735; Occhiali dorati a forma di mano, Jeremy Scott per Linda Farrow; Anello articolato, Schiaparelli.

La mano: vecchie usanze e antica bellezza

È poi interessante osservare come la memoria dell’antico condizioni la poetica di artisti in periodi diversi. Lo scultore Fabio Viale se ne appropria ricoprendo di tatuaggi criminali la candida mano marmorea del colosso di Costantino, ribellandosi provocatoriamente alla presunta inalterabilità della bellezza classica. Mentre il decoratore Piero Fornasetti, negli anni cinquanta, con il suo inconfondibile tratto grafico, propone frammenti archeologici di mani e braccia su piatti e vassoi, con l’obiettivo di riportare nella quotidianità l’elegante usanza di porgere oggetti su una guantiera.

Il guanto nella moda

Passiamo, quindi, ai guanti: accessori di moda e costume che oltre a proteggere le mani, diventano armi di seduzione. Il simbolista tedesco Max Klinger, nel 1881 dà alle stampe una fortunata serie di incisioni che narrano proprio la storia di un guanto perduto da un’affascinante donna su una pista di pattinaggio. Sono immagini di altri tempi, ma che ci riportano alla mente le fogge di alcuni pezzi dell’archivio Sermoneta Gloves, il laboratorio artigianale di guanteria che ha iniziato la sua attività nel 1965 a Roma, grazie all’intuizione di Giorgio Sermoneta di tingere le pelli nei toni delle matite colorate. 
Nel preciso intento di cogliere lo spirito contemporaneo, la nostra Wunderkammer ospita anche la moda recente, come quella del brand emergente T Label, fondato a Londra da Taylor-Bea Gordon nel marzo 2020. Il suo stile romantico, autodefinito “romantic wear”, esplode nei volumi arricciati e le texture plissettate che caratterizzano i guanti di tulle realizzati in ottica sostenibile con quantità limitate di rimanenze tessili dell’alta moda.

Le mani secondo Schiaparelli e Scott

Immancabile un omaggio a Elsa Schiaparelli, stilista italiana, naturalizzata francese, che tra gli anni trenta e quaranta si divertiva a fasciare le mani delle sue clienti in guanti che simulavano artigli felini, unghie smaltate di rosso o addirittura creste dorate. Oggi la sua creatività sperimentale è incarnata da Daniel Roseberry, il direttore artistico che grazie a gioielli e accessori dorati a forma di mani e piedi, contribuisce a rinnovare il vocabolario estetico della storica maison parigina, rimanendo fedele all’audacia della sua fondatrice. Concludiamo la nostra collezione con un tocco di ironia, ricordando lo stile sfrontato di Jeremy Scott per il brand Linda Farrow. Nel 2011, infatti, tra ispirazioni pop e surrealiste, lo stilista americano rivoluziona gli occhiali da sole sostituendo le lenti con due mani stilizzate che schermano lo sguardo di chi le indossa, firmando così uno degli accessori cult dello street-style mondiale.

Alessandro Masetti
Con la curatela visiva di Alessia Caliendo  

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Alessandro Masetti

Alessandro Masetti

Architetto. Dal 2016 al 2022 è stato curatore delle collezioni di arte e design della Fondazione Giovanni Michelucci, presso la casa studio dell’architetto a Fiesole. Ha curato mostre, pubblicazioni e iniziative culturali sull’opera di Michelucci e il patrimonio architettonico moderno…

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