La stilista Rosita Jelmini Missoni è morta all’età di 94 anni. Con sé ha portato un pezzo non indifferente del Made in Italy, quello di un tempo ormai lontano. Infatti, negli Anni Sessanta, fondò insieme al marito Ottavio Missoni il marchio omonimo che ha rivoluzionato sia l’uso della maglia sia la grafica nell’abbigliamento.
Rosita Missoni: la vita
Prima di cimentarsi nella moda, diventandone protagonista nel secolo scorso, Rosita Missoni si trasferì da Golasecca, in provincia di Varese (dove nacque nel 1931), a Londra nel 1948, subito dopo aver concluso i sui studi in Lingue presso il Collegio Rosetum di Besozzo. Ed è qui che incontrò Ottavio, atleta di cui si innamorò durante le Olimpiadi del ‘48, fino a sposarlo e a fondare Missoni, il marchio che insieme ad altri esempi illuminati di imprenditoria “all’italiana” hanno creduto nella Milano Fashion Week, rendendolo un appuntamento di punta del mese della moda internazionale, quando geni creativi come Gianni Versace e Franco Moschino fecero lo stesso.
Il successo del marchio Missoni
Le creazioni di Rosita Missoni, così come quelle di Ottavio Missoni, attirarono l’attenzione perché capaci di rileggere la maglieria attraverso una lente decisamente più colorata e sperimentale, rendendo artistica una lavorazione molto semplice, solo all’apparenza. Così, arrivò la prima sfilata nel 1966, tra le mura del Teatro Gerolamo di Milano, che diede il via ad un periodo di grande successo e crescita per il marchio Made in Italy. Specificamente, Made in Sumirago: è qui che fondarono la prima fabbrica nel 1968, seguita cinque anni dopo dalla nota villa di famiglia, vicina al luogo che ha confermato la trasformazione del progetto di Rosita e Ottavio in un brand consolidato.
Il ricordo di Rosita Missoni
Il ricordo di Rosita Missoni non può non essere felice. I colori sono ciò che viene subito in mente quando si pensa agli abiti concepiti da lei e il defunto marito, esempio di un Made in Italy andato e persino premiato. Infatti, la stilista si è aggiudicata negli anni una serie di prestigiosi premi, a partire dal Neiman Marcus Fashion Award, l’Oscar della moda vinto nel 1973, per finire con il titolo di Cavaliere del Lavoro, arrivato nel 2014.
Giulio Solfrizzi
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