La pronipote di Freud tiene sedute di “psicoanalisi della moda”. E ha intervistato Kate Moss
La psicoanalisi passa da Sigmund a Bella Freud e si adatta alla moda. Tutto in un podcast che accoglie su un divano i propri pazienti, ossia le personalità del sistema, tra cui la top model Kate Moss
Oggi tutto è possibile, anche un podcast di psicoanalisi freudiana applicata ai volti del sistema moda. Lo dimostra Bella Freud (1961), figlia del rinomato pittore Lucian e pronipote di colui che sosteneva fossero i processi psichici inconsci a influenzare il pensiero e il comportamento.
Nel suo podcast Fashion Neurosis, visibile in formato video su YouTube, riveste il ruolo di una tipica psicoterapeuta, ma solo per i volti del fashion, analizzando passato, presente e futuro.
Gli ospiti del podcast di Bella Freud
Potrebbero sembrare interviste come tante altre. Eppure, nello studio fittizio di Bella Freud le cose si fanno sul serio: lo stilista Rick Owens e la top model Kate Moss, ad esempio, si stendono su un divano mentre lei, dell’alto della sua poltrona da psicoterapeuta improvvisata, pone domande su traumi irrisolti e avvenimenti importanti della loro vita e carriera.
Uno tra i tanti citati, è il famoso servizio fotografico per cui Moss posò senza veli all’età di 15 anni, che a sua detta non fu un’esperienza piacevole. Perlomeno, per gli effetti che ha avuto su di lei e su suo fratello quando erano adolescenti.
Chi è Bella Freud, pronipote di Sigmund
Bella Freud, che nel settore era già nota in qualità di stilista, prima per Vivienne Westwood negli Anni ‘80 e poi per il proprio brand omonimo negli Anni ‘90, senza contare il ruolo rivestito per il rilancio (fallimentare) dello storico marchio inglese Biba, si reinventa seguendo le orme di Sigmund Freud. Non uno qualunque, certo, ma il legame sanguigno giustifica un concept originale fondato su un cognome che già dice tutto.
La moda come pretesto della psicoanalisi in Fashion Neurosis
Come Bella Freud ha spiegato a Vogue Italia, in questo podcast “i vestiti sono il punto di partenza per la conversazione, un pretesto per parlare di sé e della propria idea del mondo”. Continua: “quello che mi affascina è perché le persone ne scelgano certi e altri no, e come si sentono quando li indossano. Sto imparando moltissimo da questi dialoghi”.
Fashion Neurosis: non solo moda
Attenzione, però, a dire che si tratta solo di personaggi fashion: “Il mio scopo era quello di includere persone provenienti dagli ambiti più diversi, che non avessero necessariamente a che fare con la moda – dice Bella Freud – Credo che i vestiti abbiano molto a che fare con l’identità, e sono sempre molto curiosa di vedere come le persone scelgano di manifestare la propria”.
Giulio Solfrizzi
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